Genoa-Roma 8 maggio 1983: il sogno diventa realtà
“Questo scudetto consente ai tifosi romanisti di allontanare un incubo e di uscire dalla prigionia di un sogno” questo il commento del presidente Viola al termine della gara che premiò la sua capacità di programmare e di dar vita, seguendo le sue parole, ad un sogno a lungo inseguito dai tifosi della Roma. Era dal giugno 1942 che Roma giallorossa aspettava questo momento; quarant’anni sono trascorsi nell’attesa di tornare a primeggiare nel campionato italiano. Dopo aver sfiorato l’impresa due anni prima, secondo anno dell’era Viola, finalmente la meta è stata raggiunta. A guidare la sua creatura al trionfo c’era il tecnico fortemente voluto dal massimo dirigente romanista, quel Nils Liedholm che a Milano aveva vinto lo “scudetto della stella”, la decima affermazione per i rossoneri. Un allenatore dallo stile impeccabile e signorile tanto da meritarsi l’appellativo di “barone”. In quei momenti di festeggiamenti per i giallorossi il presidente aveva già in mente gli accorgimenti per rendere la Roma competitiva anche sul fronte europeo; c’era un altro obiettivo per cui combattere ed altri avversari da affrontare. Da uomo d’azione qual era sottolineò: “Noi abbiamo il vizio di migliorare ogni anno ed ora dovremo pensare anche alla coppa dei Campioni”. A breve avrebbe risolto la vicenda del rinnovo del contratto dell’asso brasiliano Falcao, questione che creava apprensione tra i supporters romanisti. Proprio Falcao, al termine della gara di Genova, quell’8 maggio del 1983, attribuì ai tifosi il 67% del merito della vittoria del campionato assegnando solo il 33% ai giocatori, riconoscendo, quindi, il ruolo determinante svolto da una tifoseria da sempre vicinissima ai propri beniamini. Sentimenti particolari per i 3 “ex” che avevano indossato la maglia del Genoa in stagioni precedenti: Conti, Pruzzo e Nela. In particolare per gli ultimi 2 che, oltre ad aver militato nelle fila del Genoa, sono anche nati nella città della Lanterna; per la precisione Pruzzo a Crocefieschi e Nela a Rapallo. Il Bomber, autore del gol nella gara decisiva, dichiarò: “Il gol mi ha dato un immenso piacere perché era più grande la voglia di scudetto che il dispiacere che potevo provare per il Genoa”; al Genoa serviva un pareggio per potersi allontanare definitivamente dalla zona retrocessione. Nela, assieme a Carletto Ancelotti, si è dichiarato soddisfatto per la doppia festa. Al seguito della squadra in questa trasferta storica anche il portierone della Roma scudettata del 1942, Guido Masetti. Dopo pochi giorni Masetti regalò pubblicamente un cimelio di quel primo scudetto al suo “successore” Franco Tancredi che, a sua volta, donò alla società l’oggetto.
LA GARA Il Genoa schiera: Martina, Faccenda, Testoni, Corti, Onofri, Chiodini, Viola, Peters, Fiorini, P. Iachini, Briaschi. La Roma di Mister Liedholm si presenta a quest’importante appuntamento con la storia con: Tancredi, Nappi, Vierchowod, Righetti, Falcão, Nela, Chierico, Ancelotti, Pruzzo, di Bartolomei, B. Conti. Arbitra l’incontro il signor D’Elia di Salerno. Partita dominata dalla Roma nei primi venti minuti. 19° calcio d’angolo battuto da Bruno Conti. Parabola insidiosa e sulla linea respinge Martina. La difesa rossoblu allontana ma raccoglie capitan di Bartolomei, cross in area raccolto da “Bomber” Pruzzo che di testa infila il portiere genoano mettendo la firma nella giornata decisiva. Roma in vantaggio. La gara è viva. Si arriva al 41°: calcio d’angolo per i padroni di casa. La palla spiove in area e Fiorini di testa batte Tancredi: parità. Si va al riposo con un pareggio atteso da entrambe le tifoserie. Il secondo tempo scorre senza grandi sconvolgimenti; il pari va bene alle due squadre e l’unico pensiero, specie nei minuti finali, è quello di riuscire a sfuggire all’abbraccio dei tifosi che stanno preparando un’invasione attesa 40 anni. In campo Gigi Simoni, allenatore genoano, fa entrare Antonelli per Viola e Vandereycken in sostituzione dell’autore del gol, Fiorini. Al 90° preciso, più o meno, arriva il fischio finale dell’arbitro D’Elia, il cordone organizzato dalle forze dell’ordine si spezza e tifosi genoani e romanisti si incontrano al centro del campo per festeggiare insieme la salvezza per i rossoblu e il tricolore per i capitolini, capolavoro del presidente Viola e dell’allenatore Liedholm. 1-1 il risultato finale, 6-3 i corners per la Roma, ma sono dettagli: ora si pensa solo a gioire. Roma 41 punti, Juve 38 giallorossi campioni d’Italia con una giornata d’anticipo.