Un anno di Roma: i Top & Flop del 2016
TOP
SPALLETTI 2.0 – Altro che minestra riscaldata. Il ritorno di Luciano Spalletti alla Roma è stato uno dei tanti passi che serviva e serve alla squadra per fare il definitivo salto di qualità e competere ad armi pari in Italia e in Europa. Il tecnico di Certaldo è arrivato in un momento più che delicato della stagione, ha da prima raschiato il fondo del barile di una squadra allo sbando, ricostruito il gruppo e messoci del suo. The Roma Way, firmato Luciano Spalletti.
ZERO TO HERO – Troppo brutto per essere vero. Nel 2016 Edin Dzeko è tornato l'Edin Dzeko che aveva trascinato migliaia di persone al suo arrivo a Fiumicino e fatto sognare ad occhi aperti tutti i tifosi della Roma, dal suo debutto all'Olimpico in amichevole e in Serie A con il gol vittoria contro la Juventus. I 18 gol in 25 gare nella seconda parte dell'anno sono un punto di partenza per far meglio nel prossimo anno solare.
FATTORE OLIMPICO - Una grande annata, specie se si pensi che in casa la Roma non ha conosciuto sconfitte. Su 19 gare disputate nel proprio stadio i giallorossi hanno ottenuto 16 vittorie e 3 pareggi, per un totale di 51 punti sui 57 a disposizione, con una serie aperta di 12 vittorie consecutive in Serie A.
EVOLUZIONI TATTICHE – Dal 4-2-3-1 contro l'Hellas Verona, al 4-2-3-1 dei giorni nostri. In principio fu Florenzi alto a sinistra, con Nainggolan centrale, Salah a destra e Dzeko punta. L'idea di come giocare con questa Roma Spalletti l'ha avuta fin da subito. Mancavano giocatori e serviva dare tempo al tempo. Da lì si è cominciati prima con la difesa a 3, per proseguire con Perotti falso nueve. Il primo ritiro del tecnico toscano ha portato a Perotti attaccante di sinistra, Dzeko un giocatore nuovo, la certificazione di Nainggolan trequartista di rottura, senza considerare il ritorno di Strootman e il lavoro fatto su giocatori come Emerson Palmieri o Rüdiger (Florenzi) che possono garantire la difesa a 3 e ½ e il cambio di modulo, vedi l'ultimo derby, in caso di emergenza di organico.
EUROPA LEAGUE DA BIG – Dopo l'eliminazione dalla Champions c'era tutto da rimettere: la delusione per giocare contro avversari poco stimolanti, l'impegno del giovedì sera a pochi giorni dal turno di Serie A, lo stadio vuoto, gli introiti lontani anni luce da quelli della coppa con le orecchie. Il campo ha sancito invece che la Roma ha affrontato la competizionie come si confà a una testa di serie (nella competizione) di caratura internazionale, con la possibilità di scrivere la sua storia nel 2017, a partire dallo scontro con il Villarreal.
MACCHINA DA GOL – Dzeko, Salah, Totti, El Shaarawy, Perotti e non solo. La Roma ha finito lo scorso campionato con il miglior attacco della Serie A (83 gol) e la prima parte della nuovo campionato al secondo posto di questa speciale classifica con 39 (un solo gol dietro il Napoli primo).
STADIO, ULTIMA FRONTIERA – L'anno che verrà sancirà la posa della prima pietra di quella che sarà la nuova casa della Roma. Un percorso iniziato ormai da anni che terminerà soltanto nel 2019 (stando alle previsioni), ma che, con la Conferenza dei Servizi della Regione, è all'ultimo stadio burocratico prima del via libera per la costruzione. Roma non è stata costruita in giorno, così lo Stadio della Roma.
6-1 GAME, SET, DERBY – Le due gare contro la Lazio disputate nel 2016 son terminate con un punteggio tennistico: 4-1 e 0-2, per un totale di 6-1 che ancora una volta, nonostante quanto fosse stato caricato l'ultimo derby dalla parte laziale, ha dimostrato che i valori in campo son ben distanti, come quasi sempre è accaduto nella storia del calcio capitolino.
GIOVANI, BELLI E FORTISSIMI – Scudetto contro la Juventus, Supercoppa contro l'Inter. Una semifinale di Coppa Italia da disputare ancora contro l'Inter dopo aver battuto 5-0 la Lazio ai quarti; il Monaco da affrontare in Youth League per qualificarsi agli ottavi di finale della competizione. La Primavera della Roma si è dimostrata ancora una volta il fiore all'occhiello della società.
