De Rossi: "Quello di cui ho bisogno è qui. La clausola avrebbe stonato con la mia storia a Roma. Credo in questo progetto". FOTO! AUDIO!
Tra pochi minuti ci sarà la conferenza stampa di Franco Baldini e De Rossi per illustrare i dettagli del contratto del numero 16 giallorosso. Vocegiallorossa.it seguirà la diretta testuale e fotografica dell'evento.
Cosa ti ha spinto a restare a Roma?
"Quello che mi spinge a restare qui, a fare il mio lavoro con tanta passione è questa squadra, la città, la gente. Quello di cui ho bisogno sta qui. Non è cambiato molto dal primo contratto ad oggi. Il percorso è stato più lungo, ho avuto qualche indecisione, non lo nego. Ho bisogno della Roma per giocare a pallone in una certa maniera. Ho pensato a tante altre cose, soluzioni, ho sentito mille persone".
A cosa era legato il momento di indecisione?
"C'è stato un momento, l'anno scorso, in cui sentivo che l'amore da parte dei tifosi era scemato, e lo dissi anche in sala stampa. Non venivo visto come un giocatore forte, importante, e sicuramente avevo le mie responsabilità. Ci voglio stare se sono benvenuto, soprattutto qui a casa mia. Questo mi aveva fatto pensare ad altre soluzioni. Poi le ambizioni, la voglia di vedermi in altri palcoscenici, per confrontarmi con i più forti al mondo, non che qui non ci siano. Queste cose mi affascinavano più del solito. Ho parlato anche con altre squadre, lo sapete. Sono stato tentato di vedere se sarei stato abbastanza forte anche da altre parti".
Luis Enrique?
"Il mio amore per questa squadra va al di là di allenatori, dirigenti. Però lui è stato fondamentale, ha riacceso quella fiammella di cui ogni giocatore ha bisogno. E' l'allenatore che mi ha fatto stare meglio in vita mia. Ogni suo atteggiamento mi trova d'accordo".
La priorità qual è stata?
"La parte economica è stata l'ostacolo iniziale. Non volevo fare sconti, anche se sembra brutto dirlo. Ho chiesto una cifra il primo giorno e quella è rimasta. La clausola? E' stato un tentativo da parte della società, che cercava alternative, ma avrebbe stonato parecchio con la storia mia a Roma".
Tu e Totti siete casi quasi unici, soprattutto in un periodo di calcioscommesse come questo.
"Sarebbe brutto ora parlare della situazione delle scommesse. Io e Totti siamo stati anche fortunati, abbiamo trovato ambienti positivi, quest'anno c'è aria fresca, aria nuova. Ma non dimentico anche gli anni passati. Più che delle società abbiamo avuto delle famiglie. Prima con la famiglia Sensi, ora è un po' diverso ma l'ambiente è molto positivo".
Quanto pesa magari vincere di meno a Roma?
"Sono cose che si dicono quando si perde. Ho scelto così e va bene. Lo so cosa signfifichi rimanere a Roma invece di scegliere anche squadre".
E' stata una scelta di cuore?
"Anche di testa. Non sono rimasto per fare il turista o vedere il Colosseo. Credo molto in questo progetto".
Settimana scorsa durante l'assemblea alcuni soci si sono lamentati del contratto oneroso, cosa rispondi?
“Devo rispondere sul campo, il socio parla a livello personale e non di tutta la tifoseria. Spero di convincere tutti quanti, magari c'è qualcuno tra la tifoseria che non è convinto del mio valore calcistico. Roma è questa, rispetto il pensiero di tutti. Mi dispiace, spero che alla prossima assemblea questi soci saranno tutti al 100% convinti”.
La tua è scelta di cuore, mi interessavano le ragioni di testa, dove pensi possa arrivare questa squadra?
