Altri due lampi e missione compiuta: alla sosta con un bilancio positivo

La missione di Firenze era simile a quella del derby: approfittare di una squadra con delle grosse difficoltà per andare oltre le proprie e prendersi tre punti in una gara non certo tra quelle più facili guardando il calendario a freddo, con l’ulteriore ostacolo di essere all’ultima gara prima della sosta e al termine di una serie che ha visto il livello delle prestazioni abbastanza ondivago, con una discesa abbastanza chiara nelle ultime due uscite contro Hellas Verona e Lille.
Una missione sostanzialmente compiuta proprio grazie al presupposto di cui sopra, perché la prima Roma di ottobre in campionato è stata più rassomigliante a quella di fine settembre che a quella di fine agosto e ha sfruttato sostanzialmente due lampi per segnare per la seconda volta consecutiva due gol, che anche stavolta sono bastati anche grazie all’imprecisione di un avversario a cui le cose continuano a non andare bene. Gli strascichi di Roma-Lille, comunque, non hanno inciso nei due - giustamente discussi - rigoristi, che hanno confezionato il gol dell’1-1 con una doppia giocata - assist e tiro - che dimostra - e conferma - come la qualità in alcuni giocatori ci sia e che vada trovato un modo per tirarla fuori in modo continuativo. In particolare, Soulé ha aggiunto altri due contributi gol in una stagione che ora lo vede a quota tre reti e due assist in sei partite, con una media di quasi uno a partita quasi nel silenzio generale; Dovbyk, invece, pur non facendo poi così male, quella continuità la deve ancora trovare, non riuscendo a dare seguito alle cose che fa bene, come, appunto, l’assist per il gol di Soulé.
Nella seconda parte di partita l’aggressività e il ritmo sono scesi e questo ha significato rischiare, e anche questa volta, dopo Dia e dopo Orban, anche Gosens ha graziato Svilar mantenendo sul segno più un bilancio degli episodi che pesa molto in quello - comunque di per sé positivo, e basta guardare la classifica per rendersene conto - di questo secondo ciclo di gare, il primo che ha visto la Roma impegnata due volte a settimana, fattore che ha inevitabilmente pesato in una squadra che ha ruotato probabilmente meno di quanto Gasperini vorrebbe fare. Niente, però, che abbia impedito alla Roma di arrampicarsi a quota quindici punti in sei partite, una posizione sempre molto comoda su cui riflettere su cosa non va e cercare di trovare soluzioni a problemi che restano e, soprattutto, una piccola riserva di punti che tornerà utile quando, inevitabilmente, gli episodi gireranno diversamente.
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