Season Review - Pau Lopez
Arrivato in estate per prendere il posto di un deludente Robin Olsen, nella sua prima stagione in giallorosso Pau Lopez ha rispettato le aspettative riposte su di lui, dovute anche al considerevole investimento fatto dai giallorossi per prelevarlo dal Betis Siviglia. Lo spagnolo è diventato subito un punto fisso dell'undici di Fonseca, affermandosi anche come uno dei portieri più interessanti del campionato.
RENDIMENTO - L'inizio in giallorosso per il portiere spagnolo non è stato dei più facili. Arrivato per coprire un ruolo caldo, con la pesante eredità di Alisson ancora ingombrante e la delusione che ha accompagnato la stagione del suo predecessore, Robin Olsen, a costituire due macigni per l'ex Betis. Pau non si è fatto però intimorire, ha dimostrato sin da subito le sue abilità, nonostante l'avvio potesse costituire un pesante handicap per il portiere. Tanti i gol presi nelle prime uscite infatti. Tre subiti solo all'esordio col Genoa, dovuti principalmente però all'assetto difensivo ancora da rodare. Ma lo spagnolo sale presto in cattedra, dando un contributo essenziale alla prima vittoria esterna della Roma, contro il Bologna alla quarta giornata di campionato, con una parata sensazionale su Soriano, tre giorni dopo il primo clean sheet ottenuto in Europa League col Basaksehir. La prima rete inviolata in campionato arriva una settimana dopo, nella trasferta a Lecce.
Col passare della stagione cresce la solidità difensiva della squadra, con l'apporto significativo dell'estremo difensore. Dalla settima alla diciassettesima giornata di campionato la Roma subisce soltanto otto gol, prendendone due nello stesso match solo nella sconfitta a Parma. La concentrazione si rivela essere il punto di forza del portiere spagnolo, capace di rimanere sul pezzo anche quando la squadra subisce di meno. Ne sono un esempio i match contro Udinese e Brescia, dove la Roma è riuscita a vincere ampiamente, senza subire gol, grazie anche agli interventi del portiere sulle poche occasioni concesse. Nei due mesi che sono intercorsi dalla vittoria interna col Milan a quella esterna con la Fiorentina, in cui la squadra di Fonseca ha toccato vette mai più raggiunte nella stagione, Pau è anche stato parte attiva della costruzione di gioco della squadra. Grazie alla bravura coi piedi del portiere spagnolo, il tecnico portoghese ha potuto mettere in campo la propria idea di gioco, con la costruzione dal basso. Lo spagnolo si è reso spesso un palleggiatore aggiunto, aiutando a far muovere le linee del pressing avversario.
Qualcosa si è rotto poi con l'inizio del 2020, in tendenza col resto della squadra. Uno dei primi deficit è stato proprio quella costruzione del basso che aveva costituito un punto di forza. Gli errori tecnici sono aumentati, su tutti spicca quello di Jordan Veretout che ha portato al 2-0 della Juventus all'Olimpico. Col calo di tenuta mentale della squadra, giocare il pallone in zone così calde del campo è diventato un rischio spesso insostenibile, spesso la giocata veniva forzata, correndo molti pericoli. Tolta una prerogativa in costruzione del gioco, aumentando i lanci lunghi alla ricerca di un Dzeko spesso isolato, è stato spento uno dei punti di forza di Pau Lopez.
A livello individuale, poi, l'errore più pesante è arrivato nel momento peggiore, nel derby contro la Lazio. Un errore inspiegabile, ma che certamente si può perdonare a un ragazzo che molto spesso ha tolto le castagne dal fuoco, per ultimo l'intervento di appena una settimana prima su Goldaniga. Il paradosso è che sia arrivato insieme alla prestazione migliore della squadra, che stava vivendo un periodo complesso. Dal derby in poi, il buio totale, ma analizzare le prestazioni a livello individuale è davvero limitante visto che la squadra ha palesato innumerevoli problemi a livello organico e complessivo. Nove gol subiti in tre partite, poi la rivalsa con i due clean sheet contro Gent e Lecce, con la squadra che ritrova risultati e fiducia, anche se, a detta di Pau Lopez dopo la sconfitta di Bergamo, il problema non era di testa. Il campionato si è dovuto poi fermare per l'emergenza che sta influenzando questi giorni.
STATISTICHE - In questa stagione Pau Lopez ha collezionato 34 presenze totali, 25 in campionato, 7 in Europa League e due in Coppa Italia. Ha saltato per infortunio solo il match di San Siro con l'Inter, mentre per scelta tecnica è rimasto fuori nelle due sfide contro il Wolfsberg, anche se in quella di ritorno è dovuto entrare a mezz'ora dalla fine per rilevare l'infortunato Mirante. In queste 34 presenze lo spagnolo ha subito 43 gol, divisi in 35 in campionato, 5 in Europa League e 3 in Coppa Italia, tutti nella sfida dell'Allianz con la Juventus. Solo 9 i clean sheet, 5 in campionato contro Lecce, andata e ritorno, Brescia, Sampdoria e Udinese; 3 in Europa League, contro il Basaksehir, sia all'andata che al ritorno, e nel match d'andata contro il Gent. Ultimo in Coppa Italia contro il Parma. Tanti i gol subiti, ma lo spagnolo ha sempre risposto presente. Sono infatti 1,28 i gol subiti a partita, ma la statistica degli expected goals dice che avrebbe dovuto subirne 1,32. Ha quindi preso meno gol di quanto ci si sarebbe potuto aspettare, anche se di poco. I tanti gol subiti sono frutto della tenuta difensiva spesso vacillante della squadra, con lo spagnolo costretto a una media di 2,82 parate a partita. Le uscite a partita sono invece 1,36. Numeri poco confortanti anche per quanto riguarda i rigori, fondamentale su cui lo stesso portiere ha candidamente ammesso le proprie defezioni. Su 8 tiri dal dischetto affrontati, Pau Lopez ne ha neutralizzato solo uno, a Joao Pedro a Cagliari, prendendo però gol sulla ribattuta.