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La Roma vince un derby tra fantasia e realtà

La Roma vince un derby tra fantasia e realtàVocegiallorossa.it
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Oggi alle 14:32Primo piano
di Gabriele Chiocchio

Dopo ogni derby piace molto idealizzare azioni, eventi, personaggi: farlo con il gol di Lorenzo Pellegrini sarebbe facilissimo e, per una volta, neanche così sbagliato. Specie perché, essendo questa una cosa già successa nove mesi fa e con tutto quello che in questi nove mesi è successo, pensare che potesse accadere di nuovo era pura fantasia. A volte, però, la fantasia si trasforma in realtà e ci ritroviamo a parlare di un (altro) derby vinto dalla Roma grazie a una rete del suo numero sette, all’esordio in campionato e schierato, va detto, quasi come ultima risorsa dopo l’infortunio di Dybala e le scarse risposte date fino adesso dalle sue alternative. 

Non è la prima volta che una soluzione “disperata” alla fine porta frutti, ma va capito anche perché questo sia successo: il gol che ha sbloccato il match è arrivato in un modo totalmente gasperiniano, con l’aggressione a Nuno Tavares da parte di Rensch (un altro che, con Wesley disponibile, non avrebbe giocato) avvenuta in mezzo a un crescendo interrotto solamente dal duplice fischio di chiusura del primo tempo. A dire il vero, la prima parte della partita ha visto un livello di qualità decisamente basso da parte di entrambe le squadre, ed è stata per prima la Lazio a cercare di evolversi un po’: la risposta della Roma, immediatamente cresciuta in intensità e precisione del suo pressing e delle sue giocate, ha sopraffatto le intenzioni dei biancocelesti, che prima dell’inizio della gara erano spalle al muro e di questo, finalmente, i giallorossi hanno approfittato, nonostante un fisiologico - se si sceglie di giocare in un certo modo - calo nella parte finale che però ha provocato, forse, più brividi del consentito.

Un derby complessivamente non incentrato sull’attesa dell’errore da parte dell’avversario come tanti di quelli disputati con Sarri sulla panchina della Lazio, ma alla fine deciso proprio da un errore - e non dal secondo, forse ancor più grave, di Mancini: uno squillo di fantasia ha determinato la realtà di una partita che potrà cambiare almeno una parte di stagione di entrambe le squadre e, auspicabilmente, anche di un singolo di cui la Roma ha necessariamente bisogno. Avere una seconda occasione è privilegio per pochi, essere capaci di sfruttarla una responsabilità da prendersi sulle spalle.