Udinese, Zaniolo: "Sbagliai a esultare contro la Roma. La notte di Tirana non la dimenticherò mai". VIDEO!
Ancora Zaniolo. L'attaccante dell'Udinese è tornato a parlare del suo rapporto con la Roma, dopo la discussa esultanza della scorsa stagione quando indossava la maglia dell'Atalanta. Il classe '99 ha parlato ai microfoni di Storie di Serie A, il format di Lega Serie A.
Come hai vissuto una piazza importante come la Roma a 18 anni?
"Quando sei giovane vieni catapultato all'improvviso nel mondo dei grandi. Quando fai le prime prestazioni buone e ti senti subito al top. Ho sbagliato, sentendomi più di quello che valevo. Ma sfido qualsiasi ragazzo di 19 anni a non tornare a casa dopo una doppietta al Porto in Champions League con i piedi a due metri da terra. Non è facile gestirlo purtroppo. Serve avere le persone giuste alle spalle. Io ho trovato un equilibrio fuori dal campo che mi permette di essere tranquillo. Vai in campo, giochi bene o male, ma se tuo figlio ti sorride passa tutto. Riesco a staccare e a dedicarmi alla mia famiglia".
I due crociati infortunati in due anni ti hanno segnato, cosa hai dovuto passare mentalmente?
"Alla Roma mi sono infortunato all'Olimpico contro la Roma, in quel momento mi sentivo in grado di fare tutto in campo. Fu una bella botta, anche se il secondo fu quello più duro. Tornai bene segnando al rientro contro la SPAL, avevo anche riconquistato la Nazionale. Rompermi il ginocchio sinistro fu una botta forte, i primi dieci giorni nemmeno volevo operarmi. Questi infortuni mi hanno fatto crescere a livello professionale, ora ad esempio lavoro molto di più in palestra. In quel momento difficile mi aggrappavo all'amore dei tifosi della Roma e della mia famiglia".
Un domani tornerai alla Roma?
"Mio figlio e la mia ragazza sono di Roma, sono legatissimo a quella città. L'esultanza con l'Atalanta non la rifarei, era un periodo non facile dove giocavo poco. Fu un gesto istintivo che non rifarei. Chiedo scusa a tutte le persone che si sono sentite chiamate in causa. Le capisco. Nella vita si sbaglia e chiedo nuovamente scusa. Nella vita non si sa mai cosa potrà succedere".
Cosa vuol dire aver segnato in una finale vinta dalla Roma?
"Fa un effetto particolare, la Roma non vinceva da tempo. Lavorammo tutti i giorni per vincerla, quel gol ce l'ho ancora nel cuore. Fu uno dei giorni più belli della mia vita, così come i festeggiamenti il giorno dopo".ù
Avresti mai preso la 10 anche alla Roma?
"Il numero 10 di Totti non me lo hanno mai proposto ma non l'avrei mai preso. Francesco è unico, una leggenda, un campione".
Che rapporto hai con Mourinho?
"Ci sentiamo ogni tanto, soprattutto quando eravamo entrambi in Turchia. Lui ha conosciuto anche la mia famiglia, c'è un bel rapporto. Mourinho è una grande persona e un grande allenatore, mi ha insegnato tanto. Abbiamo parlato anche della finale di Tirana".
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