Sampdoria-Roma 2-0 - Scacco Matto - Le difficoltà dei giallorossi
LE SCELTE - Paulo Fonseca cambia modulo schierando il doppio centravanti con Dzeko e Borja Mayoral in avanti. Tra i pali si posiziona Fuzato mentre la linea difensiva è composta da Mancini, Smalling e Kumbulla. Santon e Bruno Peres agiscono sulle fasce con Villar e Cristante coppia centrale. Mkhitaryan gioca a supporto dei due centravanti.
Claudio Ranieri schiera il 4-4-1-1 con Bereszynski, Tonelli, Colley e Augello in difesa. Damsgaard si posiziona a destra con Jankto sull'altra fascia. Verre svaria per la trequarti con Gabbiadini punta centrale.
PRESSING - La Sampdoria, a differenza di quanto fatto nella gara del girone di andata, prova subito a pressare la Roma puntando sulle difficoltà dei giallorossi a uscire palla al piede e sulla condizione mentale della squadra giallorossa.
I capitolini faticano a far uscire il pallone con qualità, trovando forse anche più difficoltà per la presenza di un solo trequartista, Mkhitaryan, con Borja Mayoral bravo ad attaccare la profondità ma meno a venire incontro.
DZEKO - Ci pensa il bosniaco a dare una linea di passaggio in più, cercando di addomesticare i palloni che gli arrivano per creare azioni pericolose. Un paio di volte ci riesce bene e i giallorossi sfiorano anche il gol nella fase iniziale, con la palla data a Santon e il pallone in area per Borja Mayora.
Lentamente, anche il bosniaco si spegne, fatica a tenere palloni e sbaglia il rigore che avrebbe potuto riaprire la gara.
LANCI LUNGHI E GIOCO SULLE FASCE - La Sampdoria non si fa problemi a lanciare la palla lunga anche se cerca spesso di giocare sulle fasce, con Bereszynski e Damsgaard (molto avanzato) sulla destra e Augello e Jankto sulla sinistra. I doriani provano a creare superiorità ai lati e spesso ci riesce, riuscendo anche a fraseggiare bene nello stretto anche grazie alla poca pressione e alla poca concentrazione della Roma.
ROMA IN DIFFICOLTÀ - La squadra di Fonseca cerca di costruire dal basso ma viene messa in difficoltà dal pressing della Sampdoria, che mette in difficoltà i costruttori di gioco giallorossi. Mkhitaryan e Dzeko si abbassano per cercare di dare linee di passaggio libere mentre Borja Mayoral ha il compito di attaccare la profondità. Il bosniaco ha la struttura fisica e la capacità di proteggere palla e di fare da rifinitore per i suoi compagni mentre lo spagnolo ha il compito di attaccare lo spazio. Il problema è che la Roma fatica a far arrivare il pallone all'ex Real: poche le combinazioni nello stretto, ancora meno i tentativi dagli esterni, con Bruno Peres nullo e Santon autore di un paio di spunti positivi e poco più.
ERRORI E DETERMINAZIONE - Sugli errori individuali, è stato già scritto molto in questi mesi. Il primo gol è l'ennesimo regalato in maniera gratuita dalla squadra giallorossa mentre il secondo è la dimostrazione della poca cattiveria e dei remi tirati in barca dalla squadra. L'ennesima seconda palla persa porta Villar a essere in ritardo, Cristante fuori posizione e questo spinge a Mancini a uscire su Verre, lasciando la marcatura di Jankto. Una serie di errori la cui matrice è chiaramente psicologica: determinazione, attenzione, concentrazione, voglia. Tutte cose sfumate da un po' e svanite dopo Manchester.