TRIGORIA - Di Francesco: "Teniamo tantissimo al terzo posto, vogliamo fare 6 punti. L'Olimpico deve tornare un fortino". FOTO! VIDEO!
Il tecnico della Roma Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa della sfida contro la Juventus.
Si è parlato troppo poco dell'importanza della partita.
"So quello che ci siamo detti, è una partita delicata, abbiamo ancora un obiettivo importante da raggiungere, il terzo posto, a cui teniamo tantissimo".
Toccherà le 50 panchine stagionali.
"Mi auguro di farne tante altre ancora, è un piccolo obiettivo, ma mai accontentarsi. Al di là della quantità, spero siano di maggiore qualità".
Quali sono i tre elementi su cui la Roma deve lavorare per avvicinarsi alla Juventus?
"Dobbiamo dare continuità a un certo tipo di squadra. La Juventus ha vinto tantissimo per una mentalità interna che ha dato continuità e abitudine. La Roma in questi anni è arrivata spesso seconda. Non è che arrivo io e trovo la medicina per risolvere questo problema. Dobbiamo migliorare sotto tanti punti di vista e rinforzarci. Credo che qualche passo in avanti sia stato fatto, la Juventus è stata presa come esempio nel trattare le partite tutte allo stesso modo".
Allegri ha detto che giocheranno Szczesny, Higuain e Dybala. Giocheranno Ünder, Strootman e Jesus?
"Un paio sì, un altro non lo so. Posso dire che giocheranno Alisson, Dzeko, Florenzi, Kolarov, De Rossi".
Si aspettava una differenza tale tra il rendimento interno in Champions League e quello in campionato?
"Al di là degli scontri diretti, in casa abbiamo subìto troppe sconfitte, dobbiamo far tornare l'Olimpico una sorta di fortino, la Juventus costruisce in casa i campionati. Mi auguro che in futuro questa squadra migliori il rendimento interno, mentre fuori casa abbiamo fatto bene anche difensivo, a volte ha fatto la differenza".
Dalla società le è arrivata un'indicazione di dare importanza al terzo posto?
"È un obiettivo che sto dicendo da diverso tempo. È normale che l'input è fondamentale, l'obiettivo primario è arrivare in Champions League, ma anche per mentalità è giusto ambire ad arrivare terzi".
Allegri le ha fatto i complimenti, la partita di domani può essere importante per lanciare un messaggio per la prossima stagione?
"Diventa tutto relativo, è più per noi stessi, per una mentalità interna, per portare avanti una mentalità ed è giusto fare del proprio meglio e cercare di vincere. Ci sono tre risultati, c'è una squadra che ha entusiasmo e leggerezza, ha le mani sullo scudetto. L'anno scorso ha perso, ma se ricordo bene non l'ha affrontata con grandissima determinazione. È una squadra che ha la facilità, a differenza nostra, di affrontare determinate partite".
Avendo già un percorso di un anno c'è più consapevolezza di quello che serve sul mercato?
"Non faccio campagna acquisti, faccio l'allenatore. È giusto chiarirlo. Credo che sia prematuro stare a parlarne, abbiamo una partita importantissima, l'obiettivo della Champions League. Non ne ho parlato neanche in società, quando tutti abbiamo come primo obiettivo arrivare alla Champions. L'allenatore è importante, fondamentale anche perché gli altri capiscano quello che voglio io".
Da giocatore ha affrontato la Juventus con tante polemiche, ora non c'è il livore, trovi che sia cambiato il rapporto?
"Credo che possa essere cambiato come sensazione, ma sul campo non esistono amici. Dobbiamo avere determinazione e il desiderio di vincere. Si possono fare le cose in modo educato fuori, ma quando si è dentro bisogna prevalere su ogni avversario".
Ha parlato spesso di mentalità e alla Roma basterà un punto. Che segnale sarebbe farne sei?
"È il nostro obiettivo, poi il campo dà le risposte. Il segnale è chiudere il campionato alla grande, con più punti possibile, conta solo chi vince e chi raggiunge gli obiettivi. Cercheremo di fare i sei punti per rispetto generale e perché lo vogliamo".
Ha la sensazione di aver limato un po' il gap rispetto all'inizio della stagione dal punto di vista di mentalità?
"Sì, è cresciuta sotto tanti aspetti. In campionato siamo in ritardo, in Champions abbiamo fatto meglio della Juventus. Per arrivare a questa mentalità c'è tanto lavoro, anche in Champions ha combattuto fino alla fine, è una squadra che non muore mai, lo ha dimostrato in campionato, quando si pensava che potesse andare altrove e sono rimasti sul pezzo, parlando meno e facendo tanti fatti".
È arrivata l'ufficialità dell'introduzione delle squadre B. Come si pone a proposito?
"Sono nettamente favorevole, allenando una grande squadra per le grandi squadre sarebbe un grandissimo vantaggio. Ma non mi fermo qui. Deve essere un valore aggiunto per la Lega Pro, facendo conoscere sia i nostri giovani, ma anche quelli degli altri. Deve essere una vetrina per i campionati, e allo stesso tempo servono regole che non ledano le società di B e Lega Pro. Ma sono per il cambiamento, la dimostrazione si ha avuta in Spagna, con giocatori che arrivano in prima squadra con qualcosa in più. Mi piace, sono d'accordo con i giusti accorgimenti".
Ha detto che gli obiettivi li fissa li società. Chi l'ha preceduta ha detto che il gap con la Juventus fosse incolmabile, lei se la sente di pretendere qualcosa in più?
"I conti non li faccio io. È importante questo. Il fatto che dobbiamo ambire a fare sempre meglio e ad avvicinarci agli altri è giusto, dobbiamo migliorare quello che abbiamo fatto in campionato e cercare di rifare al meglio la Champions. È normale che da parte di un allenatore ci sia l'ambizione di migliorare. Ma non sono discorsi che posso fare qua dentro, insieme si cercherà di trasmettere gli obiettivi".