VoceMondiale - Curiosità e aneddoti in giallorosso...la Bosnia ed Erzegovina!

15.06.2014 22:45 di Luca d'Alessandro Twitter:    vedi letture
VoceMondiale - Curiosità e aneddoti in giallorosso...la Bosnia ed Erzegovina!
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© foto di Alberto Fornasari

Entusiasmo e voglia di stupire il mondo. Sono questi i punti di forza della Bosnia ed Erzegovina che debutterà al Mondiale contro l'Argentina di Messi, dopo essersi qualificata grazie al primo posto nel gruppo G della zona europea davanti a Grecia e Slovacchia, con 8 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta. 

LA ROSA -

Portieri: Asmir Begovic (Stoke City), Jasmin Fejzic (Aalen), Asmir Avdukic (Borac Banja Luka) 

Difensori: Emir Spahic (Bayer 04 Leverkusen), Toni Sunjic (Zorya Lugansk), Sead Kolasinac (Schalke 04), Ognjen Vranjes (Elazigspor), Ermin Bicakcic (Eintracht Braunschweig), Muhamed Besic (Ferencvaros) 

Centocampisti: Miralem Pjanic (Roma), Izet Hajrovic (Galatasaray), Mensur Mujdza (Freiburg), Haris Medunjanin (Gaziantepspor), Senad Lulic (Lazio), Anel Hadzic (Sturm Graz), Tino Sven Susic (Hajduk Split), Sejad Salihovic (Hoffenheim), Zvjezdan Misimovic (Guizhou Rehne), Senijad Ibricic (Erciyespor), Avdija Vršajevic (Hajduk Split) 

Attaccanti: Vedad Ibisevic (Stoccarda), Edin Džeko (Manchester City), Edin Visca (Istanbul BB)Bosnia 

IL MISTER - Safet Susic è un'autentica gloria nazionale. Ha disputato due Mondiali da calciatore con la Jugoslavia e nel novembre 2003, nei festeggiamenti per il 50º anniversario della UEFA, fu meritatamente nominato Golden Player dalla Federcalcio del suo paese come più forte giocatore bosniaco degli ultimi 50 anni. 4-2-3-1 il modulo scelto per esaltare i suoi. È talmente sicuro di sé che a domanda se dedicare una marcatura a uomo per limitare Messi ha risposto così: "Sacrificare un giocatore per francobollare Messi non credo sia una buona cosa per noi. L'uomo adatto ce l'avrei anche, è Muhamed Besic, ma è talmente in forma che sprecarlo così mi sembra sbagliato". L'ultimo arrivato in nazionale Tino Susic è il nipote del ct, ma non è un raccomandato, visto che lo volevano anche Belgio (con cui ha giocato a livello giovanile) e Croazia. Tino, che si considera  un ardente patriota  ha spiegato di considerarsi bosniaco e quindi di voler giocare solo nella nazionale di suo zio.

GIOCATORI CHIAVE - Squadra ricca di talenti che giocano regolarmente nei migliori campionati europei. Su tutti spicca però quello di Edin Dzeko, attaccante possente dal fiuto del gol eccezionale. Ibisevic, suo compagno di reparto capace di segnare gol acrobatici, è un altro di quelli da tenere d'occhio. Il giocatore con più classe è Miralem Pjanic, specialista nei calci piazzati e uomo assist della squadra.

STORIA - Staccatasi solo nel 1992 dalla Jugoslavia la Bosnia ed Erzegovina, (Terra di Erzeg per gli amanti dell'etimologia) inizierà a scrivere la propria storia calcistica in Brasile. Infatti si tratta della prima partecipazione a un Mondiale. Nel 2010 fu estromessa ai playoff dal Portogallo, che estromise, sempre ai playoff, la Bosnia ed Erzegovia anche dagli Europei del 2012. 

LA BOSNIA ED ERZEGOVINA E LA ROMA - In patria lo chiamano il piccolo principe e sono convinti possa essere il nuovo Totti. È il più giovane esordiente della Bosnia ed Erzegovina, avendo debuttato in nazionale a soli 18 anni. Miralem Pjanic ha già collezionato 99 presenze e 13 reti con la maglia della Roma. È l'unico acquisto della nuova proprietà a essere stato riconfermato dopo le prime stagioni fllimentari dalla società made in U.S.A. Un punto fermo per mister Garcia che, nella sua biografia, spiega di aver preferito vendere un altro talento come Lamela, invece di Miralem, e di voler puntare per il futuro sull'ex Lione tanto da averlo blindato di recente con un contratto degno di un top player di una big europea. Poliglotta, parla sei lingue, ha sempre raccontato la storia della sua famiglia costretta a scappare, causa la guerra, e ricominciare da zero. Da piccolo seguiva sui campi da gioco suo papà, calciatore anche lui. Ha avuto la possibilità di giocare per la Francia, ma la sua sfida era tornare protagonista nel suo Paese e regalare una gioia alla sua gente, portando la nazionale ai mondiali: missione compiuta.