“Penso possa arrivare a lottare per qualcosa di importante. Non ho 20 anni per attendere questo scudetto, sicuramente ci ho pensato. Non voglio che questo sia l'unico anno in cui partivamo senza poter competere con le più forti. Dall'anno prossimo dovremo fare tutti un grosso lavoro, in parte già fatto quest'anno, prendendo questo allenatore e questo staff. L'obiettivo del prossimo anno è maturare, normale con una squadra così giovane. In 5 anni penso di poter competere per lo scudetto, la Champions è difficile, a causa delle altre squadre”.
Secondo il giudizio unanime sei tornato il De Rossi di sempre, cosa ti è mancato in rendimento negli ultimi due anni e cosa è cambiato?“Qualcosa è cambiato. Bisogna quantificare quanto sia stato il tempo in cui ho rallentato, sei mesi, due anni o tre anni. Quest'anno c'è stato un miglioramento dovuto a me, ho fatto una preparazione per zittire chi mi criticava, chi pensava fossi un giocatore in declino. Non me ne voglia nessuno ma a livello tattico ho traovto un allenaotre che mi valorizza e responsabilizza davvero tanto. Giocare per fare il compitino non mi piace”.
Bisogna migliorare a livello tecnico o è tutto l'ambiente che deve salire di livello?
“Credo che si debba migliorare tutti insieme. La tifoseria è maturata più di tutti, con la pazienza avuta. Ieri c'è stata la nostra prova più grande. A Roma ci si divide tra gli stessi tifosi. L'obiettivo finale è rafforzare queste idee. Anche con i Sensi c'era chi criticava quando eravamo secondi in classifica. Dobbiamo maturare a livello di esperienza”.
Cosa ti ha detto Totti e quanto è stato importante in quetsa scelta?
“Mi ha lasciato sempre tranquillo, come era normale che fosse. Non mi ha mai pressato. Si può essere felici anche a Roma. Non batterò mai i suoi record ma metterei la firma per arrivare alla sua età ed essere il beniamino di tutti. Qui a Roma si può essere grandi anche senza scudetto o senza medaglia. Ho una grossa voglia di mettere qualcosa in bacheca”.
Cosa ti ha detto Totti e quanto è stato importante in questa scelta?
“Mi ha lasciato sempre tranquillo, come era normale che fosse. Non mi ha mai pressato. Si può essere felici anche a Roma. Non batterò mai i suoi record ma metterei la firma per arrivare alla sua età ed essere il beniamino di tutti. Qui a Roma si può essere grandi anche senza scudetto o senza medaglia. Ho una grossa voglia di mettere qualcosa in bacheca”.
Hai ricevuto garanzie sulla competitività della squadra?
“La società mi ha convinto elencando tutti i progetti e i propositi che intende raggiungere. Ho parlato anche con il presidente, anzi con i presidenti, non ho ancora capito bene chi sia. Ho parlato con tutti (ride, ndr). Ho parlato con Sabatini, che è un uomo passionale, diciamo che non vive le cose in maniera tranquilla, con la sua enfasi mi ha spinto a rimanere”.
Il vero problema alla chiusura della trattativa è sembrato essere il tuo procuratore, hai deciso tu o siete stati soddisfatti entrambi?
“Grazie per avermelo detto. Tendo a precisare che Sergio Berti non ha mai spinto per portarmi via da Roma. Mi può aver consigliato di guardare a società più blasonate della Roma ma ha sempre sposato la mia volontà di rimanere a Roma”.
Dal punto di vista fisico come ti senti? Questa società sembra essere più determinata, con la vecchia come stavano le cose?
"La vecchia società mi aveva offerto un contratto quando ci giocavamo lo scudetto con l'Inter con Ranieri allenatore. Mi chiamò Rosella Sensi ma per colpa mia rimandai la questione. A fine stagione sorsero dei problemi oggettivi nella gestione, la vendita e non era il momento di andare a battere cassa in un momento di difficoltà. Se non ci fosse stata credo che avremmo trovato comunque l'accordo. Il mio umore è ora alle stelle, l'accordo è stato raggiunto da una settimana ma abbiamo aspettato il post match di una grande incontro. La pubalgia è stato il mio infortunio più grave, ci ho sofferto per cinque mesi qualche anno fa, ora sto meglio e ho capito come curarla. Questo riposo forzato sicuramente mi farà stare meglio”.
