Mou e Pinto lo difendono, l’Inter lo “dimentica” a modo suo: Lukaku vuole rispondere sul campo

28.10.2023 22:55 di  Emiliano Tomasini  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Emiliano Tomasini
Mou e Pinto lo difendono, l’Inter lo “dimentica” a modo suo: Lukaku vuole rispondere sul campo
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Da calciopoli in poi Inter-Roma è diventata una partita sempre più sentita, ma mai come questa volta nei giorni che hanno preceduto la gara si è respirata un’atmosfera di tensione. A scaldare la situazione, neanche a dirlo, è chiaramente la questione Lukaku. I tifosi dell’Inter erano pronti ad “accogliere” il belga con circa trentamila fischietti, che però non potranno entrare a San Siro. La sensazione, comunque, è che riusciranno a farsi sentire anche senza fischietti. Il ritorno di Lukaku a Milano, però, non riguarda solamente i tifosi nerazzurri, che – anche comprensibilmente – sono rimasti delusi dall’addio di Lukaku e dalle modalità in cui questo è avvenuto. A fare notizia, infatti, è che del ritorno a San Siro del belga ne stiano parlando (e anche tanto) le due dirigenze, allenatori e giocatori di Inter e Roma.

LA DIFESA DI PINTO: "ABBIAMO UN PESO SOCIALE" - L’ultimo, in ordine di tempo, a parlarne è stato Tiago Pinto. Con le sue parole, il General Manager romanista ha voluto sottolineare che si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso da parte della dirigenza dell’Inter: “Romelu è un trascinatore, ha un cuore d’oro. Sicuramente è qui per fare il bene per la squadra. Tutti noi abbiamo una responsabilità sociale molto grande, ma chi alimenta l’odio fa il male del calcio. Chi cerca di alimentare la folla contro Lukaku sono gli stessi che un anno fa celebravano la scelta di Mkhitaryan, due anni fa esaltavano l’arrivo di Dzeko. Pensiamoci bene quando parliamo, perché abbiamo un grosso peso sociale”.

MAROTTA: "LUKAKU È IL PASSATO" - Ma a chi si riferiva Pinto? Probabilmente a Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter. Lo scorso 19 ottobre Marotta ha dichiarato: “È il passato, Lukaku è il passato. Non c’è una componente societaria che ancora pensi a lui. Nessuno, dico nessuno". Qualche giorno prima (il 14 ottobre) il dirigente nerazzurro aveva però detto: "Di queste dinamiche di mercato ne ho viste tante e non mi stupisco più. La fiducia a volte può tramutarsi in sfiducia e poi delusione. Nel calcio il Dio denaro lo fa da padrone, dico che per quanto riguarda l’Inter fa parte del passato recente. Ma è passato, noi guardiamo al futuro. Lukaku sarà libero di dire le sue verità, ci mancherebbe. Non credo che la panchina nella finale di Champions League possa aver influito nella sua scelta anche perché c’era da parte nostra riconoscenza, rispetto e fiducia. La polemica è sterile e non vogliamo caderci. In vista della partita contro la Roma so dei tantissimi fischietti, consideriamola una situazione che va gestita bene. Meglio fare il tifo per i nostri calciatori però capisco che il tifoso ha diritto in maniera civile di criticare. Fra Icardi e Lukaku? Mah….viste come sono andate le cose a questo punto scelgo Icardi”.

ANCORA MAROTTA - Ancora prima, il 25 settembre, lo stesso Marotta aveva ribadito: “Ci siamo rimasti male, avevamo instaurato un rapporto molto caloroso, pieno di affetto con lui. Siamo stati abili a trovare alternative, di conseguenza Lukaku fa parte del passato, di un mondo calcistico assolutamente strano dal punto di vista dei rapporti. Adeguiamoci a quello che è successo. L'Inter esiste da 100 anni, bisogna andare avanti con altri soggetti protagonisti”. In un mese, quindi, Marotta ha detto tre volte che l’Inter ha dimenticato Lukaku. È quantomeno strano, quindi, parlarne tre volte in meno di un mese e in tutte e tre le occasioni sottolineare la delusione provata. Atteggiamento, questo, che non sembra esattamente quello di una persona che è riuscita a dimenticare.

MOU DIFENDE LUKAKU E SI DICE SORPRESO - Prima di Pinto, anche José Mourinho era intervenuto in difesa del suo giocatore: “Non sapevo che Lukaku fosse così importante a Milano, perché quello che ha fatto: vincere lo scudetto, due coppe, una supercoppa lo hanno fatto 200 giocatori nell'Inter. Dopo è interessante da vedere perché Lukaku che va dall'Inter alla Roma per aiutare il suo mister è un dramma, però Calhanoglu è andato dal Milan all'Inter ed è una meraviglia. Anni fa Cannavaro andava dall'Inter alla Juve e no-problem, Vieri dall’Inter al Milan no-problem, Lukaku dall'Inter alla Roma è un problema. Non pensavo fosse così importante per l’Inter, per me è una sorpresa”.

DIMARCO PARLA A CUORE APERTO, LAUTARO NON RISPONDE - A differenza di Marotta, i giocatori dell’Inter che hanno parlato di Lukaku sono stati meno critici nei confronti del belga. Dimarco ha ammesso di essere rimasto male per quanto avvenuto, senza però attaccare il belga: “Ci sono rimasto male perché sono stato vicino a lui tutto l'anno. Un po' più sul personale, non voglio entrare nel merito perché gioca in un'altra squadra”. Lautaro, invece, ha preferito direttamente non parlare più del suo ex compagno di reparto. Quando gli è stato chiesto se Thuram fosse riuscito a fargli dimenticare Lukaku, l’argentino si è limitato a dire: “Mi trovo benissimo con Marcus”.

ROMELU VUOLE RISPONDERE SUL CAMPO - Tra le tante voci, quella che manca è proprio quella del protagonista della vicena: Romelu Lukaku. L’attaccante giallorosso al momento non ha ancora raccontato la sua verità, ma – parlando in conferenza stampa dal ritiro del Belgio – lo scorso 12 ottobre ha dichiarato: “La maggior parte delle persone in sala mi conosce. Sapete che non mi piace girare intorno a un argomento. Parlerò per tempo, ma se dicessi davvero come è andata l'estate scorsa, tutti rimarrebbero scioccati. Ci sono stati momenti in cui ho pensato davvero di poter esplodere, cinque anni fa probabilmente lo avrei fatto. Ora mi sono concentrato su quello che so fare meglio: giocare a calcio. Ho lavorato duro tutta l'estate”. In attesa delle parole di Lukaku, c’è una partita da giocare e da provare a vincere. Poche parole e tanti fatti: ancora una volta, Romelu proverà a parlare con i suoi gol e a rispondere sul campo.