VoceMondiale - Curiosità e aneddoti in giallorosso...la Spagna!

13.06.2014 20:10 di  Luca d'Alessandro  Twitter:    vedi letture
VoceMondiale - Curiosità e aneddoti in giallorosso...la Spagna!
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© foto di Image Sport

In Brasile per continuare a scrivere la storia recente del calcio. Se a livello continentale sono riusciti a bissare la vittoria del 2008, strapazzando nel 2012 l'Italia in finale, ripetersi a un Mondiale è sicuramente più difficile. Solo l'Italia e il Brasile sono riusciti nell'impresa, ma erano altri tempi.

LA ROSA

PORTIERI: Pepe Reina (Napoli), David De Gea (Manchester United), Iker Casillas (Real Madrid).

DIFENSORI: Raúl Albiol (Napoli), César Azpilicueta (Chelsea), Gerard Piqué (Barcelona, Jordi Alba (Barcelona), Juanfran (Atlético Madrid), Javi Martínez (Bayern de Múnich), Sergio Ramos (Real Madrid).

CENTROCAMPISTI: Koke (Atlético Madrid), Juan Mata (Manchester United), Santi Cazorla (Arsenal), David Silva (Manchester City), Xavi Hernández (Barcelona), Cesc Fabregas (Barcelona), Sergio Busquets (Barcelona), Andrés Iniesta (Barcelona), Xabi Alonso (Real Madrid).

ATTACCANTI: Pedro Rodríguez (Barcelona), Fernando Torres (Chelsea), Diego Costa (Atlético Madrid), David Villa (Atlético Madrid).

IL MISTER - Vicente Del Bosque è l'unico allenatore della storia del calcio mondiale a essersi laureato campione del Mondo e d'Europa sia a livello di nazionali che a livello di club, avendo conquistato alla guida del Real Madrid due Champions League (1999-2000 e nel 2001-2002), una Coppa Intercontinentale (2002) e con la Spagna un Mondiale (2010, titolo dedicato a suo figlio Avaro, colpito dalla sindrome di down, a cui aveva fatto la promessa, mantenuta, di fargli alzare la coppa insieme ai calciatori) e un Europeo (2012). Il 4 febbraio 2011, il Re Juan Carlos I di Spagna assegna all'allenatore di Salamanca, per la dedizione allo sport spagnolo e il contributo allo sviluppo dei valori sportivi, il titolo di marchese di del Bosque, che potrà essere ereditato dai suoi successori. Si è sempre contraddistinto, oltre che per le vittorie, per il suo valore umano: "Dobbiamo guardare oltre il calcio e fare il necessario per portare il gioco ai migliori valori etici e comportamentali". 

GIOCATORI CHIAVE - Più che di giocatori chiave nel caso della Spagna si deve parlare di reparto chiave: il centrocampo. All'eroe mondiale Iniesta, Xavi e Xabi Alonso, il falso nueve Fabregas (che ha confessato al suo compagno di club Pique di lasciare in estate il Barcellona per approdare probabilmente al Chelsea), si è aggiunto il talento protagonista di una stagione eccezionale con l'Atletico Madrid: Koke. La novità delle furie rosse è quella di avere a disposizione un grandissimo attaccante come Diego Costa. Il prossimo delantero di Mourinho ha preferito la Spagna alla possibilità di disputare il mondiale con la maglia del Brasile. Logorato da una stagione lunghissima e intensa, la sua convocazione é stata borderline fino alla fine: per fortuna di Del Bosque i suoi problemi fisici sembrano essere stati superati.

LA SPAGNA E LA ROMA - Stessi colori dominanti: il giallo e il rosso. Per ripartire e costruire una Roma mondiale, la nuova proprietà americana aveva deciso proprio di ripartire dal modello spagnolo, che domina a livello calcistico il calcio mondiale, affidando la panchina a Luis Enrique. Come nei precedenti matrimoni tra Roma e Spagna, però, non è andata come si sperava e il nome di Lucho verrà accostato ai vari Helguera, Cesar Gomez, Bojan, Guardiola, Josè Angel, tutti calciatori che hanno fallito. C'è però uno spagnolo che ha lasciato la sua firma indelebile nella storia della Roma; è Joaquin Peirò. Sono gli anni 60' e la sua storia italiana inizia all'Inter. Ai tempi in Serie A potevano giocare solo due stranieri. In quell'Inter c'erano un certo Jair e un altro calciatore discreto che rispondeva al nome di Luis Suarez. Impensabile togliere il posto a due mostri sacri, quindi Peirò viene relegato al ruolo, da cui prese il soprannome, di straniero di coppa, poiché a livello europeo non vi erano divieti per schierare calciatori stranieri. Proprio in Coppa dei Campioni fu protagonista e inventore del gol di rapina: il portiere del Liverpool era solito far rimbalzare il pallone prima di rinviare. Peirò se ne accorge e dopo un lancio troppo lungo e intercettato dal numero uno dei reds, si apposta dietro di lui per intervenire, rubandogli la sfera nel momento opportuno e segnare un gol che passerà alla storia e farà giurisprudenza. Troppo forte per essere lo straniero di coppa, passa alla Roma di Herrera e ne diventa in fretta il capitano. In giallorosso è una furia. Vince praticamente da solo la seconda Coppa Italia del club, risolvendo con una doppietta la pratica Cagliari e siglando, contro il Foggia, una rete talmente bella (un tiro a giro sul secondo palo da una posizione vicina alla riga di fondo) che fu applaudito anche dagli avversari. In una recente intervista Fabio Capello, suo compagno di squadra, ha dichiarato che, insieme a Cordova, Peirò é il compagno di team più forte con cuoi aver giocato. La scelta di Peirò avrebbe potuto cambiare le sorti europee della Roma. Tutto si ridusse in un lancio della monetina e lui, capitano sotto consiglio del Mago (come fai a non dare ascolto al Mago) prese la decisione sbagliata, ma questa é un'altra storia...