La UEFA valuta delle regole meno restrittive per le multiproprietà

In un contesto calcistico sempre più globalizzato, dove i gruppi di proprietà multi-club stanno diventando la norma, l’UEFA sta valutando un importante cambiamento nelle sue regole sulla dichiarazione di multiproprietà. Secondo quanto riportato da The Guardian, l’organo governativo del calcio europeo intende concedere ai club più tempo per risolvere potenziali conflitti derivanti da proprietari condivisi, evitando così controversie come quella che ha coinvolto il Crystal Palace la scorsa estate.
LA UEFA VALUTA REGOLE MENO RESTRINGENTI PER LE MULTIPROPRIETÁ - Attualmente, le regole UEFA impongono ai club in lizza per una qualificazione europea di segnalare qualsiasi problema di multiproprietà entro il 1° marzo. Il mancato rispetto di questa scadenza può portare a sanzioni severe, come l’espulsione da una competizione. È esattamente ciò che è accaduto al Crystal Palace: i vincitori della FA Cup non hanno rispettato il termine, a causa di un’omissione legata alla proprietà condivisa con il Lione (entrambi di proprietà dall’investitore John Textor). Di conseguenza, il Palace è stato retrocesso dalla Europa League alla Conference League, perdendo un posto che è andato al Nottingham Forest e causando un danno economico non indifferente. Per la prossima stagione la UEFA starebbe valutando di spostare la scadenza a giugno, dopo la conclusione dei campionati europei.
Per i tifosi della Roma, questo cambiamento assume un significato particolare alla luce della multiproprietà dei Friedkin. Dan Friedkin e il suo gruppo, The Friedkin Group, sono i proprietari della squadra della capitale e hanno completato l’acquisizione dell’Everton nel dicembre 2024, espandendo il loro portafoglio che include anche l’AS Cannes in Francia.
Se sia la Roma che l’Everton dovessero qualificarsi per la stessa competizione europea nelle prossime stagioni, le nuove regole offrirebbero un margine di manovra più ampio. Invece di dover risolvere tutto entro marzo, i Friedkin potrebbero avere fino a giugno per trovare delle soluzioni, evitando sanzioni che potrebbero danneggiare le società.
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