Pau Lopez: "Mi manca la Spagna, ma sto bene a Roma. Fonseca richiede molto in allenamento. Per giocare in Italia mi sono abbassato lo stipendio". VIDEO!
Il portiere della Roma Pau Lopez, dal ritiro della Spagna, ha rilasciato una lunga intervista ad AS. Queste le sue dichiarazioni:
Robert Moreno non dice mai che Pau Lopez è il terzo portiere o Kepa il primo, dice che ha a disposizione tre portieri. Tu però non giochi da un anno e non hai ancora debuttato nella fase di qualificazione. Speri di farlo?
"Vengo in Nazionale da quando è arrivato Luis Enrique e sono molto felice di essere qui. Ovviamente tutti aspiriamo a giocare, ma solo undici possono farlo e nel caso dei portieri siamo tre per una posizione. Devo affrontare ogni convocazione come qualcosa di speciale, mi alleno nel modo migliore e il resto arriverà".
È anche vero che nessuno si aspettava di vedere il giorno in cui De Gea ha sostituito Casillas o Kepa De Gea...
"Nel calcio tutto cambia velocemente, dall'oggi al domani. Stiamo parlando di portieri di primo livello. Quello che devi fare è prepararti per l'occasione".
Sospetti che questa opportunità ti possa essere data a Cadice contro Malta o contro la Romania nel Metropolitan?
"Non lo so, ma mi alleno per essere pronto".
Dicono che giochi bene con i piedi, questo è buono per il gioco della Spagna.
"Ho lavorato su questo aspetto, ma cerco di migliorare in ogni cosa e ogni giorno. Al Betis, con Quique Setién, ho fatto grandi progressi in questo senso, ma non è l'unico aspetto del gioco".
Da quando giochi all'estero, arrivare in Nazionale è ancora più emozionante?
"Un po' mi manca giocare dove ho sempre fatto, in Liga. Ma sono molto contento a Roma".
Giocando in Italia però non ti sei liberato di Cristiano Ronaldo...
"Beh, alla fine è bello giocare contro i migliori, come Cristiano Ronaldo".
Ti dà fastidio che la gente ricordi Pau López per il pestone a Messi?
"Non è piacevole ed è ormai un argomento superato".
Hai giocato in Liga, in Premier League e in Serie A. Qual è il campionato migliore?
"Tutti hanno qualcosa di buono e diverso dagli altri. La Liga sta crescendo molto negli ultimi anni, ed è bello per il pubblico. In Italia ci sono squadre molto competitive e in Premier il livello è alto. Sono tre dei migliori campionati in Europa".
Dicono che in Italia ci si alleni più duramente, in Inghilterra si giochi più velocemente e in Spagna meglio. È vero?
"Può essere. A Roma ho un allenatore portoghese, Paulo Fonseca, che lavora sodo. Ho imparato molto con Toni Jiménez durante il mio periodo in Inghilterra".
Ti sei abbassato lo stipendio per giocare alla Roma?
"Anche altri giocatori l'hanno fatto e forse non lo sai. L'ho fatto perché volevo andare in Italia, perché ho capito che era la cosa migliore per la mia carriera. Ero molto felice a Betis, la mia famiglia si trovava bene a Siviglia, ma penso che andare a Roma rappresenti un passo in avanti per la mia carriera".
La Nazionale gioca con due centrali dall'esperienza di Sergio Ramos e Raúl Albiol. Questo dà tranquillità ai portieri?
"Molto, perché sono due grandi giocatori, molto esperti. Sono ad un livello molto alto e sì dà tranquillità a un portiere".
Cosa possiamo aspettarci dalla Spagna all'Euorpeo?
"Non possiamo saperlo, Robert Moreno dice sempre di non guardare i nomi. Sta costruendo la squadra che può fare il miglior Europeo. Vedremo, ma giocheremo per vincere perché la Nazionale ha uno spirito vincente".
Cosa pensi della regola che impone ai portieri di tenere una riga sulla linea in occasione dei calci di rigore?
"Non mi interessa particolarmente, ciò che mi disturba è che se non la rispetti ti ammoniscono. Questo ti condiziona per il resto della partita".
Cosa pensi del VAR?
"Mi piace il VAR, penso che aiuti. È uno strumento utile, anche se viene riconosciuto solo quando si ha ragione e non quando lo si toglie. Gli arbitri e il VAR devono essere lasciati tranquilli per fare bene il loro lavoro. Il VAR è lì per diminuire gli errori ed è uno strumento che fa bene al calcio".