Dare alibi sarebbe pericoloso ma la Roma c'è

Sostenere che la Roma abbia perso solo per un rimpallo significa scavare una buca profonda nella sabbia, infilarci comodamente la testa e restare fermi.
Più di qualcuno, al termine della gara contro il Napoli, l'ha sussurrato. La squadra campana è al terzo anno con Sarri mentre Di Francesco è solo al quarto mese e questo si è visto chiaramente nei primi 45 minuti di partita. I giallorossi sono riusciti a rimanere corti fino al gol ma, al primo errore, sono stati puniti. In questi mesi, hanno tutti esaltato il gioco dei partenopei, gli scambi nello stretto, i cambi di gioco, il possesso palla ma in pochi hanno parlato del pressing asfissiante, con tre uomini a marcare il portatore palla avversario. Al contrario, la Roma ha abbozzato un pressing spesso troppo disordinato, troppo timido, come se un timore reverenziale dell'avversario avesse inizialmente bloccato la squadra. Gli automatismi arriveranno con il tempo e il Napoli, attualmente, è ovviamente più collaudato e rodato.

ALIBI E PROSPETTIVE - Non si può, però, non sottolineare come la Roma non si sia disunita, non sia mai crollata ma, anzi, nella ripresa abbia reagito sfiorando il gol. Eusebio Di Francesco dovrà in tutti i modi evitare di dare alibi alla squadra, alibi tanto seducenti quanto pericolosi come le sirene per Ulisse. Alibi che, all'Olimpico, hanno preso le sembianze dei legni colpiti (altri due) e degli infortuni, con Manolas che va ad aggiungersi a una folta schiera di disgraziati. Parlare di fortuna o sfortuna non cambierà le cose e, anzi, potrebbe solo peggiorarle. La Roma è stata in partita e avrebbe anche potuto pareggiare: questo deve rimanere e su questo bisognerà lavorare. La stoffa è buona, di qualità, e l'artigiano sa fare il suo dovere. Serve tempo per cucire il vestito migliore addosso a questa Roma per vederla sfilare con la classe e l'eleganza che le si addice.