Cambio Campo - Turco: "Il Torino deve far valere l'orgoglio per provare a far punti all'Olimpico. La Roma fa il miglior calcio d'Italia, la sua forza è l'umilità"
Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.
L'ospite di oggi è Fabrizio Turco, giornalista de La Repubblica, con il quale abbiamo parlato di Roma-Torino.
Che match si aspetta? Il Torino ha qualche speranza di fare punti all’Olimpico?
"Con la situazione che ha il Torino, la squadra deve iniziare a pensare in modo diverso rispetto a qualche tempio fa. Il Torino è completamente invischiato nella lotta salvezza e deve cercare di portare a casa punti ovunque. Non ci sono partite impossibili, soprattutto per chi deve rimettere a posto la classifica con impellenza. In questo momento quella con la Roma è la peggiore partita che potesse capitare ai granata, ma il Torino non può non pensare di andare a Roma senza cercare di prendere qualche punto. C'è da dire che il Torino finora ha fatto le migliori partite quando è stato attaccato, come con Inter e Juventus. Sono state le partite più convincenti dell'ultimo periodo e da lì Giampaolo deve ripartire".
Che armi può avere il Torino per far male alla Roma?
"Dire Belotti è scontato, è l'unico giocatore che sta rispondendo alle sollecitazioni dell'ambiente. Al di là del singolo, le armi sono quelli dell'orgoglio e dello spirito, che fanno parte della storia del Torino ma che ora stanno mancando"
È un’ultima chiamata per Giampaolo?
"Non lo è, lo ha anche detto Cairo dopo l'Udinese, per alcuni motivi specifici, su tutti il calendario fitto e quindi fino a Natale Giampaolo resterà, poi chiaramente conteranno i risultati e i punti e ora la classifica è imbarazzante".
Cosa non sta funzionando nel Torino, problema tecnico-tattico o di testa, viste le tante rimonte?
"Sicuramente la testa incide tantissimo, ma le due cose sono un po' collegate: quando hai poche certezze dal punto di vista del gioco paghi dal punto di vista psicologico e quando hai difficoltà psicologiche fai fatica a fare gioco. In questo momento nel Torino non funziona nulla e i risultati si vedono in campo".
Spaventa lo spettro della retrocessione o crede che prima o poi il Torino troverà la forza di far valore il tasso tecnico superiore della rosa?
"Sperare che il Torino abbia bene in mente lo spettro della retrocessione, se così non fosse sarebbe doppiamente pericoloso, sarebbe una mancata presa di coscienza del momento che si sta vivendo. Un momento che va avanti da tanto, l'ultima vittoria convincente del Torino risale al 5 di gennaio, proprio a Roma contro i giallorossi. A inizio 2020 dopo la vittoria a Roma il Torino ha battuto il Bologna e poi è successo di tutto. La squadra è completamente in crisi di fiducia e di convinzioni, non ha certezza sotto l'aspetto del gioco. In questo 2020 è successo di tutto, lo spettro della retrocessione deve essere ben chiaro per capire che ci sarà da lottare fino all'ultimo. Se così non fosse sarebbe molto preoccupante. I tifosi hanno capito benissimo, c'è da augurarsi che lo capiscano anche i giocatori".
Che percezione ha della Roma? Pensa che possa fare un campionato di testa?
"Questa è la domanda che mi faccio spesso, mi chiedo se la Roma possa andare fino in fondo. La percezione che si ha della Roma da lontano è che faccia il miglior calcio d'Italia, se saprà andare avanti con quanto spirito umile e con questa convinzione fino alla fine, tutte le squadre che vorranno vincere lo Scudetto dovranno fare i conti con la Roma. Questa è una Roma umile, più proletaria rispetto ad altre squadre del passato più altisonanti, e ha ampi margini di crescita".
Un giocatore che toglierebbe ai giallorossi?
"Uno solo è difficile da indicare. Il fatto è che quando una squadra gira come sta facendo la Roma non si ferma togliendo un giocatore. La Roma oggi non ha il campionissimo alla Totti, che senza di lui la squadra si limita. La Roma è potente sotto ogni punto di vista e in ogni settore del campo, quindi il Tortino dovrà giocare da squadra per cercare di limitare la forza della Roma, Nei giallorossi non è un giocatore che fa la differenza, ma è il complesso di squadra".