Bruno Conti: "Maradona mi diceva di andare al Napoli"
Bruno Conti è stato intervistato ai microfoni de “il Diabolico e il Divino” su New Sound Level 90FM. Ecco, di seguito, le sue parole:
Bruno sono passati 40 anni da quel Mondiale, possiamo dire che il Brasile del tuo amico Falcao vi ha fatto capire che quella Coppa si poteva vincere?
«Dopo il primo turno così così, fu molto importante battere l'Argentina, quella gara ci diede una grande spinta soprattutto da un punto di vista morale. La vera finale è stata con il Brasile. Loro tranne Valdir Peres e Serginho erano una squadra di fenomeni. C’era Paulo, Toninho, Zico. Dopo la partita con il Brasile avevamo una convinzione diversa».
Un ragazzino che doveva giocare a Baseball, partito da Nettuno, pochi anni dopo fu eletto da un certo Pelè come il miglior calciatore di quel mondiale.
«Un’emozione indescrivibile. E pensare che, due anni prima, con la Roma facemmo una tournée negli Stati Uniti. Giocammo contro i Cosmos di Beckenbauer e Chinaglia. C’era anche Pelè. Tutti volevamo fare una foto con lui. Una foto che ancora oggi conservo. Una gioia immensa per me sentirmi dire quelle parole da Pelè».
Chi era per te Sandro Pertini?
«Il Presidente era una grandissima persona, di grande umiltá. Fu Presidente in anni davvero bui. Mi ha emozionato vederlo presentarsi in hotel prima della finale e aver fatto il viaggio di ritorno con noi fino in Campidoglio».
Un altro protagonista di quel mondiale fu Maradona. Diego ti avrebbe voluto con sè al Napoli…
«Quando ci allenavamo al Tre Fontane portavo con me i miei figli. Dopo si andava a pranzo in un ristorante sulla Pontina. Io in quel periodo non avevo ancora rinnovato con la Roma e Dino Viola chiese a Daniele: “Ma tuo padre dove vuole andare?”. Daniele disse che era innamorato di Diego gli rispondeva: “A Napoli con Maradona”. Io però non avrei mai lasciato la Roma. Diego poi ci provava anche in campo. Mi sussurrava all'orecchio: “vieni al Napoli”. Diego era un grande conoscitore di calcio e soprattutto un grande uomo».
Sul futuro della nazionale.
«In Italia ci sono tanti giovani bravi e Mancini, a parte Chiellini e Bonucci, ha trovato tanti ragazzi su cui puntare e da far crescere come è successo con Barella ad esempio. La delusione per la mancata qualificazione al Mondiale è forte ed ora anche i club devono aiutare la Nazionale. Devono investire sui settori giovanili cercando di puntare meno al risultato. Sono ottimista per il futuro e credo molto in Roberto Mancini».