Vulpis: "Il Fondo Aabar ha i soldi per comprare la Roma"

14.07.2010 16:51 di  Guido Zeviani   vedi letture
Fonte: Teleradiostereo-1927
Vulpis: "Il Fondo Aabar ha i soldi per comprare la Roma"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Marcel Vulpis, direttore di sporteconomy.it, è intervenuto a Teleradiostereo, nella trasmissione "1927".

Che cos'è il Fondo Aabar? "E' un fondo sovrano che ha liquidità per acquistare la Roma, ma al momento siamo in una fase interlocutoria e bisogna esser cauti perchè la Roma è quotata in borsa".

Ci sono sviluppi possibili per l'azionariato popolare, dato anche il momento storico? "Per rendere fattibile l'azionariato popolare c'è bisogno di un presidente e di una dirigenza mentalmente aperti e ci deve essere volontà di sostenere il progetto, perchè occorre un legame tra un azionariato e la società stessa. Questo sarà il futuro dei club calcistici, ma in Italia ci sono pochi sbocchi per questi associazionismi diffusi. L'amministratore delegato di Rotschild è entrato in MyRoma (l'azionariato popolare romanista, ndr) perchè è appassionato ed attaccato alla squadra. Ma l'azionariato non è la panacea di ogni male".

C'è la possibilità di un meeting tra il fondo arabo e l'advisor? "Potrebbe esserci un incontro tra il Fondo Aabar e Rotschild Italia, anche perchè gli arabi sono azionisti di Unicredit (al 4,99%,ndr).  Però bisogna capire qual è il prezzo di As Roma".

Il prezzo non è stato fissato a 130 milioni? "Si, ma bisogna capire qual è il rapporto tra domanda e offerta e capire quanto il nuovo compratore possa mettere sul piatto per acquistare la Roma. C'è bisogno di un compratore, che sia affidabile e che faccia fare il salto di qualità al club, perchè i tifosi sono stanchi. Inoltre c'è anche un altro partner libico in Unicredit, che potrebbe esser coinvolto. Se io fossi in Alemanno, mi interesserei alla vicenda perchè questo fondo potrebbe investire anche per aiutare la Capitale, anche in vista delle Olimpiadi nel 2020".

Potrebbero esserci problemi tra il Vaticano ed eventuali imprenditori arabi? "No, non credo. Altrimenti saremmo nel Medioevo..."