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Il difficile e intenso rapporto tra Chivu e la Roma, uniti dal destino

Il difficile e intenso rapporto tra Chivu e la Roma, uniti dal destinoVocegiallorossa.it
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Oggi alle 07:00Primo piano
di Redazione VGR

Una storia strana, per certi versi dolorosa, ma tutto sommato positiva. Cristian Chivu deve molto alla Roma, come calciatore e non solo. Ma andiamo con ordine.

L'ARRIVO DA AMSTERDAM - L'attuale allenatore dell'Inter arriva in giallorosso, via Ajax, nel 2003. Era il capitano dei Lancieri, nonostante avesse appena 23 anni quando sbarca nella Capitale in cambio di meno di 20 milioni di euro. Difensore mancino molto elegante, ma anche tosto quando serve. La coppia con Samuel è una delle più forti nella storia romanista. Se la squadra di Capello lotta per lo scudetto fino alla fine nella prima annata di Chivu, il merito è anche e soprattutto della difesa, la meno battuta del torneo. Negli anni successivi arrivano anche i trofei ma il rapporto con la piazza inizia a deteriorarsi. La colpa è degli infortuni, vero tallone d'Achille del romeno. I soprannomi, Swarovski e Cristal Chivu, dicono tutto. Nonostante tutto però il bilancio rimane positivo per l'ex difensore e la Roma, che cedette Chivu all'Inter nel 2007, dopo una lunga e tesa trattativa, in cambio di soldi e Andreolli, all'epoca considerato un centrale promettente. In nerazzurro vincerà tutto, giocandosi la maggior parte di scudetti e coppe proprio contro la Roma. Anche con una polemica durante la finale di Coppa Italia del 2010, quando Chivu verrà deferito per aver "rivolto platealmente e ripetutamente gesti volgari ed offensivi all'indirizzo dei tifosi della squadra avversaria". 

IL VOMITO E LO PSICOLOGO - In mezzo, anche delle difficoltà profonde. «Quando ero alla Roma - la confessione di Chivu di appena un anno fa - mi feci aiutare da uno psicologo. Finivo le partite e vomitavo per un senso di ingiustizia che sentivo nei miei confronti. Nacque tutto da un'intervista rilasciata dopo il passaggio di Capello alla Juventus: mi chiesero se mi sarebbe piaciuto lavorare ancora con lui, che mi aveva portato in Italia, in futuro. Io risposi che era un grande allenatore e che mi avrebbe fatto piacere essere ancora allenato da lui. Il titolo del giornale del giorno dopo fu "Chivu alla Juventus". Andavo in campo ed ero fischiato da tutto lo stadio, così chiesi aiuto. Sapevo i sacrifici che facevo, un giorno mi lussai l'alluce del piede in casa della Sampdoria e mi dissero che avrei dovuto usare le stampelle per almeno un mese. Vado a casa, la Roma avrebbe dovuto giocare l'ultima prima di Natale in casa contro il Chievo. La sera prima della partita, Spalletti mi chiamò per dirmi che era rimasto senza centrali di difesa e chiedendomi se me la sentissi di giocare. Gli risposi che mi sarei sacrificato per lui e per il gruppo. Arrivai direttamente il giorno della gara allo stadio con le stampelle e, grazie alle infiltrazioni, riuscii a giocare. Ovviamente ricevetti una bordata di fischi anche in quell'occasione. Ricordo che piansi, più per gli insulti che per il dolore perché in carriera ho sempre messo gli interessi della squadra davanti ai miei».

LA ROMA GLI REGALA L'INTER - La Roma però rimane nel destino di Chivu, anche in panchina. La carriera in Serie A, che dopo pochi mesi lo porterà all'Inter, inizia a Parma a febbraio, quando Pecchia viene esonerato proprio dopo aver perso contro la Roma. Cristian subentra e salva i ducali. Come sfruttare al meglio l'occasione. In precedenza, si era fatto le ossa le giovanili nerazzurre. E anche qui c'entrano i capitolini: lo scudetto Primavera vinto nel 2022, unico successo finora da allenatore, arriva proprio battendo la Roma in finale ai supplementari. E adesso ecco ancora la sua ex squadra nel destino di Chivu, atteso dal primo vero big match della sua carriera.

Le probabili formazioni di Roma-Inter sabato 18 ottobre alle ore 20:45.

ROMA (3-4-2-1): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka; Wesley, Cristante, Koné, Angelino; Soulé, Dybala; Dovbyk
A disp.: Vasquez, Gollini, Zelezny, Ziolkowski, Ghilardi, Hermoso, Rensch, Tsimikas, Pisilli, El Aynaoui, Baldanzi, Pellegrini, El Shaarawy, Ferguson.
All.: Gian Piero Gasperini.
Ballottaggi: Wesley/Rensch, Angelino/Tsimikas, Pellegrini/El Aynaoui, Soulé/Baldanzi, Ferguson/Dovbyk.
Diffidati: -.
Squalificati: -
In dubbio: Angelino (influenza).
Indisponibili: Bailey (infortunio muscolare)