Sabatini: "Il mio più grande rammarico è non aver portato Bielsa a Roma"
Walter Sabatini, ex direttore sportivo, ha svelato un retroscena di mercato dei suoi tempi alla Roma nel corso della trasmissione Viva el Futbol.
È vero che volevi portare Bielsa in Italia?
«Volevo portarlo e ho fatto un errore inconcepibile. Ho avuto paura, sono stato un pavido, perché Bielsa è la persona più spettacolare e più educata che io abbia conosciuto nel calcio e anche fuori dal calcio. Un signore nato, tant’è che c’è uno stadio intitolato a lui da vivo, e non c’è nessuno a cui sia stato intitolato uno stadio da vivo. Lo stadio del Newell’s Old Boys di Rosario è dedicato a Bielsa. È una persona speciale, un allenatore speciale. Ero andato a Madrid a parlare con lui per la Roma e lui si era fatto trovare con la piantina di Trigoria: voleva cambiare tutta l’impostazione del centro sportivo, voleva colorare tutte le pareti perché – mi diceva – la squadra deve assorbire il calore, l’appartenenza. Conosceva tutta la Primavera, conosceva le caratteristiche dei giocatori della Primavera: un fenomeno vero. E io non ho avuto il coraggio, perché all’ultimo tuffo ci eravamo messi d’accordo su tutto. Poi, all’ultimo tuffo, mi sono tirato indietro. Sai perché? Perché Trigoria è troppo incasinata e corrotta – corrotta non in senso offensivo, ma nel modo di interpretarla. È troppo problematica. Se porto uno come lui, me lo impallinano dopo dieci giorni, perché è troppo legato al lavoro, ai dettagli. Lo chiamano "El Loco" non perché sia pazzo, ma perché è matto per il lavoro: lui lavora ventisei ore al giorno. È il mio più grande rammarico».
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