Conferenza stampa - Gasperini: "Sarà una partita in cui bisogna essere molto attenti"

Il tecnico della Roma Gian Piero Gasperini ha preso la parola dalla sala stampa del centro sportivo di Trigoria per presentare la sfida di domani valida per il secondo turno della League Phase dell'Europa League allo Stadio Olimpico contro il Lille.
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Sul Lille.
"Gioca in un modo anche offensivo. Ha avuto un inizio di campionato con alcuni risultati non favorevoli, ma le prestazioni sono sempre state molto buone, molto positive. Sarà una partita in cui bisogna essere molto attenti, molto preparati, perché sicuramente incontriamo una squadra di ottimo livello".
Su Ferguson
"È un giocatore giovane, ha fatto molto bene due anni fa. L’anno scorso è incappato in una stagione di difficoltà, un po’ per infortunio, poi ha cambiato squadra a gennaio e ha giocato sicuramente poco. Un tentativo su di lui è quello di riportarlo a quelle che erano le speranze su questo giocatore, che da giovane era partito così bene. È un ragazzo che si sta applicando, sta lavorando, sta facendo progressi. In questo momento si stanno alternando nel ruolo ed è importante che entrambi abbiano una crescita, prima di tutto sul piano atletico e fisico, e poi su tutto il resto".
Nelle scorse settimane ci ha detto: “Devo uscire dalla mia zona di comfort”. Questa frase mi ha colpito molto. Come sta andando? In che modo sta uscendo dalla sua zona di comfort?
"Per zona di comfort intendo delle abitudini, delle consuetudini che ho acquisito negli anni. Poi magari ti trovi, per caratteristiche o per situazioni, a dover cercare anche altre soluzioni diverse. Tanto per essere chiari, non era normale per me venire alle partite con due centrocampisti messi come attaccanti, come è successo nel derby o come è successo a Nizza. Però è anche una situazione in cui, in questo momento, sono costretto a fare anche questo. Quindi devi anche pensare a questo".
La fatica delle tre partite è ancora più evidente tra giovedì e domenica?
"La fatica non è fisica. La fatica può essere stata un po’ sulle motivazioni. Non è facile uscire da partite come il derby, che sicuramente ti toglie tante energie. A volte succede che, alla terza partita, il Verona avesse una reattività superiore alla nostra. Forse ha inciso anche il fatto di aver fatto gol abbastanza in fretta. Era un po’ condizionante, ma non ho mai pensato che fosse un problema fisico. Tra mercoledì e domenica c’era anche un giorno in più. Il problema è riuscire ogni volta a rientrare nella gara, a pensare alla partita successiva, a valutare bene l’avversario. Ci sta che, in tre partite, tu possa pensare che il Verona sia l’avversario meno ostico, invece poi si rivela un avversario difficilissimo. Queste sono le abitudini che dobbiamo cercare di acquisire quando giochi a calcio. Oggi giochi tre partite sempre, soprattutto se fai le coppe, come loro che giocano anche con le nazionali. Sono abituati a giocare undici mesi all’anno e questo deve diventare una normalità, non più qualcosa di eccezionale".
Ha detto che bisogna allargare un po’ la rosa. Ziolkowski l’abbiamo visto, Ghilardi ancora no. Come sta procedendo l’inserimento di questi due ragazzi e se giocheranno domani?
"Dietro stiamo facendo molto bene e c’è già un grande turnover. Secondo me, 19 giocatori della rosa hanno giocato almeno 3 partite e ne abbiamo disputate soltanto 5-6 con quella di Coppa. In questo momento è chiaro che Ndicka, Mancini e Çelik sono quelli che hanno giocato di più. Domenica ha esordito Ziolkowski. Arriverà anche il momento di Ghilardi, sicuramente. Nel frattempo sono due ragazzi in prospettiva che faranno bene. In questo momento il rendimento della difesa è molto alto e ci sarà tempo anche per loro".
Wesley è pronto o è ancora presto per vederlo stabilmente protagonista?
"Wesley è arrivato dal Brasile al termine della stagione, loro finiscono sempre a dicembre. Però, paradossalmente, dal punto di vista fisico mi sembra un ragazzo che sta bene, che non ha problematiche. Un po’ di più invece nel gioco di squadra: la squadra deve capire come innescarlo e lui deve migliorare in questo. Indubbiamente parliamo di un ragazzo di 22 anni, che ha fatto 30 partite consecutive col Flamengo e quindi dovrebbe essere a fine stagione, mentre per lui la stagione qui ricomincia. È un ragazzo che non è mai uscito dal Brasile, quindi il campionato italiano è diverso e deve inserirsi in una nuova squadra. Quello che ha dimostrato subito è di avere un bel motore e una buona capacità di inserimento. È chiaro che ha dei margini tecnici e di inserimento nei tempi della squadra. Sembra che sia qui da tanto, ma in effetti sono poche le partite che stiamo giocando; oltretutto lui ha avuto qualche problema di viaggio e poi anche una gastroenterite fastidiosa. Però sicuramente, per età e per motore, deve crescere e può diventare un giocatore importante".
