Cosa abbiamo capito dalla sfida di San Siro
La sconfitta di San Siro brucia perché la Roma, per circa 35 minuti, ha dominato a San Siro. Non ha semplicemente giocato meglio, ha letteralmente dominato e triturato i rossoneri. Persino Allegri, a fine gara, ha ammesso che i giallorossi, fino a quel momento, meritavano il vantaggio. Fermiamoci un attimo. La strada è quella giusta. L’atteggiamento è stato corretto, tutto ha funzionato al meglio, altrimenti non tratti a pesci in faccia una big come il Milan in casa sua.
COSA NON HA FUNZIONATO – Banalmente, se crei tanto e non segni la colpa è solo e soltanto tua. Gasperini lo sa, se ne parla da tempo, i giallorossi fanno fatica a segnare e dovrà essere probabilmente il mercato a risolvere il problema. Quindi, brava la Roma ma se crei e non concretizzi poi vieni giustamente punito.
Secondo punto: la reazione. Dopo il vantaggio del Milan, la Roma ha sbandato e ha rischiato di prendere almeno altri 2-3 gol fino al primo quarto d’ora del secondo tempo. È umano deprimersi dopo aver creato tanto, ritrovandosi immeritatamente in svantaggio, però è un aspetto da migliorare perché potrebbe ricapitare. Infine, la Roma deve ancora abituarsi a mantenere un’intensità alta per tanto tempo, abituarsi sia sul piano fisico, sia su quello mentale, come faceva l’Atalanta di Gasperini. Ci vorrà tempo, siamo a novembre, ed era tutto previsto.
Quello che, invece, non si può imputare alla Roma è, paradossalmente, il gol subìto. O, meglio, bisognerà correggere degli errori individuali, tra cui forse la marcatura di Mancini su Pavlovic in area rossonera o il posizionamento di Koné, ma sono dettagli. Questi gol, con la filosofia di Gasperini, sono quasi fisiologici, fanno parte dei rischi del tenere una pressione così alta e, a tratti, estrema, giocando uomo contro uomo. Se qualcuno sbaglia, si rischia grosso.
Il calendario consente alla Roma di riscattarsi subito. Prima il modesto Rangers, poi Udinese e Cremonese prima del big match contro il Napoli. E allora avremo le idee più chiare su tante cose.
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