Pato Moure sulla coreografia: "Non mi aspettavo un gesto così, mi sono commosso"

Pato Moure, ai microfoni dei canali ufficiali della Roma, racconta l’emozione di essere ricordato dai tifosi giallorossi. Ieri, in occasione del derby, la Curva Sud ha realizzato una coreografia ispirata a un verso di una canzone scritta da lui.
Lei non sapeva nulla della scenografia?
"No, assolutamente niente".
E quindi l'ha vista in diretta.
"Mi è arrivato un messaggio da un caro amico romanista, che vive a San Paolo. Mi ha detto: Guarda che roba che hanno fatto in Curva Sud".
Già, perché a Porto Alegre erano le 7:30: immaginiamo che stesse dormendo.
"No! Avevo finito di vedere la partita! Siete matti? Posso pure non mangiare, ma non mi perdo mai una partita della Roma!"
Quindi, semplicemente, non si era accorto dello striscione.
"Esatto. Avevo visto tutta la partita, per carità. Alle sette e mezza di mattina... Mi sono svegliato e sono venuto a vederla. La Roma è la mia vita. Quando perdiamo, nella radio di Porto Alegre con cui collaboro (Radio Grenal, ndr), mi prendono in giro e allora io mi arrabbio. Non posso ammettere che qualcuno parli male della mia Roma. L'altro giorno mio figlio mi ha detto: Papà, dopo tre infarti comincio a pensare che è meglio che tu non veda più la Roma, sennò andrai incontro al quarto..."
Che sensazioni ha provato?
"Un'emozione gigantesca. Mi sono detto: non è possibile che qualcuno si ricordi ancora di me. Un premio del genere, una gentilezza così, un regalo così, è una cosa straordinaria... Sono stato ricordato da una curva che è magica. L'ho sempre amata, non esiste una curva migliore al mondo. Mi sono commosso. Mi è sembrato di vivere un sogno".
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