Torino, Zinetti: "Per Stekelenburg parlano i fatti"

14.11.2012 15:31 di  Redazione Vocegiallorossa   vedi letture
Fonte: "La città nel pallone" - RadioIes
Torino, Zinetti: "Per Stekelenburg parlano i fatti"
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Ad una settimana dal match dell’Olimpico tra Roma e Torino, Il preparatore dei portieri dei granata, Giuseppe Zinetti, nello staff di Ventura dal 1997, ha espresso un giudizio sul momento delle due compagini e non solo. Zinetti ha inoltre militato nella Roma dal 1990 al 1993. Queste le sue parole:

Problema portieri per la Roma?

“Non sarei pessimista, la Roma ha due buoni portieri. Il loro momento dipende poi da quello della squadra: Goicoechea mi sembra un buon portiere, per Stekelenburg parlano i fatti”.

Su Goicoechea?

“Può succedere che non riesci a respingere come vorresti fare. Non basta per giudicare un portiere, in quell’occasione gli è andata male, ma ha tutte le caratteristiche per fare bene in questo campionato. Dal campo basta un leggero spostamento della palla e magari sei costretto a cambiare parata. Forse - le sue parole rilasciate a Radio Ies - con il terreno asciutto quella deviazione gli sarebbe riuscita”.

Su Stekelenburg?

“Da lontano è difficile giudicare. L’ho visto due volte dal vivo e tutto sommato non fece grandissimi sbagli, magari ha pagato il fatto di giocare con la difesa alta. Quando le cose vanno bene ci si esalta e si rende di più, quando vanno male ne risentono un po' tutti”.

Su Gillet?

“In Italia si sceglie molto in base all’apparenza e poco alla sostanza. Per noi è il portiere ideale: anche se è alto 1.80, può prendere dei palloni in uscita che non riescono a prendere neanche i portieri alti 1.90, in più riesce a leggere le traiettorie, ha coraggio, non ha paura di sbagliare e ha un grande stacco”.

Sul Torino?

“Sta bene, è una squadra che ha tutto da guadagnare e poco da perdere. Ci sono tanti debuttanti che hanno voglia di ritagliarsi uno spazio in serie A e credo che difficilmente molleranno da qui alla fine”.

Ventura?

“Sono più di quindici anni che lavoro con lui e ha una particolarità: fa giocare le sue squadre al calcio perché convinto, e i fatti gli danno ragione, che solamente attraverso il bel gioco si possono raggiungere dei risultati. E’ il suo credo e lo sta portando avanti anche quest’anno. Prendere un allenatore tanto per il nome non serve, l’importante è avere dei giocatori che, secondo il tuo modo di giocare, possano darti una mano sia sul campo che nello spogliatoio”.

Le gestioni Ventura durano solo due anni però…

“Sono i luoghi comuni del calcio italiano. Nessuno forse si ricorda che con il Cagliari arrivammo in serie A dopo aver fatto un grande campionato”.

Su Zeman?

“Non lo conosco personalmente, ma i giocatori che lo hanno avuto mi hanno sempre detto di aver avuto grandi difficoltà nei primi 2-3 mesi e poi, a distanza di anni, lo hanno sempre ringraziato. Dipende tutto da te: bisogna allenarsi sempre meglio e finché non si trova questo metodo si fatica”.

Roma-Torino?

“La stiamo preparando come le altre partite. La Roma è una squadra formata da giocatori di qualità che se non incontri nel modo giusto, rischi di passare una brutta serata. Ci sarà bisogno della massima concentrazione per cercare di arginare le qualità di questi giocatori”.

Che ricordo ha di Roma?

“Porto sempre con me le soddisfazioni che mi sono potuto togliere nel calcio italiano ed Europeo. La curva Sud è stata per me una scoperta incredibile: giocavo poco, ma quando entravo nello stadio gridavano sempre il mio nome”.