Soulé lo abbiamo visto un po’ affaticato, con qualche crampo dopo la partita con il Verona. È tra i giocatori che ha avuto più minutaggio in questo inizio di stagione. Pensa di riproporlo anche domani? E, viste le assenze di altri mancini, tra infortuni e squalifiche, chi di quelli disponibili può eventualmente giocare al suo posto?
"No, ma come ho detto prima non ritengo mai che sia un problema fisico. L’unico problema di giocare con così tanta frequenza possono essere gli infortuni, che per fortuna finora non ci hanno colpito. Per il resto giochiamo anche a temperature diverse: due partite le abbiamo disputate alle 12:30, un’altra alle 15:00 con temperature molto alte. A volte ci può stare che in certe gare si dia qualcosa in più e possa arrivare un accenno di crampi, ma sono tutti ragazzi allenati bene che recuperano velocemente e sono pronti per la partita successiva. Forse davanti in questo momento abbiamo meno alternative, perché abbiamo fuori sia Dybala che Bailey e questo ci costringe, dall’inizio o a gara in corso, a utilizzare sempre gli stessi giocatori".
C’è la possibilità di rivedere un centrocampista in più?
"Oggi prepareremo la partita e, come sempre, abbiamo un paio di opzioni da adottare dall’inizio o a gara in corso quando affrontiamo avversari che non abbiamo mai incontrato direttamente. Quindi prepareremo più di una soluzione per cercare di fare bene domani".
Koné ha detto che non ha mai visto un allenatore vivere le partite come le vive Gasperini, sembra quasi che anche lei sia in campo. Per forza ti viene voglia di lottare per lui. Le chiedo: come vive le partite Gasperini e, soprattutto, è contento che Koné sia rimasto e non sia stato sacrificato sul mercato?
"Koné è un giocatore molto forte, lo sta dimostrando anche in questo inizio di campionato. Sta giocando anche con la nazionale francese e questo è un grande risultato. Come vivo le partite? Ho sicuramente una partecipazione molto forte, a volte con la squadra e con i giocatori, perché credo che ogni partita sia una storia a sé. Ogni gara è molto equilibrata, tutto è difficile. Abbiamo ottenuto risultati molto positivi, ma sono sempre stati frutto di grande fatica fino all’ultimo. Forse è una mia caratteristica, forse è il mio carattere a farmi partecipare così attivamente alle partite".
Su Giroud.
"Il piano tattico è non farlo entrare in area (ride, ndr.). È un giocatore che si muove bene ovunque. Tre anni fa, con il Milan, ha fatto qualcosa di straordinario. Lo aveva già fatto in passato nella sua carriera, ma è stato determinante nello scudetto di quel Milan. Ancora oggi vediamo una serie di giocatori che fino a qualche anno fa non erano considerati più competitivi. Lo vediamo anche nel nostro campionato, non solo in Francia. Probabilmente la capacità di allenarsi e la qualità degli allenamenti hanno sicuramente allungato le carriere, rendendo ancora competitivi e molto forti giocatori che qualche anno fa non si pensava potessero giocare a questi livelli".
Mister, a che punto è l’assimilazione dei suoi principi di gioco da parte della squadra?
"I concetti sono chiari e c’è un’ottima partecipazione da parte dei giocatori. Ho avuto la fortuna di incontrare calciatori evoluti sul piano calcistico, quindi non ho trovato grandi difficoltà. Sarà importante lavorare sui particolari, sugli atteggiamenti e sulle piccole cose. In linea di massima abbiamo già una buona predisposizione su certi principi, come stare in campo e come affrontare le partite. Poi saranno i dettagli, le esperienze e le gare che continueremo a giocare a darci sempre maggiori risorse da poter mettere in campo".
Per voi è più importante la Coppa o il campionato?
"Non si deve mai scartare nulla, perché il campionato è fondamentale e l’Europa altrettanto. Sarà così anche per la Coppa Italia. Nella stagione abbiamo tre competizioni e dobbiamo affrontarle tutte con l’obiettivo di andare il più avanti possibile, di essere il più competitivi possibile e quindi senza fare delle scelte".
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