Roma Parma 17 giugno 2001: il giorno del trionfo... "Roma ha vinto!"
“C’era un sogno che era Roma, sarà realizzato!” è una delle frasi pronunciate da Russell Crowe ne “Il Gladiatore” film che nel 2000 spopolò nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Parole che, nel corso della stagione, ispirarono e fomentarono i tifosi fino al 17 giugno 2001 quando Roma giallorossa tornò a vincere e ad imporsi nel campionato italiano. Ben 18 anni sono trascorsi da quel maggio 1983 in cui la società capitolina, allora guidata dal presidente Viola, conquistò il suo secondo tricolore. Questa volta a capo dell’ A. S. Roma c’era Franco Sensi, massimo dirigente del club dal 1993. Per quest’impresa sulla panchina giallorossa era stato voluto Fabio Capello, già vincitore di ben 4 campionati con il Milan e 1 nella Liga spagnola con il Real Madrid. Era il suo secondo anno come allenatore della Roma, il cui ambiente già conosceva per aver militato come calciatore alla fine degli anni sessanta per poi essere ceduto, con grande dolore della tifoseria, alla Juve allenata da Picchi. Nell’estate del 2000 gli arrivi di Batistuta, Samuel ed Emerson completarono una rosa altamente competitiva e l’obiettivo, dichiarato o meno, era quello di rinverdire i fasti della Roma di Viola. Un torneo, il 2000 – ’01 vissuto sempre in cima alla classifica, dettando legge ovunque e dominando le avversarie con un gioco brillante, mostrando in ogni occasione un carattere tenace e combattivo che l’allenatore giallorosso riuscì a trasmettere ai propri uomini. Si arrivò all’ultima giornata con un vantaggio di due punti sulla prima inseguitrice, la Juve, e l’ultimo scoglio era costituito dalla gara con il Parma, squadra che ormai non aveva più nulla da pretendere dalla stagione. Il risultato finale fu un 3-1 che non lasciò dubbi: Roma regina del campionato ed il popolo romanista impazzito di gioia invase le strade della capitale. “90% merito del tecnico, 90% dei giocatori e, credetemi, i conti quadrano perfettamente…” queste le parole del presidente Sensi al termine della gara; la sua Roma ha dominato il torneo e meritatamente stava raccogliendo i complimenti del mondo calcistico. “Questo campionato non l’hanno perso le altre, lo abbiamo vinto noi…” così commentò il tecnico Capello che proseguì: “…Questo scudetto è stato forse il più sofferto perché vincere a Roma non è facile…”. C’era una volta… ci sarà ancora.
LA GARA Per questo scontro decisivo mister Capello schiera: Antonioli, Zebina, Samuel, Zago, Cafu, Tommasi, Emerson, Candela, Totti, Batistuta, Montella. Il Parma si oppone con: Buffon, Thuram, F. Cannavaro, P. Cannavaro, Sartor, Almeyda, Sensini, Falsini, Fuser, Milosevic, di Vaio. Arbitra l’incontro il signor Braschi di Prato. 80.000 bandiere giallorosse sventolano all’ingresso in campo dei calciatori; il sostegno dei tifosi romanisti rende bollente questo caldo pomeriggio di giugno. Inizia la partita e Roma subito in avanti sfiorando il gol in un paio di occasioni. 19° la svolta: Candela riceve da Tommasi; vinto un contrasto scodella al centro dove il capitano Totti con un destro di rara potenza infila la porta di Buffon. Roma in vantaggio. Reagisce il Parma che con gli ex biancocelesti Almeyda, di Vaio, Sensini e Fuser vorrebbe stroncare la festa giallorossa. La Roma sfiora il gol in un paio di occasioni con Batigol e Montella. 39° Emerson raccoglie nella metà campo giallorossa e libera Batistuta che parte velocissimo in contropiede. L’argentino entra in area e calcia ma Buffon respinge proprio sui piedi dell’”Aeroplanino” Montella che non perdona. Raddoppio romanista. Tra i tifosi impazza la festa ma gli uomini in campo restano concentratissimi; mister Capello, giustamente, non ammette cali di tensione. Batistuta sfiora il gol sul finale del tempo ed in apertura di ripresa ma Buffon è sempre all’altezza e rinvia il momento del sigillo del “Re Leone”. 13° da Totti a Batistuta che di testa serve Montella in piena area. “Top Gun” si libera della marcatura e con un destro a girare infila Buffon. L’Olimpico impazzisce di gioia ma Braschi, dietro segnalazione del guardialinee Ivaldi annulla per un fuorigioco inesistente; incredibile svista della terna arbitrale che nega la doppietta a Montella. La Roma continua ad attaccare ed al 33° finalmente Batistuta firma il suo ventesimo successo personale in questa stagione indimenticabile. 3-0 e diventa difficile contenere la festa romanista.Nella ripresa entrano in campo Mangone, Delvecchio e Nakata in sostituzione rispettivamente di Zebina, Batistuta e Montella. Nel Parma entrano a far parte della gara Amoroso al posto di Sartor, Boghossian per Fuser e Benarrivo rimpiazza Almeyda. Al 37° di Vaio segna il gol della bandiera per il Parma e due minuti dopo si assiste ad un’invasione di campo di un migliaio di tifosi. Giocatori spogliati per il desiderio di prelevare souvenirs di questa gara e mister Capello, energico come sempre, aiuta le forze dell’ordine a ricacciare i tifosi fuori dal rettangolo di gioco. Momenti di tensione visto che la gara non è ancora terminata ma dopo 13 minuti si riprende. Al 90° esatto, senza il recupero apparso decisamente inutile visto che il Parma non ha più le forze e le motivazioni per tentare l’impresa arriva il fischio finale dell’arbitro Braschi: 3-1 e Roma campione d’Italia. Grazie Roma a tutto volume dagli altoparlanti: che la festa giallorossa abbia inizio.