FLOP
COLPEVOLE RITARDO – Chievo, Milan e sulla scia Hellas Verona. Considerato che la Roma a fine della scorso campionato è arrivata a -2 dal Napoli secondo, e in queste gare ha raccolto appena 3 punti sui 9 a disposizione, si può dire quasi con certezza che la Champions League diretta i giallorossi l'hanno persa non esonerando Garcia dopo l'eliminazione contro lo Spezia (a ridosso della sosta natalizia) ma, in una lotta interna società-Sabatini, dopo le prime 2 gare del nuovo anno. Se ogni punto è fondamentale ai fini della classifica, buttarne 6 si è rivelato disastroso anche in termine d'introiti.
CHAMPIONS A METÀ – Dopo averla rincorsa e ottenuta, provando a entrare dalla porta secondaria, il destino ha messo di fronte alla Roma il Porto. Un approdo tutt'altro che sicuro, ma alla portata delle squadra giallorossa a cui non è bastato passare in vantaggio dopo pochi minuti in terra lusitana per passare il turno, anzi dall'espulsione di Vermaelen dell'andata, a quelle di De Rossi ed Emerson Palmieri nel ritorno, il conto pagato è stato amaro quanto altissimo.
ABBONAMENTO A VILLA STUART – Rüdiger, Nura, Mario Rui, Florenzi ecc. ecc... Con il 2016 si chiude uno degli anni peggiori dal punto di vista degli infortuni in casa giallorossa. Non solo i crociati, tra chi si è rotto il naso, è alle prese con problemi al polpaccio, con la pubalgia, Spalletti non ha fatto in tempo a recuperarne uno che ne ha subito perso un altro.
MAL DI TRASFERTA – Ecco l'aspetto di campo sul quale deve migliorare la squadra: il rendimento lontano dall'Olimpico. In casa la Roma è una schiacciasassi, in trasferta, tolti rari exploit, ha un rendimento da squadra di medio-alta classifica. Solo in questo inizio di campionato ha collezionato 2 pareggi, 4 sconfitte e appena 3 vittorie. 11 punti su 27 a disposizione è poco per ambire allo scudetto.
PALLOTTA VS TOTTI VS SPALLETTI – Si spera che sia stata fatta giurisprudenza di quanto accaduto nel finale della scorsa stagione: Totti a scadenza contrattuale, Spalletti nuovo allenatore che inizialmente relega il capitano a comprimario, le frasi Totti, le frasi del tecnico, il silenzio della presidenza, la piazza che si divide. Alla fine per fortuna il campo ha messo tutti d'accordo e tutti di nuovo insieme per la Roma. Quest'anno non ci sarà soltanto il capitano in scadenza contrattuale, anche Daniele De Rossi e Luciano Spalletti. Caos in vista.
IL MEGLIO CON POCO, SPENDENDO MOLTO, PER POCO – Gerson, Alisson, Jesus, Bruno Peres. Questi sono stati gli acquisti più onerosi del mercato estivo a tinte verde-oro. Se per il primo è giusto aspettare, Alisson sta sfatanto il proverbio nemo propheta in patria ed è il numero uno solo nella seleçao. Jesus è ai box dopo un avvio stentato e Peres alterna alti e bassi. Il top invece, si sta rivelando quel Federico Fazio, arrivato in punta di piedi, in un'operazione da neanche 5 milioni di euro.
MI DIMETTO, RESTO, VADO – Che questa Roma sia ancora la sua squadra non vi è dubbio, l'ha costruita lui, e fino a fine stagione non si può tracciare un bilancio. Di sicuro, la situazione Sabatini, praticamente un anno da separato in casa, è un altro frutto del periodo di nuovo assestamento interno alla società. “Scorrerà del sangue e non sarà quello di Garcia”, frase storica detta prima detta prima della scorsa sosta natalizia, il dado era ormai tratto; la Roma aveva iniziato a sondare il mercato provando il colpo Paratici. Poi tra, un database e il vecchio modus operandi, si è cercato di trovare un punto d'incontro, Spalletti. Ma tra Moneyball e Sabatini c'è di mezzo il mare, non quello in cui ci sono squali travestiti da sirene, sia chiaro, ma quello di un calciomercato estivo in cui la Roma avrebbe dovuto mettere un paio di tasselli giusti, pronti per il preliminare di Champions League, che, col senno di poi, in una situazione di lavoro ottimale, sarebbero potuti arrivare.