Roma-Hellas Verona 2-0 - Scacco Matto - Orban e Giovane mettono in difficoltà la difesa, Svilar salva tutti, Dovbyk fa il centravanti

LE FORMAZIONI - Gasperini propone il consueto 3-4-2-1 con Pellegrini e Soulé dietro a Dovbyk, preferito a Ferguson. Cristante e Koné costituiscono la cerniere di centrocampo, con Wesley e Angelino esterni. L'Hellas Verona risponde con un 3-5-2 confermando gli undici schierati contro la Juventus. Belghali e Bradaric agiscono larghi, Akpa-Akpro gioca davanti alla difesa con Serdar mezzala destra, con compiti da regia, mentre la mezzala sinistra, Bernede, è più dinamico, bravo nel pressing e nell'inserimento. Giovane e Orban sono le due punte, che devono muoversi molto e dare imprevedibilità.
FINALMENTE DOVBYK - L'Hellas Verona inizia mettendo pressione alla Roma, che riescono comunque a trovare delle uscite abbastanza pulite. I giallorossi si appoggiano molto a Dovbyk, che non solo segna ma fa finalmente quel lavoro spalle alla porta che, finora, l'aveva sempre visto deficitario. L'ucraino vince fisicamente il duello contro Nelsson e fa un lavoro prezioso di sponda, mandando quasi porta Pellegrini in un'occasione. Vista la struttura fisica dell'ex Girona, questo non dovrebbe sorprendere, eppure finora Dovbyk aveva faticato a imporsi spalle alla porta, faticando nel compito di far salire la squadra e innescare i compagni.
IL GOL - La rete del vantaggio nasce da Pellegrini che si avventa su un pallone vagante, dando di prima a Wesley. Il brasiliano scarica subito su Celik, il cui cross è preciso e Dovbyk è molto abile nel prendere posizione e incornare con precisione e potenza. Un gol da bomber.
GIOCO IN VERTICALE - Con un po' di stanchezza (o di scorie, per dirla alla Gasperini) dopo la partita di Coppa, la Roma cerca l'immediata verticalizzazione per Dovbyk, finalmente bravo a fare quello che un attaccante della sua stazza dovrebbe saper fare sempre: giocare spalle alla porta, fare da sponda, addomesticare e ripulire i palloni per i suoi compagni. Questa volta, Dovbyk ci riesce benissimo e i giallorossi lo sfruttano per risalire velocemente il campo.
Anche l'Hellas Verona va subito in verticale, cercando Giovane e Orban la cui intesa migliora di partita in partita. I due creano diversi pericoli. In particolare, Orban sfugge a rotazione un po' a tutti, sprecando due occasioni clamorose e segnando un gol con un tocco di mano.
RIPRESA - L'Hellas Verona, nel secondo tempo, prova a mettere in difficoltà la Roma e i soliti Orban e Giovane creano diversi pericoli, anche favoriti da una Roma complessivamente meno tonica, più lunga e meno compatta, che espone maggiormente i difensori. Prima Mancini si perde Orban, poi Angelino fa lo stesso con Giovane. Svilar è determinante. La manovra della Roma non è fluida perché Dovbyk, con il passare dei minuti, inizia a essere stanco mentre gli esterni, tanto importanti nel gioco di Gasperini, faticano. Sia Wesley, sia Angelino concludono poco e vengono sostituiti da Tsimikas ed Hermoso (con Celik che va sulla fascia). Non cambia granché e la Roma va a folate, su iniziative personali, fino al 2-0 che taglia le gambe all'Hellas Verona e la squadra di Gasperini, a quel punto, sfiora più volte la terza rete.
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