Season Review - Bruno Peres, un ritorno inaspettato
A inizio stagione non era in rosa, a gennaio è tornato anche un po’ a sorpresa, e sempre a sorpresa si è rivelato un elemento su cui poter fare affidamento, seppur con qualche controindicazione. È Bruno Peres il protagonista della puntata di oggi di Season Review.
RENDIMENTO - Immaginarsi a inizio stagione un ritorno in rosa di Bruno Peres a gennaio era una di quelle cose che facevano anche un po’ sorridere, sulle quali scherzare. E i motivi ce n’erano tutti: il São Paulo, che lo aveva prelevato in prestito, lo aveva a sua volta subaffittato al Recife, club di Serie B brasiliana, nel quale comunque il terzino non era riuscito a ritagliarsi il suo spazio. La scadenza dell’accordo con la società verdeoro lo ha fatto tornare in Italia con lo status - per utilizzare un eufemismo - di oggetto misterioso: come può un calciatore non adatto alla Serie B brasiliana tornare utile nella Serie A italiana? Fonseca e Petrachi - che probabilmente non è riuscito a trovargli un’ulteriore sistemazione - questa domanda non se la sono posta e lo hanno reintegrato in rosa, con la maglia numero 33 sulle spalle. I suoi primi subentri - contro Parma in Coppa Italia e Bologna in campionato - sono stati accolti anche con ironia (che però lo stesso Bruno Peres non ha mai dimostrato di soffrire, anzi) e con il passare del tempo si è visto comunque un calciatore capace di tenere il campo in determinate partite del nostro campionato. Escluso dalla lista dell’Europa League, Bruno Peres è tornato titolare nientemeno che nello scontro diretto per la Champions League contro l’Atalanta, perso sì, ma non per sue colpe e non soffrendo più di quanto possano aver fatto i compagni, per poi tenere la maglia - complici anche le rotazioni europee e la concorrenza ridotta praticamente al solo Santon - anche con Lecce e Cagliari (partite tutte almeno sufficienti secondo le nostre pagelle), senza destare particolari preoccupazioni né a Fonseca, né ai compagni. Unico errore grave il suo posizionamento in occasione della rete del 4-2 di Boga del Sassuolo, mentre a suo favore si ascrivono il rigore guadagnato contro i neroverdi e il bell’assist per Mkhitaryan nella gara successiva contro il Bologna, sempre da subentrato. Non certo il terzino destro dei sogni, né un giocatore da cui ripartire, ma riavere all’eventuale ripresa un Bruno Peres così sul pezzo agevolerebbe il compito a Fonseca, se non altro, sul piano delle rotazioni: qualora si ricominciasse a giocare i ritmi sarebbero forsennati e poter contare su una rosa più ampia diventerebbe fondamentale.
STATISTICHE - Il fatto che Paulo Fonseca abbia deciso di integrare Bruno Peres a pieno titolo nella rosa si evince dalle 8 presenze (su 10 partite in cui sarebbe stato eleggibile, giacché non può giocare in Europa League) messe insieme a partire dal ritorno in campo a Parma; quello che resti comunque un giocatore da gestire dai 364 minuti giocati e dalle sole due gare iniziate e portate a termine (contro Atalanta e Lecce, con 84 minuti disputati nell’ultima uscita a Cagliari). L’assist vincente per Mkhitaryan contro il Bologna si aggiunge al rigore guadagnato a Reggio Emilia nel conto del suo rendimento offensivo comunque da migliorare, visto che in media dai suoi piedi arrivano appena un cross e 0,5 passaggi chiave a partita in Serie A: il 60% di quelli che tenta, ratio migliore tra i difensori insieme a Santon. Non va meglio con le soluzioni personali: 3,2 dribbling tentati a partita, ma solo il 38% completati (Santon ha la stessa media di tentativi, ma ne vince il 65%); 1,5 duelli aerei tentati a partita e ne vince la metà (meglio solo rispetto a Jesus, 33% e Florenzi, 48%). Infine, negativo il dato delle palle perse: 2,7 a partita, più di ogni difensore e centrocampista giallorosso.