Montella: "Roma è la mia seconda casa, i miei figli sono romanisti. Nel 2001 pagammo i festeggiamenti fino all'anno successivo"

Montella: "Roma è la mia seconda casa, i miei figli sono romanisti. Nel 2001 pagammo i festeggiamenti fino all'anno successivo"Vocegiallorossa.it
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martedì 16 maggio 2023, 08:12Altre notizie
di Redazione Vocegiallorossa

Vincenzo Montella, attuale tecnico dell'Adana Demirspor ed ex bandiera e allenatore della Roma, ha rilasciato un'intervista a Tuttomercatoweb.com.

Vincenzo Montella, siamo alla seconda stagione all'Adana Demirspor dove i miglioramenti sono sotto gli occhi di tutti, con la squadra quarta in classifica
"Sicuramente quest'anno è stata una stagione migliore rispetto all'anno scorso. Abbiamo avuto modo di iniziare la stagione e per me c'è stata l'opportunità di conoscere meglio il campionato. Stiamo avendo un cammino regolare e siamo in una posizione di classifica privilegiata, lottando per l'Europa. Stagione altamente soddisfacente".

Che impressioni hai avuto dal campionato turco?
"Sinceramente me l'aspettavo peggiore. È un campionato dove ci sono giocatori magari non all'apice della propria carriera ma sicuramente importanti. Mi vengono in mente i vari Icardi, Mertens, Oliveira e Zaniolo del Galatasaray. Il campionato è molto meno tattico del nostro ma sicuramente con degli spunti interessanti".

Ti manca l'Italia?
"Anche io sinceramente soffro un po' la lontananza, dalla famiglia più che altro, però è il nostro lavoro. Ho il contratto in scadenza, sto valutando con il club la possibilità di scegliere se continuare o meno. Per me è importante sapere di potermi emozionare in un posto. E conterà sicuramente la volontà di avvicinarsi un po'. Non escludo comunque la possibilità di restare qui, perché mi trovo bene, il club è solido e il presidente ha ambizioni importanti. C'è tempo, adesso focalizziamoci sul finale di campionato e aspettiamo".

Hai allenato il Milan in un periodo particolare, in cui c'è stato uno storico cambio di proprietà
"È un capitolo di cui si potrebbe parlare a lungo. Il cambio di proprietà è un qualcosa che mi ha accompagnato spesso in carriera: ho iniziato alla Roma e c'è stato il cambio di proprietà; al Catania dopo un anno il direttore generale ha lasciato; alla Fiorentina c'è stata un'unica proprietà ed è stata forse quella più solida nel mio percorso e con i Della Valle abbiamo avuto grandissimi successi. Al Siviglia era andato via Monchi e poi è ritornato e c'era un vuoto. Sono andato al Milan e c'è stato il cambio di proprietà. Sicuramente sono uno specialista nel trovarmi in mezzo a queste cose (ride, ndr)".

La Sampdoria è una squadra che rappresenta molto nella tua carriera. Che effetto fa vederla in una tale situazione?
"Sento una vicinanza molto forte con la Samp. Un pubblico straordinario, una società dai valori straordinari. Ci ho giocato per tre anni nella prima fase poi sono tornato da calciatore quasi a fine carriera, anche se ho giocato poco perché mi sono infortunato. Ci sono tornato anche da allenatore anche se devo dire che ho fatto una scelta probabilmente non delle migliori professionalmente. Ma a livello personale la Samp ha un posto speciale nel mio cuore, un po' come la Roma. Mi dispiace profondamente ma il calcio va così, a volte bisogna toccare il fondo per tornare a vecchi splendori ed è quello che auguro alla Samp".

La Roma, altra squadra importante per la tua carriera. Mourinho le sta dando una dimensione internazionale
"Mourinho sta facendo un grandissimo lavoro, portando mentalità vincente. A mio avviso vincere, qualsiasi competizione a qualsiasi livello, è la cosa più difficile. Loro lo hanno fatto l'anno scorso, sono vicini a un'altra finale e tanto di cappello. La Roma rappresenta per me la seconda casa, vivo a Roma dal 1999, i miei figli sono diventati romanisti".

Quella Roma avrebbe potuto vincere molto di più
"Senza dubbio. Quando abbiamo vinto lo scudetto nell'anno successivo eravamo ancora più forti dell'anno prima con avversari ancora meno forti dell'anno precedente. È un rammarico non aver vinto ancora in Italia e non esserci avvicinati a vincere a livello internazionale. Una città come Roma, un tifo come quello della Roma non può vincere ogni 20 anni. Gli auguro il meglio per il futuro".

Quei festeggiamenti per lo scudetto della Roma sono passati alla storia, in un certo senso la festa che si sta vivendo a Napoli la ricorda
"Sono felice per Napoli. L'unica raccomandazione, vista la mia esperienza, è che prima che inizi il nuovo campionato di dimenticare quello passato perché a Roma iniziati i festeggiamenti continuarono ancora fino all'inizio dell'anno successivo e alla fine l'abbiamo un po' pagata. Sono felicissimo che il Napoli abbia vinto, che la città abbia vinto e sono felice per Spalletti perché è un allenatore ormai espertissimo, era un peccato, data la sua bravura, se non avesse mai vinto un campionato in Italia. Ha vinto a Napoli ed è come se ne avessi vinto dieci. Gli faccio i complimenti".