Tempestilli: "Tornerei alla Roma senza Fienga e altri personaggi squallidi"
Antonio Tempestilli, ex giocatore, della Roma, ha parlato ai microfoni di Non è la Radio e Tele Lazio Nord, del suo addio al club giallorosso:
Hai la sensazione che a questi giocatori giallorossi manchi un po’ di grinta e di cattiveria?
“È stato il leitmotiv della stagione. Evidentemente manca qualcosa. Non è facile da fuori giudicare. È fondamentale, nel momento in cui avvengono determinate cose, avere una dirigenza forte che si faccia sentire e che metta i giocatori di fronte alla realtà. Non è che se si vince il derby si salva una stagione, l’annata è stata negativa ed è davanti agli occhi di tutti. Il derby a Roma è sentitissimo e nel momento in cui la Lazio si sta giocando ancora la possibilità di andare in Champions, togliergliela vincendo il derby darebbe una soddisfazione ai tifosi. Però credo che sarebbe molto riduttivo dover pensare solo a questo. Io credo che bisogna pensare in grande. Il derby è una partita importantissima ma poi alla fine sono importanti tutte le gare. Se vinci il derby e poi perdi contro le squadre più piccole, lascia tutto il tempo che trova. Secondo me quest’anno la dirigenza purtroppo è mancata, adesso sembra che i Friedkin stiano facendo le cose nella maniera giusta e quindi ci sono tutte le aspettative per il futuro positive”.
Hai avuto modo di risentire qualcuno della dirigenza della Roma?
“Io non ho sentito più nessuno perché non sono rimasto in buoni rapporti con l’ultima dirigenza, non tanto con Pallotta perché con lui ho un buon rapporto. Purtroppo Pallotta ha sbagliato, io gliel’ho detto e se n’é reso conto, a mettere delle persone a gestire la società. Di calcio non sapevano nulla, ne facevano di necessità virtù ma di calcio proprio niente e quindi si sono trovati in una situazione difficile. Io non ero d’accordo su tante cose, sono un bastian contrario e quindi si è rotto il rapporto. Io sono andato via dalla Roma, ci tengo a sottolinearlo, perché sono un rompicoglioni. Sono uno scomodo che non le manda a dire, queste sono state le situazioni. Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Sono orgoglioso di aver fatto parte di questa società. Non sputo nel piatto dove mangio ma questi personaggi sicuramente non sono gente che ama la Roma. Pensano solo a loro stessi e questo è quello che mi fa più male. Nella vita c’è sempre un inizio e una fine per tutto. Avrei preferito terminare in un’altra maniera però è andata così. Mi dispiace. Sono legato alla Roma e le auguro tutto il meglio possibile e immaginabile per il futuro. Sono convinto che con questa proprietà, a quanto pare, le cose si stanno facendo nel modo giusto. C’è da auspicarsi un futuro roseo per la Roma, sicuramente non sarà nell’immediato ma a medio termine le cose saranno fatte nel migliore dei modi per raggiungere dei risultati”.
Con Mourinho potremo rivederti alla Roma?
“Io tornerei, no di corsa, farei le capriole, ma non ci dovrebbero esserci certi personaggi questo è poco ma sicuro. Il mio amore per la Roma è incondizionato. Non potrà avvenire finché ci saranno queste persone. Ci sono ancora dei dirigenti purtroppo, c’è un amministratore delegato che si chiama Fienga e altri personaggi squallidi che non voglio nominare. Questo è. Io alla Roma auguro tutto il bene”.
Fienga ha più responsabilità di Monchi?
“Sono due situazioni diverse. Non è che il mercato lo facesse Fienga però nell’individuare i personaggi sicuramente è venuto meno”.
Tu hai vissuto la questione Spalletti-Totti. In questa stagione è tornato fuori il suo nome per la panchina della Roma. Che effetto ti fa sentire il nome di Spalletti?
“Un effetto positivo, Luciano Spalletti è un ottimo allenatore e una brava persona. Al di là del carattere e dei difetti di ognuno di noi, tutti possono commettere degli errori. Come li commette Luciano Spalletti, li commette Antonio Tempestilli e li commette anche Francesco Totti. Credo che a 360° posso dire che Spalletti è un grande allenatore. Il dispiacere più grande è quello di aver visto degenerare una situazione tra Francesco e Luciano che erano due personaggi che hanno dato tanto alla Roma ed erano talmente legati che poi, per una serie di circostanze, si è andato ad inclinare un po’ il rapporto. Purtroppo tante volte ci sono degli screzi per delle stupidaggine e delle piccole cose. Tra persone intelligenti dopo aver vissuto e trascorso tante cose insieme, momenti belli e brutti, si deve mettere tutto da parte e riconciliarsi. Penso che sia la cosa più bella che possa accadere”.
È successo qualcosa con Fienga? Credi che il suo operato possa inficiare anche sulla prossima stagione?
“Non mi permetto di entrare in questo discorso. Non potrei saperlo, mi auguro di no. Pensando che purtroppo le cose non sono andate abbastanza bene nel momento che lui ha gestito determinate situazioni. Ora vedo che per quanto riguarda la parte sportiva c’è Tiago Pinto che segue tutto e credo che sia lui il responsabile sotto l’aspetto sportivo. Gli auguro di poter ottenere tutti gli obiettivi che lui si prefigge. Sembra una persona valida e capace, già l’ha dimostrato portando a termine il colpo Mourinho”.
Pallotta ci ha messo anche del suo?
“Io credo che il segreto sia individuare le persone giuste e metterle al posto giusto. I presidenti, a differenza dei Friedkin che sono sempre presenti a Roma, non sono sempre presenti ma individuano dei manager, delle persone valide, questo è il segreto. Pallotta è uno che gli piace scherzare e fare le battute anche in queste circostanze. Però credetemi era uno che ci credeva alla Roma. Ha commesso degli errori ovviamente, nessuno sta qui ad incensarlo”.
Buffon accostato alla Roma, come lo vedi?
“Io se fossi nella dirigenza romanista non punterei su Buffon. È stato il più forte portiere a livello mondiale, ma c’é sempre un inizio e una fine. Se devo fare una programmazione preferirei puntare su un calciatore che può dare garanzie nell’immediato e nel futuro. Se devo dare un giudizio dall’esterno direi questo. Poi dopo le valutazioni vanno fatte consultandosi con la proprietà, capire il budget. Sono tante le situazioni, è difficile dover dare un giudizio”.