Simplicio: "Festeggiammo il carnevale a casa di un compagno, il giorno dopo eravamo dei cadaveri"

Simplicio: "Festeggiammo il carnevale a casa di un compagno, il giorno dopo eravamo dei cadaveri"Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari
Oggi alle 10:57Interviste
di Maurizio Rasa

Fabio Simplicio, ex centrocampista della Roma, è tornato a parlare della sua esperienza in giallorosso. Nell’intervista rilasciata all’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, l’ex calciatore brasiliano ha ripercorso alcune tappe significative della sua avventura nella Capitale, soffermandosi su episodi e ricordi legati al periodo vissuto con la maglia della Roma.

In quegli anni giravano notizie sulla vostra poca professionalità. C’era chi scriveva che vi presentavate agli allenamenti ubriachi… 
«Roma, si sa, è una piazza complicata per radio, voci e giornali. Stupenda, ma tosta a livello mediatico. Io ricordo quando all’inizio ero infortunato e non giocavo, si parlava di me dicendo un sacco di cose false. A parte tutto, però, un paio di volte siamo arrivati ubriachi per davvero... almeno noi brasiliani». 

Ci racconti, se si può. 
«Premetto che per me lo spogliatoio è sacro, ma con Ranieri capitò che festeggiammo il carnevale brasiliano a casa di un compagno. Il giorno dopo eravamo dei cadaveri. Io non vedevo la palla. Claudio ci sgridò: "Brasiliani, che avete fatto ieri sera?". E ci mandò a fare la doccia. Ne abbiamo riso poi, tempo dopo. Ci prendeva spesso in giro. Ma non è l’unica che ho combinato... ne vorrei raccontare un’altra».

Prego
«Una volta sono entrato con la macchina dentro una fontana di Parma. Ero ubriaco e non sono riuscito a fermarmi. Possiamo dire che fu un errore di gioventù...».

C’è qualcuno nella sua carriera che l’ha delusa? 
«Walter Sabatini. Mi ha fatto fuori sia a Palermo che a Roma. In rosanero prese Pastore al mio posto, per cui niente da dire, ma voleva proprio un profilo diverso dal mio. Più che le scelte, mi fecero restare male i modi usati. Nessuno mi ha mai coinvolto: solo un "devi andartene". Basta».