Lazio-Roma 3-0 - Scacco Matto - Senza la cattiveria il modulo non cambia nulla

LE SCELTE - Di Francesco propone la formazione annunciata: un 4-3-3 con l'assenza di Manolas dell'ultimo secondo e con Jesus in coppia con Fazio. Florenzi e Kolarov sulle fasce mentre a centrocampo Pellegrini e Cristante agiscono ai lati di De Rossi.
Confermato Zaniolo esterno destro, con El Shaarawy a sinistra e Dzeko in mezzo.
Anche Inzaghi deve fare a meno di un giocatore importante: out Immobile, è Caicedo a fare coppia con Correa. I cinque centrocampisti sono Marusic, Milinkovic-Savic, Leiva, Luis Alberto e Lulic, con Parolo inizialmente in panchina. Acerbi guida la difesa, con Bastos e Radu ai lati.
L'APPROCCIO - La Roma entra in campo in maniera troppo timida. La Lazio è più aggressiva, più cattiva, più concentrata e più determinata nel prendere il pallone. I giallorossi si fanno presto schiacciare nella propria metà campo e Correa e Caicedo costruiscono il gol del vantaggio biancoceleste, con errori individuali di Fazio e Jesus. A loro parziale discolpa, spesso i due centrali della Roma si trovano due contro due contro gli attaccanti della Lazio, con il centrocampo che non riesce a fare da filtro.
IL CAMBIO - Dopo venti minuti Di Francesco cambia sistema di gioco, alzando Pellegrini sulla trequarti e passando al 4-2-3-1.
I giallorossi faticano ad arrivare sulle seconde palle, subendo l'intensità degli avversari e non riuscendo quasi a mai a servire palloni puliti a Dzeko.
Ci prova De Rossi, a cui riesce un'imbucata per Florenzi mentre Zaniolo riesce a dare una palla a proprio Dzeko, fermato da Strakosha. Il bosniaco viene arginato molto bene da Acerbi, che martedì sera aveva annullato Piatek nella sfida contro il Milan.
Milinkovic-Savic è bravo a ricevere sempre il pallone, soprattutto quelli alti, e i biancocelesti possono così arrivare rapidamente nella trequarti giallorossa.
UNA TIMIDA REAZIONE - Nella ripresa non cambia nulla fino all'ingresso di Perotti. Sarebbe dovuto uscire Cristante ma una botta costringe Zaniolo ad alzare bandiera bianca.
El Shaarawy passa così a destra mentre l'argentino va a sinistra.
La Lazio, dopo aver speso tanto, abbassa il baricentro e la squadra di Di Francesco prende campo e coraggio.
Inzaghi butta nella mischia Immobile, che trova il raddoppio su calcio di rigore assegnato per fallo di Fazio su Correa. L'ex Siviglia era scappato a Fazio, protagonista di uno dei tanti errori del match e della stagione.
UN FINALE SCRITTO - Dopo il 2-0, esce proprio Correa (stava accusando un problema fisico) ed entra Cataldi, che si posiziona a centrocampo. Milinkovic-Savic allora avanza di qualche metro e gioca vicino a Immobile.
Di Francesco mette Schick per un evanescente El Shaarawy ma, allo scadere, Cataldi gela la Curva romanista, chiudendo un match che, forse, non era proprio iniziato.
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