Inter, Paolillo: "Milan, Napoli, Lazio, Juventus e Roma in corsa per lo scudetto. Il fair play finanziario avrà impatto negativo"
L'amministratore delegato dell'Inter Ernesto Paolillo, intervenuto a Radio Anch'io lo Sport su Radiuno spiega la metamorfosi dell'Inter nelle ultime settimane.
"Cosa è successo? Quello che accade quando si gioca troppo, una costante che sta toccando troppe squadre. Noi siamo stati colpiti in una maniera notevole e abbiamo sofferto a lungo di questo, ora per fortuna siamo fuori da questo tunnel". Paolillo parla anche del settore giovanile e dell'obiettivo di trovare giocatori del calibro dei Zanetti, Totti o Del Piero: "Riuscire a tirare fuori giocatori di grande livello e' sempre nei nostri progetti, quando se ne ricava uno all'anno è già un successo. Già il nostro settore giovanile sta sfornando diversi giocatori, il tempo dirà se sono di quel livello".
Ora l'Inter torna a pensare allo scudetto con due partite da recuperare: "Non dobbiamo dimenticare che non c'e' solo il Milan, la classifica è corta e queste squadre possono ostacolare la rimonta. Noi dobbiamo pensare solo ai nostri risultati, i conti li faremo quando avremo recuperato le due partite e potremmo fare una programmazione su un minor numero di avversari. La classifica dà un quadro chiaro, le squadre in corsa sono quelle che abbiamo davanti il Milan, Napoli, Lazio, Juventus e Roma. Napoli e Lazio hanno un'occasione unica di fare un'annata eccezionale e i giocatori sono molto motivati. Per quanto riguarda la retrocessione tutte le squadre che attualmente sono in quelle posizioni lotteranno fino alla fine".
Un commento anche sul fair play finanziario, il cui impatto «sarà negativo». «Esistono delle disparità tra le situazioni bilancistiche delle nostre squadre rispetto a quelle estere - ha detto - Non disponiamo di stadi, di ripartizione dei diritti televisivi come in Spagna e in Inghilterra, non abbiamo il pubblico che viene allo stadio perché i nostri impianti non sono all'altezza, non abbiamo ancora la nuova legge sugli stadi. Il calcio italiano pagherà pesantemente questa introduzione, ma questo non vuol dire che non sia corretta».