Lecce - Roma 1990: la Roma di Radice mette fine all'imbattibilità del Via del Mare

07.04.2012 10:00 di Massimiliano Spalluto   vedi letture
Lecce - Roma 1990: la Roma di Radice mette fine all'imbattibilità del Via del Mare
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Anno difficile quel 1989 – ’90, come aveva preannunciato ai tifosi il presidente Viola. Già le premesse non furono delle migliori; eliminata  dalle coppe dopo lo spareggio con la Fiorentina (condannata dalla rete dell’ex bomber Pruzzo) per la Roma la stagione si profilava faticosa e irta di ostacoli, primo fra tutti l’esilio forzato al Flaminio per le partite casalinghe. Lo stadio Olimpico inutilizzabile perchè sottoposto ai lavori in vista di Italia ’90 e l’assenza dalle coppe europee, infatti, ridimensionarono le pretese per quell’annata. La guida tecnica venne affidata a Gigi Radice che, malgrado le avversità, riuscì a condurre in porto una stagione positiva terminando al sesto posto e conseguendo una meritatissima qualificazione per la Coppa UEFA dell’anno seguente. Le soddisfazioni non mancarono: la Roma riuscì ad aggiudicarsi il derby di ritorno con un gol del “tedesco che vola” e, nella gara interna, sconfisse la Juventus con una rete di Desideri. Nel girone di ritorno i giallorossi andarono a far visita al Lecce compiendo una piccola impresa vista l’imbattibilità che i salentini vantavano da circa 14 mesi; l’ultima sconfitta interna l’avevano subita il 31 dicembre 1988 contro l’Inter. In quel Lecce militavano Luigi Garzya e Francesco Moriero che,  in futuro, il primo nel ’91 ed il secondo nel ‘94, indosseranno la casacca giallorossa capitolina. In panchina c'era il romano Carlo Mazzone che non ha mai fatto un segreto della sua fede romanista. Anche lui nel 1993 approderà a Trigoria realizzando il sogno di una vita, poter allenare la sua Roma. Tra i pugliesi anche una vecchia conoscenza dei tifosi della capitale: Ubaldo Righetti  che non potrà scendere in campo contro i suoi ex compagni per via di un infortunio.
Si giocava la decima giornata del girone di ritorno, 27° turno del campionato 1989 – ’90. Era il 4 marzo 1990.

LA GARA Il Lecce schiera: Terraneo, Garzya, Ferri, Conte, Levanto, Carannante, Moriero, Barbas, Pasculli, Benedetti, Vincze. Risponde la Roma con: Cervone, Tempestilli, Nela, Gerolin, Berthold, Comi, Conti, Di Mauro, Voeller, Giannini, Baldieri. Arbitro designato il signor Beschin di Legnago. Nel Lecce assente l’ex Righetti oltre a Marino e Miggiano. Dopo una rete annullata a Pasculli per evidente fallo di mano di Benedetti la Roma passa in vantaggio. da Berthold a Di Mauro, lancio preciso per Gerolin. Avanza il romanista e conclude in rete con un secco rasoterra, 0-1. 13° la Roma prende il largo. Rilancio di Cervone raccolto da Voeller. Il centravanti tedesco, ostacolato da Garzya e Benedetti, riesce a far partire un tiro potente che non dà scampo a Terraneo, battuto per la seconda volta nel primo quarto d’ora di gioco. La Roma amministra bene fino al 41° quando un fallo di mano in area di Conti provoca il rigore per i giallorossi salentini. S’incarica della trasformazione Pasculli ma Cervone neutralizza. Quarto penalty respinto dal portiere capitolino in questa stagione. Finisce il primo tempo con il doppio vantaggio degli uomini di Radice. Inizia la ripresa e Virdis rileva Conte tra i pugliesi. I giallorossi del presidente Viola amministrano bene senza mai correre pericoli a parte una punizione di Barbas neutralizzata da Cervone. Trovano spazio nel finale anche Rizzitelli e Piacentini che rimpiazzano rispettivamente Baldieri e Conti. Nulla più fino al termine, 0-2 il risultato finale.