Bove: "La mia reazione alla Roma prima come quella di Mancini...". VIDEO!

Bove: "La mia reazione alla Roma prima come quella di Mancini...". VIDEO!
Oggi alle 15:07Primo piano
di Mattia Grieco

Ospite di Radio2 Social Club, Edoardo Bove si è raccontato con sincerità e profondità, ripercorrendo il malore che lo ha colpito un anno fa e il percorso che lo ha portato a diventare promotore e testimonial del disegno di legge sul primo soccorso. Intervistato da Luca Barbarossa ed Ema Stokholma, il centrocampista giallorosso ha parlato della sua amicizia con Flavio Cobolli, dell’ottimo momento della Roma e dell’importanza della sensibilizzazione sulle tematiche cardiache, mantenendo un tono diretto e autentico. Di seguito il racconto integrale dei suoi principali interventi e questo è il link per vedere la puntata integrale.

L’AMICIZIA CON COBOLLI - “Fino ai 12, 13 anni giocavo contro di lui ma andava abbastanza male perché si vedeva già la sua predisposizione. Giocavamo insieme anche nella Roma, lui poi ha scelto di continuare con il tennis, io con il calcio. Credo che alla fine sia andata bene ad entrambi.”

LA ROMA PRIMA IN CLASSIFICA - “Stanno facendo un bellissimo percorso ma c’è ancora tanto da giocare, è ancora presto per parlare.”
“Hai visto il video di Gianluca Mancini? (dove fa gli scongiuri n.d.r) Non ti dico una reazione uguale ma…facciamo gli scongiuri.”

IL DISEGNO DI LEGGE SUL PRIMO SOCCORSO - “È stato creato un po’ di tempo fa e ci sono già persone, associazioni, fondazioni che lavorano per promuovere e promulgare il primo soccorso e per informare le persone su problematiche cardiache e arresti cardiaci.”

“Abbassamento dell’iva dal 22% al 5% sui defibrillatori, l’obbligo di corsi di primo soccorso nelle scuole e per un determinato tipo di professioni e l’obbligo di corsi di primo soccorso per prendere la patente.”

L'IMPORTANZA DI SENSIBILIZZARE - “C’è un po’ di disinformazione su questo argomento. Io ero il primo ad esserlo prima che mi accadesse questo episodio che mi ha permesso di entrare in contatto con queste fondazioni e associazioni. Questo mi ha fatto affezionare alla causa perché ho visto nelle facce dei padri che perdono figli anche il dolore che hanno provato e la necessità di fare il massimo per poter salvare le persone.”

GIOCARE CON IL DEFIBRILLATORE - “In Italia c’è un tipo di regolamento che in altri campionati non è lo stesso ed è permesso giocare con il defibrillatore, il mio amico che mi accompagna dal 12 dicembre dell’anno scorso. Io sono tranquillo perché per me l’importante è tornare a giocare al di là di dove, quando, come e perché.

RIVEDERE LE PRIORITÀ - “In questo anno ho avuto la possibilità di vedere il calcio da fuori, di distaccarmi da una parte di me che era sempre presente perché ero abituato a una calendarizzazione della mia vita: vivere la settimana in base alla partita. Ho avuto la possibilità di rivedere delle mie priorità.”

LA RIPRESA E IL VALORE DELLO SPORT - “Adesso sono contento perché mi sto allenando e posso mettere di nuovo il calcio al centro della mia vita e quello è il mio obiettivo. Lo sport per me è motivo di salute.”

L'APPELLO SUL 112 - “C’è un numero, il 112, ma i bimbi delle elementari non lo sanno dire, imparano le centinaia dopo la seconda elementare quindi si dovrebbe dire uno-uno-due. Quando vediamo i film americani loro cosa chiamano? Nine-one-one. Per assurdo noi sappiamo l’americano e non sappiamo il nostro.”