Falcao: "La Roma è da scudetto. Gasperini è un grande allenatore"

Falcao: "La Roma è da scudetto. Gasperini è un grande allenatore"Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Oggi alle 09:10Interviste
di Valerio Conti

Falcao si è raccontato in un’intervista al Corriere della Sera, ripercorrendo la sua esperienza alla Roma e il rapporto con grandi protagonisti come Liedholm. L’ex giallorosso ha parlato della squadra attuale, delle ambizioni scudetto, del valore di Gasperini e della competitività di Milan, Napoli e Inter. Non sono mancati ricordi personali legati al suo arrivo nella capitale, al rigore non tirato contro il Liverpool e ai momenti decisivi della sua carriera, spiegando anche i motivi della fine del suo rapporto con la Roma.

Calma pure con la Roma prima in classifica, allora. 
«Calma sì, ma pure consapevolezza: la squadra fa risultato ormai da un anno intero. E ha un grande allenatore in panchina. Con Gasperini la Roma è in ottime mani: non combini quel che ha combinato lui con l'Atalanta, e così a lungo, se non hai un valore riconosciuto».

È da scudetto? 
«Roma, Napoli, Inter e Milan: il campionato non esce da queste quattro. Vedo la Juventus più indietro, non solo in termini di classifica. Il Milan invece è molto pericoloso, la partita di San Siro sarà una grande sfida: Allegri sta facendo un ottimo lavoro, avevo pochi dubbi al riguardo, lui è uno che sa stare nelle grandi squadre».

Quale fu la prima cosa che le disse Liedholm appena arrivato a Roma?
«Ve lo immaginate il Barone parlarne con l'interprete? (ride, ndr). Tra noi funzionò per un motivo: lui in me vedeva se stesso in campo. Ero quello che lui era stato da giocatore, il riferimento per i compagni. Non ho mai conosciuto in vita mia una persona come lui in grado di essere intelligente e vivace. Fateci caso: di solito chi è vivace, poi poche volte accompagna con l'intelligenza. Lui sì. Lo amavo, di un amore vero».

Perché finì male la sua storia con la Roma? Colpa dell'Inter o del ginocchio?
«Mi faccia chiarire una volta per tutte: io non ho mai firmato niente con l’Inter, questa è una favola. Mai avuto in mano quel contratto. È vero che l’Inter parlò con Colombo (il suo avvocato, ndr). Mi volevano. Ma proprio a Colombo dissi: non giocherò per nessun altro in Italia».

Siamo in tema di verità: il rigore non tirato contro il Liverpool in finale di Coppa Campioni.
«La ricorda la finale di Coppa Italia col Torino del 1981? Vincemmo col Torino ai rigori, io tirai il quinto. Avevo il 5 sulla maglia, Liedholm era scaramantico... ma col Liverpool comunque il quinto l’avrebbe tirato Chierico. Io non potevo. Camminavo in campo, ero morto».