El Shaarawy: "Preferisco giocare esterno, Serie A più difficile della Ligue 1. Da Totti e De Rossi si impara tantissimo". VIDEO!
Tramite il sito ufficiale asroma.com, l'attaccante giallorosso Stephan El Shaarawy ha risposto a una serie di domande che gli sono state poste attraverso i social network.
Meglio come ala o come seconda punta?
"Ho sempre preferito partire come esterno sinistro, mi piace partire largo per accentrarmi, ma ho giocato anche come trequartista e seconda punta".
Qual è il tuo sogno più grande?
"Fin da bambino volevo diventare un professionista, è un sogno che ho realizzato con tanto impegno e fatica. Ora che sono un giocatore di Serie A, il sogno è quello di vincere qualcosa di importante con club e nazionale, gli europei o la Champions League".
Chi è il tuo migliore amico nello spogliatoio?
"Devo dire che nello spogliatoio mi sono trovato a mio agio, uno spogliatoio allegro e sereno. Conoscevo Florenzi e De Rossi, che sono in nazionale con me, ho fatto subito amicizia con tutti, sono tutti dei bravi ragazzi, molto simpatici".
Cosa ti motiva a dare sempre il massimo?
"Quello che non ho mai perso è la forza di non mollare mai. Ho avuto momenti difficil, ma non ho mai mollato, ho sempre cercato di dare il massimo, il calcio è sempre stata la mia passione, da me stesso chiedo sempre qualcosa in più. Ciò che mi motiva è avere un obiettivo, ognuno deve porsi degli obiettivi e deve cercare di raggiungerli. Mai smettere di crederci".
Ti vediamo spesso indossare delle cuffie, che genere di musica ascolti?
"Ascolto musica perché mi carica, diciamo che ascolto un po' tutti i generi, ma mi piace l'hip-hop, il rap americano. Ascolto prevalentemente quello".
Ti taglierai mai i capelli?
"Io li taglio spesso, diciamo che questa cosa della cresta è una mia particolarità che è nata tanti anni fa, ho deciso di tenerla perché mi piaceva e aveva portato bene, ora l'ho spuntata ma mi piace".
Tu, Salah e Perotti vi intendete molto bene, come ci riuscite?
"Quando hai di fianco giocatori con tanta tecnica le cose sono più facili. Sono due giocatori con grande velocità e tecnica, mi sono trovato subito benissimo. Mi auguro che possiamo continuare a far bene come adesso, facendo tanti gol, assist e buone prestazioni".
Quando la Roma ti ha chiamato, cosa hai pensato?
"È stata una sorpresa, ma molto positiva. Dall'inizio del mercato la Roma era stata la mia priorità, quando si sono interessati a me mi ha fatto piacere, così come quando ho parlato con Sabatini. Ho sentito da subito la fiducia del mister e ho sfruttato questa occasione, venendo qua a dare una svolta alla mia carriera. Sta andando bene, devo continuare così, c'è ancora da fare".
Cosa si può imparare da Totti e De Rossi?
"Tantissimo, dal punto di vista tecnico ma anche umano. Hanno fatto la storia della Roma, sono due leader che ho sempre ammirato e stimato, è stato un vero piacere, è un vero piacere giocare con loro e averli conosciuti".
Qual è la differenza principale tra Ligue 1 e Serie A?
"Sono diversi dal punto di vista fisico, la Ligue 1 è più intensa e fisica, la Serie A è più tattica, devo dire che è più difficile giocare in Serie A, in Ligue 1 si aprono molti spazi, in Italia ci sono più situazioni difficili e devi crearti lo spazio per far male".
Quante lingue parli?
"Italiano, sicuramente, un po' inglese e francese, adesso, piano piano, sto cercando di imparare l'arabo. Da piccolo ho iniziato, col tempo ho mollato e sto recuperando. Ci tengo molto, mio padre è egiziano".
Come ci si sente a essere una fonte di ispirazione?
"Una bella sensazione, perché essere un esempio per i ragazzi che ambiscono a diventare calciatori è un motivo di grande orgoglio. Vedo bambini che mi chiedono consigli e mi fanno i complimenti per quello che sono, è una cosa che mi fa molto paicere. Spero comunque di dare un buon esempio alle persone che sognano di diventare calciatore. Il consiglio che posso dare è quello di avere passione e umiltà, l'umiltà è la cosa fondamentale per il successo. Il vero campione penso che sia quello che resta umile nonostante i traguardi raggiunti".
Parlate spesso dell'Egitto con Salah?
"Salah è un bravissimo ragazzo e un grande giocatore, mi trovo bene in campo e nello spogliatoio. L'unica volta che abbiamo parlato dell'Egitto è quando abbiamo fatto il simbolo della piramide".
L'esultanza era stata preparata?
"Dopo il gol con la Fiorentina ho deciso di fare l'esultanza con lui ma non era preparata. In quell'istante gliel'ho detto e lui mi ha seguito".
Chi ti ha spinto a giocare a calcio?
"La passione per questo sport me l'ha trasmessa mio padre, che è stato la figura principale nella mia vita e nella mia carriera. La persona che mi è stata più vicino, che mi ha seguito ovunque, quello che sono diventato lo devo a lui. Ha fatto tantissimi sacrifici, ha cambiato anche lavoro per portarmi agli allenamenti, una figura fondamentale, prima ancora di cominciare a giocare mi portava ai giardini per insegnarmi, sicuramente devo ringraziarlo tantissimo".