Roma-Manchester United 3-2 - Scacco Matto - Il ruolo di Dzeko, il colpo di Karsdorp e la mentalità della squadra
La Roma vince 3-2 ma spreca parecchio e non riesce nell'impresa di ribaltare la sconfitta per 6-2 nella gara di andata contro il Manchester United.
LE SCELTE - La Roma schiera un 4-1-4-1 con Mancini davanti alla difesa e il pacchetto arretrato composto da Karsdorp, Smalling, Ibanez e Bruno Peres. In avanti, Pedro, Pellegrini, Cristante e Mkhitaryan agiscono alle spalle di Edin Dzeko.
Solskjaer conferma il 4-2-3-1 con Wan-Bissaka, Bailly, Maguire e Shaw. Pogba e Fred compongono la coppia centrale a centrocampo con Greenwood, Fernandes e Van de Beekdietro a Cavani.
LA POSIZIONE DI MANCINI - L'ex atalantino ha inizialmente un compito ben preciso: occuparsi di chiunque graviti sulla trequarti, in particolare quindi di Bruno Fernandes. Torna così a centrocampo, almeno fino all'infortunio di Smalling, ruolo che potrebbe esaltare le sue qualità nell'anticipo e la sua aggressività, oltre alla bravura nell'impostazione. Il difensore toscano viene incontro tra i due centrali quando la Roma costruisce dal basso per aiutare la squadra contro i due attaccanti del Manchester (che in fase difensiva si posiziona con un 4-4-2). Purtroppo, ha sulle spalle la responsabilità del primo gol inglese, con un'uscita dalla linea difensiva avventata.
OBIETTIVO DZEKO - La Roma vuole creare linee di passaggio libere per servire il bosniaco. L'ex City ha il compito di addomesticare i palloni per poi dialogare con i tre trequartisti, tutti e tre molto stretti e molto vicini a Dzeko. Il piano funziona bene e i giallorossi si rendono molto pericolosi non appena riescono a raggiungere la trequarti avversaria. Il Manchester è poco attento e concentrato e fatica a prendere i tre giocatori dietro a Dzeko: Pellegrini galleggia bene tra le linee mentre Mkhitaryan e Pedro vengono pescati anche dai due terzini.
KARSDORP - Ottima l'intesa del laterale olandese con Pedro: più di una volta, l'ex Feyenoord sfodera un filtrante lungolinea preciso per lo spagnolo e non è la prima volta che accade. Quasi un marchio di fabbrica per il giocatore che, se ha spazio, riesce a eseguire un passaggio preciso a penetrare la linea avversaria per il movimento di un compagno. La crescita di Karsdorp è stata notevole: è migliorato in fase difensiva (anche se la postura nell'uno contro uno deve essere ancora migliorata) e anche in quella offensiva, con una maggiore concretezza e un'abilità nel filtrante che se prima si poteva solo intravedere adesso è un marchio di fabbrica del calciatore.
MENTALITÀ - Da sottolineare come la Roma non si sia arresa dopo il primo gol del Manchester United, come sarebbe stato quasi lecito aspettarsi. Ha continuano ad attaccare ma senza scoprirsi eccessivamente, senza disunirsi, senza sfilacciarsi, rimanendo un blocco unico, una squadra. Tutto il contrario di quanto accaduto nello sciagurato secondo tempo di Manchester, che ha condannato a un'eliminazione per certi versi ingiusta.