Mexes: "Volevo finire la carriera alla Roma ma con la nuova società non è stato possibile. Visto come hanno trattato Totti e De Rossi forse è stato meglio così"

29.04.2023 09:20 di  Emiliano Tomasini  Twitter:    vedi letture
Mexes: "Volevo finire la carriera alla Roma ma con la nuova società non è stato possibile. Visto come hanno trattato Totti e De Rossi forse è stato meglio così"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Philippe Mexes, ex difensore di Roma e Milan, ha rilasciato un'intervista a Leggo in vista della partita di oggi. 

Cosa le manca di più del calcio? 
"Mi manca la passione della gente, soprattutto quella romana. I tifosi sono la parte sana di questo sport. Ma non mi manca affatto l’ambiente. Ho lasciato da un giorno all’altro proprio perché ero stufo di alcune dinamiche, anche dei compagni di squadra. I giovani non avevano voglia di allenarsi, pensano solo ai soldi. Ora lo seguo dal divano e mi godo la famiglia".

Qualcosa di positivo c’è stato però?
"Ma certo, a Roma mi viene in mente subito Franco Sensi. Mai incontrato un presidente che ha dato così tanto per una società, ci emozionava. Ricordo quando entrò col bastone negli spogliatoi in un derby perso. E poi Totti che mi ha insegnato molto, è l’unico ex compagno che ancora sento spesso. E Spalletti che resta uno dei migliori tecnici del mondo. Senza di lui non avrei avuto questa carriera, a Napoli ha fatto un’impresa. Quella era un Roma con solo due fenomeni ma che ha sfiorato due scudetti".

Più di Mourinho?
"Mou è straordinario, ha già fatto vincere la Roma e vi assicuro che non è facile. Ora ha la possibilità di scrivere ancora la storia. È l’allenatore giusto come lo era Spalletti anche se con caratteristiche diverse".

Da quello che sentiamo immaginiamo che stasera tiferà Roma.
"Roma è più umana. Non posso dire lo stesso di Milano. Quindi spero proprio vincano i giallorossi e credo abbiano le carte per farlo soprattutto con un Dybala così. Devono tornare in Champions, è quella la dimensione della Roma. Al Milan il ricordo più bello resta il gol alla Lazio, figurati".

Una competizione che lei conosce bene… 
"Ricordo le imprese con Lione e Real, divertivamo l’Europa e non eravamo i più forti. Mi è dispiaciuto non aver concluso la mia carriera lì, ma l’arrivo della nuova società (Pallotta, ndr) ha cambiato molte cose. Poi visto come hanno trattato Totti e De Rossi forse è stato meglio così".

Mancherà Smalling, ma ci sarà Mancini. Come te è uno dal carattere forte, fumantino. È già un leader?
"Mi piace molto il suo attaccamento, può diventarlo. Anche io non ero il più forte ma vi assicuro che ero uno dei leader. La perdita di Smalling resta importante. Ma se devo scegliere un giocatore in cui mi rivedo stasera dico Kjaer".

Roma e Milan tra le prime 4 nelle due competizioni in Europa, ci voleva questa boccata d’ossigeno per il calcio italiano.
"Era ora. Spero che arrivino entrambe in finale, poi nella gara secca può succedere di tutto. Il Milan in Champions è abituato a fare la voce grossa e la Roma ha Mourinho. Sarebbe fantastico".