VoceMondiale - Curiosità e aneddoti in giallorosso...l'Uruguay!
Dopo un inizio difficile nelle qualificazioni con due punti ottenuti su 18 a disposizione, la Celeste è stata costretta, anche se vista l'avversaria è stata più una formalità, al playoff contro la Giordania. Nel Girone D può sfruttare il calendario che, con un pareggio tra Italia-Inghilterra o meglio ancora una vittoria degli azzurri, e una sua vittoria contro la Costa Rica, le permetterebbe di gestire al meglio gli altri match in calendario.
LA ROSA
PORTIERI: Fernando Muslera (Galatasaray), Martin Silva (Vasco Da Gama/Brasile).
DIFENSORI: Diego Lugano (West Bromwich Albion), Diego Godin (Atletico Madrid), Josè Maria Gimenez (Atletico Madrid), Jorge Fucile (Porto), Alejandro Silva (Lanus), Maximiliano Pereira (Benfica), Martin Caceres (Juventus).
CENTROCAMPISTI: Walter Gargano (Parma), Diego Perez (Bologna), Egidio Arevalo Rios (Monarcas Morelia/Messico), Alvaro Gonzalez (Lazio), Alvaro Pereira (San Paolo/Brasile), Cristian Rodriguez (Atletico Madrid), Nicolas Lodeiro (Botafogo/Brasile), Gaston Ramirez (Southampton).
ATTACCANTI: Diego Forlan (Cerezo Osaka/Giappone), Luis Suarez (Liverpool), Edinson Cavani (Paris Saint-Germain), Abel Hernandez (Palermo).
IL MISTER - Oscar Whasington Tabarez, el maestro, è l'unico allenatore della storia ad avere guidato la Celeste in tre Mondiali (1990, 2010, 2014). Da buon insegnante ovunque ha allenato, ha lasciato magari ricordi negativi in termini di risultati, ma perle filosofiche come: "La maggiore soddisfazione è il cammino più del risultato finale" o "'Il risultato è potere. Per conservarlo bisogna produrre risultati. Progredire, e quindi essere progressisti, vuol dire superare la gabbia del risultato''.
GIOCATORI CHIAVE - Il capocannoniere della Premier League Luis Suarez è la stella della Celeste. Il sogno di mercato del Real Madrid ha però subito un intervento chirurgico al menisco e bisognerà vedere in che condizioni fisiche arriverà al mondiale. A formare una coppia letale nell'attacco uruguaiano è Edinson Cavani. Perno difensivo è il centrale dell'Atletico Madrid Diego Godin, molto abile a sfruttare il suo colpo di testa sui calci d'angolo.
STORIA - Dodicesima presenza alle fasi finali del Mondiale per la squadra che organizzò e vinse la prima Coppa del Mondo nel 1930. Successo bissato poi nel 1950 proprio in Brasile. Dopo i fasti degli albori del calcio, la Celeste sta rivivendo un buon momento che l'ha portata a raggiungere il quarto posto in Sud Africa 2010, vincere in Argentina l'ultima Copa America disputata.
L'URUGUAY E LA ROMA - La fortuna della storia del club giallorosso è anche quella di aver avuto tra le proprie fila due calciatori che hanno scritto con i loro gol un qualcosa di indelebile nel mondo del calcio. Se il i brasiliani vengono chiamati i verdeoro lo si deve proprio a loro e a quel Brasile-Uruguay 1-2 del 1950: il Maracanaço. Il primo è considerato el dios del fútbol, numero 17 della classifica dei calciatori del XX secolo. Per la mamma era semplicemente Pepe, per il mondo Juan Alberto Schiaffino. Un calciatore senza eguali che ha ricoperto tutti i ruoli fino a chiudere e reinventare il ruolo del libero, dotato di una tecnica e un'intelligenza mai vista prima su un campo di calcio: "Aveva un radar al posto del cervello", "Pareva nascondere torce elettriche nei piedi, illuminava e inventava il gioco con la semplicità propria dei grandi", alcuni dei commenti di quando sbarcò in Italia. Per i brasiliani "Schiaffino fu l'imprevisto che mise a tacere ogni nostra ambizione". Arrivò alla Roma dopo una trattativa molto chiacchierata, dal Milan, in età avanzata per gli ultimi due anni della propria carriera. Il fisico non lo sopporta più come un tempo e lui arretra a giocare da libero. È considerato il precursore del tackle in scivolata, gesto tecnico che gli permetteva di rubare la palla agli avversari intervenendo da dietro. Nessuno conosceva all'epoca questo tipo di azione, nemmeno gli arbitri che gli fischiavano spesso fallo. L'altro eroe del Maracanaço è Alcides Ghiggia, il campione del mondo più anziano ancora vivente, che con la Roma disputò ben 201 presenze, realizzando 19 reti. Ala destra eccezionale dal carattere molto particolare, arrivò alla Roma dopo una squalifica di otto mesi per aver aggredito l'arbitro, reo di avergli annullato un gol. Ma tutta la carriera è in quel gol al Maracanã: "Il mio gol dimostra che la storia si può cambiare in un secondo, che non c' è niente di già scritto, niente che non si possa scrivere un'altra volta. Io credo che il mio gol insegni a non arrendersi, a non dire mai tanto non ce la faccio finché l'arbitro non ha fischiato la fine. Ogni tanto ascolto la registrazione radiofonica della mia rete, la conservo a casa, e ogni volta mi commuovo. Solo tre persone sono riuscite a zittire il Maracanã: Frank Sinatra, Papa Giovanni Paolo II e io". Insieme nella Roma Ghiggia e Schiaffino vincono la Coppa delle Fiere 1960-61, tuttora l'unico trofeo internazionale vinto dalla società.