Season Review - Davide Santon, pedina essenziale al servizio di Fonseca

03.04.2020 23:00 di  Alessandro Pau   vedi letture
Season Review - Davide Santon, pedina essenziale al servizio di Fonseca
Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Continua la nostra serie di approfondimenti per fare il punto di quanto fatto fino a questo momento dai singoli calciatori nella rosa della Roma: oggi è il turno di Davide Santon. Il terzino è arrivato nell’estate del 2018 nello scambio che ha portato Radja Nainggolan all’Inter e, a Roma, lo stesso Santon insieme ad un giovanissimo Nicolò Zaniolo. La trattativa provocò tante discussioni da una parte e dell’altra, ma col senno di poi sembrano esser stati i giallorossi ad averci guadagnato, non solo per essersi ritrovati in squadra uno dei giovani più promettenti dell’intero panorama mondiale, ma anche per aver acquisito un giocatore prezioso che, anche se non è spesso sotto i riflettori, si fa sempre trovare pronto quando chiamato in causa.

RENDIMENTO - Ad inizio stagione Davide Santon sarebbe dovuto essere poco più che un jolly nella retroguardia giallorossa, con Alessandro Florenzi che avrebbe dovuto fare il titolare sull’out di destra e Davide Zappacosta pronto a subentrare. Pronti, via e l’ex Chelsea, dopo appena 14 minuti giocati, deve dire addio alla stagione per un grave infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio destro. A questo punto Santon diventa ufficialmente il vice del capitano, quel Florenzi che a gennaio si trasferirà al Valencia dopo mesi complicati. Ad entrare nel giro dei terzini destri c’è anche Spinazzola che, benché sia il vice Kolarov a sinistra, è stato sporadicamente impiegato in questa posizione. Infine, arrivato nel mercato di gennaio, anche Bruno Peres ha convinto Fonseca a schierarlo in alcune occasioni. Nel grande via vai della fascia destra, chi c’è sempre stato è Santon, che ha accumulato in totale 20 presenze.

L’avvio di stagione non è stato dei migliori, visto che oltre agli 11 minuti finali giocati nel derby, non ha visto il campo fino al 3 ottobre, giorno di Wolfsberg-Roma di Europa League, in cui gioca, tra luci e ombre, la sua prima da titolare in stagione. Gioca un altro quarto d’ora scarso tra Cagliari e Milan, aiutando solamente la squadra nei finali di match, prima di scendere in campo, ancora titolare, contro l’Udinese. Nell’esaltante vittoria giallorossa lui è quello che si nota meno, non entrando mai nelle azioni dei gol, ma disputando comunque una partita abbondantemente sufficiente.

Assapora il campo per un minuto col Napoli, per ripartire da titolare, sempre in trasferta, sul campo del Mönchengladbach. Al Borussia Park solita partita incolore per il terzino che, nonostante il tanto impegno, mostra qualche difetto nel momento della scelta: in quel momento, però, quello era un virus che aveva contagiato gran parte della rosa. Qualche giorno dopo subentra nel primo tempo all’infortunato Spinazzola, e si accoda alla negativa prestazione di tutta la squadra, che uscirà sconfitta per due a zero dal Tardini di Parma. Ancora una volta, per tre volte su tre, viene schierato titolare in trasferta in Europa League: contro il Basaksehir gioca una delle sue migliori gare, facendo tutto bene sia in difesa che in attacco. Schierato titolare anche nella vittoria sul campo del Verona, dopo un primo tempo confuso cresce, e bene, nella ripresa. In quello che probabilmente era il miglior periodo del terzino, a San Siro, contro la sua ex squadra, è costretto ad uscire dal campo dopo 16 minuti di gioco per un problema al flessore della coscia destra, che lo ha tenuto fuori per un mese e mezzo, vale a dire fino al 19 gennaio.

Quel giorno, infatti, è tornato in campo, dal primo minuto, nella bella vittoria ottenuta a Marassi col Genoa. Nonostante una buonissima prestazione generale, sulla sua valutazione pesa l’errore sul, seppur ininfluente, gol di Pandev. Nella disfatta di Coppa Italia allo Stadium viene gettato nella mischia all’intervallo, solo per limitare i danni e salvare la faccia in una partita già chiusa. Il 26 gennaio, poi, giorno di derby, quello che potrebbe sembrare un premio per l’impegno che non è mai mancato: la prima partita stagionale giocata da titolare all’Olimpico. Negli 83 minuti concessigli da Fonseca duetta splendidamente con Ünder, mettendo sotto scacco i biancocelesti su quella fascia.

Il derby rappresenta solamente un lampo in un periodo non molto felice per il terzino, che nelle due gare successive, contro Sassuolo e Bologna, parte da titolare e viene sostituito a gara in corsa per il troppo divario col suo dirimpettaio. Nel doppio confronto col Gent entrambe le volte entra nella ripresa, e con prestazioni ordinate aiuta la squadra a passare il turno.

Se il campionato dovesse riprendere, Santon sarebbe senza dubbio una pedina fondamentale per lo scacchiere di mister Fonseca. La possibilità di poter giocare ogni 3 giorni obbligherebbe gli allenatori a disegnare quasi due squadre diverse, che possano alternarsi regolarmente per portare a termine la stagione senza sovraccarichi. A quel punto, Santon aprirebbe una staffetta con Bruno Peres sulla fascia destra, dal momento che Spinazzola sarebbe impiegato come alternativa a Kolarov sull’out opposto.

STATISTICHE - In totale in questa stagione Davide Santon è sceso in campo in 20 partite: 14 in Serie A, 5 in Europa League e 1 in Coppa Italia. Di queste partite, 7 le ha giocate a Roma e 13 in trasferta. Le sue presenze si dividono esattamente a metà (10), tra le volte che è partito titolare e quelle in cui è subentrato a gara in corso. Inoltre, in sole 5 occasioni è rimasto in campo dal primo minuto al triplice fischio del direttore di gara. Curioso come la prima da titolare all’Olimpico l’abbia giocata solamente il 26 gennaio, praticamente dopo mezza stagione.

I punti di forza di Santon emersi nei 939 minuti disputati in questa stagione sono essenzialmente due: i duelli aerei e la precisione nei passaggi. Nel primo caso, seppur ne ingaggia pochi, solamente 1,83 a partita di media, il giallorosso ne esce vincitore nell’85% dei casi, quello che ne vince di più in tutta la rosa. Inoltre, Santon in Serie A effettua 3,2 dribbling a partita, il difensore che insieme a Bruno Peres ne effettua di più, vincendone addirittura il 65%, mentre il brasiliano solamente il 38%.

Per quanto riguarda i passaggi, invece, con una media di 89% di passaggi riusciti, detiene addirittura il primato dell’intera squadra: 440 passaggi riusciti su 492 tentativi. Per quanto riguarda i dati relativi alla sola Serie A, la media è di 90% di passaggi riusciti. La media dei palloni recuperati in Serie A è di 3,4 a partita, mentre i palloni persi sono in media 5. Infine, da buon difensore, ecco il numero relativo ai falli: 19, praticamente uno a partita di media, che gli sono costati anche ben 5 cartellini gialli, di cui uno in Europa League.