Galderisi: "Luis Enrique non si nasconderà a Torino, ma la Juve ha qualcosa in più della Roma"
L'ex juventino Giuseppe Galderisi è intervenuto ai microfoni di Radio Ies per esprimere il proprio giudizio sul match di domani sera tra i bianconeri e la Roma. Ecco le sue parole.
Juventus-Roma, può essere l’ultima tra Totti e Del Piero.
“Aldilà della qualità di questi due giocatori, per la capacità che hanno, la personalità, il modo, sono giocatori che danno dei segnali importanti al calcio attuale e che sono fondamentali per le persone che crescono negli ideali in un sogno. Da bambino ero innamorato di Cordova, e purtroppo sono punti di riferimento che col tempo stiamo perdendo nel calcio italiano e in generale. Nella vita si stanno perdendo i punti di riferimento perché tutto va e viene bruciato velocemente. Ci sono delle cose che invece vanno consolidate per dare possibilità a chi crede di appoggiarsi su questi punti di riferimento”.
Giudizio su Luis Enrique.
“Ero molto dubbioso su Luis Enrique. Ho avuto il piacere di incontrarlo a Coverciano e mi ha toccato, mi ha impressionato come persona. Ha la giusta personalità e umiltà per trasmettere sempre qualcosa di vero. Ultimamente sto seguendo la Roma perché ha un'idea di calcio, che si intravedeva, ma era presa un pochettino alla leggerezza, perché la nostra cultura non accetta i cambiamenti radicali e un po perché eravamo tutti con il dito puntato. Conoscendo Luis Enrique, la sua filosofia, la sua capacità di gestione, di esprimersi e trasmettere, credo che la Roma quest’anno sta facendo una cosa importante, sta buttando basi solide, nonostante momenti topici e qualche sconfitta importante che ha fatto traballare il progetto. Io sarei contento se fossi un tifoso della Roma in questo momento”.
Giudizio sulla Roma.
“La Roma è molto brava nella fase di possesso, ha sempre tanti giocatori pronti a partecipare alla fase di gioco, c’è sempre molta propensione offensiva. In effetti nelle fasi di non possesso palla, nel momento in cui perde la palla, la Roma si trova un pochettino non equilibrata in certi momenti. Credo che bisogna fare un passo indietro: è la mentalità che tu dai ad una squadra, l’accorgimento di un movimento di un giocatore o l’equilibrio che si da alla squadra, si trova solamente con la continuità del lavoro. La mentalità no, la devi trasmettere e la Roma ha una bella personalità. In queste costruzioni così complicate, diventa quasi impossibile che uno come Luis Enrique ce la potesse fare, però devo dire che mi ricredo e lo seguo con molta attenzione, perché noi allenatori abbiamo sempre qualcosa da imparare, da crescere, da sviluppare”.
La Juventus potrebbe soffrire la tensione del match?
“Succedono spesso e volentieri in tutti i contesti. Basti pensare a Roma-Lecce, che mi è rimasta impressa. Credo che quest’anno la Juventus abbia una marcia in più nella convinzione. Tutto quello che è stato trasmesso, è stato recepito e nei momenti negativi, i difetti sono stati risolti con il colpo del singolo. Potrebbe perdere per la troppa euforia e entusiasmo, ma non per il braccino corto. La Roma ha meno da perdere, c’è quella consapevolezza di poter rischiare un po di più, e per mentalità non credo che Luis Enrique si vada a nascondere a Torino. Da queste partite può nascere qualcosa di importante, anche se devo ammettere che la Juventus ha qualcosa in più in questo momento”.
Conte?
“Il suo Bari era mostruoso, per idee, tattiche, velocità e caratteristiche. Il bravo allenatore è quello che cambia in corso, ad inizio anno dubitavo che potesse cambiare e l’ha fatto cambiando spesso modulo e questo è merito dei giocatori che sono stati bravi a recepire. Ha trovato il buon impatto con l’ambiente dove c’è grande voglia di applicarsi a quello che lui dice”.
Nella sua squadra ideale avrebbe puntato su questi giocatori?
“Quando vedo la Roma mi fermo. Luis Enrique vuole che gli esterni bassi diventino protagonisti come fa il Barcellona e le squadre che hanno personalità e spavalderia. Purtroppo questo in fase difensiva questo crea degli scompensi che dovrebbero essere coperti nelle altre zone nel campo. Su José Angel mi sono un po soffermato, Kjaer l’ho visto e non visto. La Roma qualche volta ha preso imbarcate incredibili, ma ha sempre reagito e questo grazie al buon rapporto tra i giocatori”.
Morosini?
“Sono stato malissimo, è stata una pugnalata incredibile perché ho rivissuto quello che mi era successo. Bisogna riconoscere che ci sono distinzioni e un po' di speculazione, nessuno mette una pietra per cercare di migliorare. È troppo facile chiacchierare dopo, ma sarebbe molto più semplice cercare di fare qualcosa. Si parla di defibrillatori negli stadi ma la norma era già stabilita qualche anno fa. Siamo a livelli bassi e mi dispiace, perché se non succede a te o ad un personaggio importante nessuno se ne accorge”.