Pallotta: "L'annuncio dello stadio sarebbe un bel regalo di Natale. Siamo abbastanza forti per lo scudetto. Schick dovrebbe tornare presto"

24.11.2017 09:02 di Veronica Sgaramella   vedi letture
Fonte: Sports Illustrated
Pallotta: "L'annuncio dello stadio sarebbe un bel regalo di Natale. Siamo abbastanza forti per lo scudetto. Schick dovrebbe tornare presto"
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Queste le parole di James Pallotta a Sports Illustrated:

Di Francesco e Monchi sono alla Roma da un anno solo, ma la squadra sta andando bene: ve lo aspettavate?
“Ripensando agli obiettivi iniziali, volevamo provare a entrare costantemente in Champions League, cosa che non è facile. Ci siamo riusciti tre volte nelle ultime quattro stagioni e una volta siamo andati in Europa League. Stiamo provando a creare una squadra per vincere il campionato, c'è voluto un po' di tempo per imparare alcune cose e cambiare la gestione filosofica delle operazioni calcistiche. Monchi sta facendo questi cambiamenti e ha bisogno di tempo. Credo che venerdì avremo l'approvazione e l'annuncio per fare lo stadio dalla Regione e questo potrebbe essere un bel regalo di Natale. Cambieranno tante cose quando lo avremo”.

Da una prospettiva calcistica, lei ha parlato di cambio filosofico. Può spiegarsi meglio?
“Negli ultimi due anni abbiamo cambiato il nostro scouting, sviluppando incredibili sistemi di analisi, un livello superiore mai fatto prima. Penso che il nostro sistema sia cambiato in meglio, per quello che possiamo fare per migliorare in Italia e all'estero. Ci sentiamo come se avessimo dato più tempo ai nostri giovani. Non so se mi sbaglio, ma sono abbastanza sicuro che siamo i sesti in Europa tra quelli che forniscono più talenti alle altre squadre. Guarda per esempio Lorenzo Pellegrini. Non sono sicuro che sarebbe tornato se non avessimo avuto Monchi. Dovremmo farlo giocare di più, per lui è un pezzo importante della Roma, lo sarà per i prossimi 10 anni. Vogliamo essere sicuro che giocatori come lui, i giovani, capiscano cosa sia la Roma e che noi li vogliamo. Facendo così, le cose possono cambiare rispetto al passato. Crediamo davvero che, a un certo punto, con i nostri programmi, potremmo avere 5/6 ragazzi l'anno da mandare in Prima Squadra, se invece andranno in prestito dovranno giocare. Siamo contenti di dove stiamo arrivando”.

Per quanto riguarda Monchi e Di Francesco, è contento di dove siete a questo punto?
“Monchi ha avuto un'esperienza di 15-16 anni con il Siviglia e si è meritato la reputazione che ha. Con il suo lavoro nella ricerca dei giovani con il budget a disposizione ha portato il Siviglia a vincere 5 Europa League, avevo ottime sensazioni quando iniziai a parlare con lui. Tante società erano su di lui e gli offrivano più soldi, ma a lui piaceva il nostro progetto. Ha lavorato duramente questa estate e abbiamo ancora altre cose di cui parlare. Ho un bel rapporto con lui, penso sia stata davvero un grande acquisto per la squadra. Sa parlare con i giocatori ma anche con lo staff, è uno di loro. Si è dimostrato quello che pensavo, anzi forse di più. Su Di Francesco posso dire che negli ultimi due anni lo abbiamo seguito e ci è piaciuto il modo in cui faceva giocare le squadra. Il vantaggio è che lui già conosceva la Roma avendoci giocato, capisce le difficoltà dell'ambiente, il derby, come porsi con i giornalisti, con le radio, le tv. Sa come gestire queste cose, è flessibile. Quando ho parlato con lui questa estate mi ha spiegato il suo stile di gioco e apprezziamo ciò che sta facendo. Nel giro di un paio di partite ha apportato tutti gli accorgimenti necessari, siamo andati in casa del Chelsea e abbiamo giocato come sappiamo, in passato non l'avremmo fatto. Le sue rotazioni, il turnover, è ottimo. Abbiamo capito che quest'anno avremmo avuto una rosa più profonda e così è stato, sta utilizzando più giocatori. Prendi Gerson, pensano tutti sia un centrocampista ma in realtà gioca esterno alto a destro e ha fatto doppietta contro la Fiorentina. Quindi forse è meglio come attaccante. Poi prendi Florenzi, sa giocare a destra sia da terzino che da attaccante, ma sarebbe perfetto anche a centrocampo. Sfortunatamente abbiamo avuto degli infortuni, come quello di Karsdorp. Schick dovrebbe tornare presto e ci aspettiamo molto da lui. Defrel può giocare alto a destra o a sinistra dietro a Dzeko. Schick invece sa agire a destra o può giocare con Dzeko o anche al suo posto. Poi c’è El Shaarawy e tutti pensano che lui sia possa giocare solo a sinistra, invece lui gioca a destra e fa tanti movimenti segnando due gol al Chelsea partendo da destra”.

Questa Roma è abbastanza forte per vincere lo scudetto?
Penso che negli ultimi due anni eravamo abbastanza forti. Quando Spalletti è arrivato, è rimasto imbattuto per 17 partite, c'eravamo vicini. Se avessimo giocato così da inizio stagione, dovevo cambiare prima, c'è stato un periodo che non abbiamo vinto per 11 partite. Con Spalletti tre, quattro, cinque di quelle partite le avremmo vinte e sto parlando di 10 punti, con l'ultima che siamo finiti 4 punti dietro la Juventus. Ci siamo, ci sono stato partite che avremmo dovuto vincere ma le abbiamo pareggiate, ora però siamo più tosti. Penso che possiamo giocarcela per vincere lo scudetto, la Serie A in questa momento è al pari di altri campionati. Se la giocano Roma, Lazio, Napoli, Sampdoria, Inter, Napoli, forse Milan e Fiorentina. L'Atalanta è una squadra tosta, ma noi li abbiamo battuti in casa loro. Abbiamo avuto un calendario duro, ma pensiamo a noi stesso e a giocare come sappiamo, come fatto contro la Lazio. È un campionato difficile, ma la squadra sta a suo agio, c'è unione e si è visto dopo il derby, tutti a cena fuori. Non c'erano fazioni o gruppetti, tutti insieme”.

Come trascorre il tempo tra Boston e Roma?
"Al momento trascorro sostanzialmente più tempo a Boston. Perché ci sono le questioni legate alla Roma, ma ho anche molti altri affari. Ci sono molte cose in ballo a Boston riguardo lo stadio. Per esempio, martedì è tornata la compagnia di costruzioni e il nostro project manager, ogni giorno abbiamo diverse situazioni. A Roma la stampa dice che sono un presidente assente ma è falso. Sto lavorando su tantissime cose, le nostre operazioni commerciali hanno sede a Londra. quindi quando vado a Roma passo davvero molto tempo per andare anche a Londra per le questioni commerciali. Faccio solo quello che devo fare”.