La tifoseria si è spaccata durante questa trattativa, senti di dover riconquistare qualcuno?
“Sono sempre stati vicini a me, non tutti poi hanno le stesse conoscenze. Anche le bandiere guadagnano cifre alte. Questo è l'ultimo contratto che faccio ad alte cifre e volevo che fosse riconosciuto anche questo”.
Sei tornato e la Roma ha vinto.
“E' stata la nostra partita più bella, per la prima volta abbiamo battuto una grande ma a prescindere dal fatto che io sia rientrato questa è una squadra che ha alti e bassi perché è giovane, proprio a livello di nascita, di creazione. Questo è un anno di assemblamento, non per questo dobbiamo rinunciare a puntare ad arrivare il più in alto possibile”.
Qual è stata la squadra che più ti ha tentato? Qualcosa ti ha ferito?
“Non dirò mai qual è stata la squadra. Ce ne sono state diverse, alcune molto potenti dal punto di vista del fascino, molto blasonate, altre che fanno offerte folli ma i nomi non li farò. Se ne sono dette talmente tante che alcune le ho dimenticate. Il dispiacere è quando chi mi conosce, come qualche ex giocatore, se ne esce con teorie sui miei problemi extra calcistici, o qualcuno che mi abbraccia qua a Trigoria e poi sui Social Network condivide strane idee sulle clausole del mio contratto”.
Ti senti di mandare un messaggio a chi è andato via?
“Ogni giocatore ha mille convinzioni diverse, ho sempre rispetttato chi è andato via. Non ho mai capito i fischi a Mexes e Aquilani per esempio”.
Per questa Roma c'è spazio già per tornare in Champions?“E' quello che io spero, il nostro obiettivo è arrivare al terzo posto, superando Lazio, Udinese, Napoli, Inter. Sono tutte squadre che possiamo raggiungere”.
Oltre alle squadre esotiche, ti hanno cercato anche squadre italiane?
“Sì, ci sono state e nonostante per me sia stato un onore ho sempre risposto che sarebbe stata la mia ultima scelta per un discorso di rispetto verso i tifosi della Roma”.
Sei uno dei pochi al mondo capace di leggere in anticipo le situazioni di gioco, in trattativa ti è stato fatto notare qualcosa dal punto di vista del campo?
“Mi hanno ricordato l'importanza che ho in questa squadra ma non è stato il punto cardine”.
Pausa invernale?
“Credo che il buon senso sia la cosa più utile. Sono molto affascinato dall'idea di vedere tutte le partite alle 15 di domenica però capisco che i soldi dei contratti arrivano anche dai soldi delle Tv. Magari si potrebbero giocare alle 15 di domenica le partite del periodo invernale”.
Cosa non ti ha convinto del progetto delle altre squadre?
“No no i progetti mi piacevano eccome (ride, ndr). Ringrazio molti allenatori dei club esteri ma la cosa importante è stato il progetto della Roma”.
In questa trattativa eri tu ad avere il coltello dalla parte del manico, ma se fra due anni fosse la Roma ad escluderti dal progetto?
“Queste cose vanno messo in preventivo. Certo è che dovrebbero cacciarmi, ho firmato per per cinque anni perché credo nel progetto. Se poi non servissi più me ne andrei senza problemi, non è da me fare il parassita”.
Quanto è stato importante James Pallotta nell'opera di convicimento?
“E' una persona ambiziosa nonostante abbia già raggiunto grandi traguardi, molto spiritosa. Ma il merito più grande è di Baldini, Fenucci e Sabatini”.
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