Monchi: "Dopo la vittoria contro il Barcellona ho dormito con tranquillità. Ancora non riesco a descrivere quel che si è visto allo stadio"

19.04.2018 23:05 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: El Economista
Monchi: "Dopo la vittoria contro il Barcellona ho dormito con tranquillità. Ancora non riesco a descrivere quel che si è visto allo stadio"
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Il DS della Roma Monchi ha rilasciato un’intervista a El Economista.

Sul passaggio del turno in Champions League.
“Sto continuando a rispondere alle persone che si congratulano con me da martedì. È stata un’esplosione di affetto in meno di 5 minuti”.

Sul suo lavoro.
“Mi piace molto, ognuno ha il proprio modo di fare le cose ognuno di questi è rispettabile, nel mio caso do molta importanza al talento e all’allenamento. Penso di essere migliorato, ma continuo a imparare ogni giorno, specialmente dalla mia famiglia”.

Sul lavoro al Siviglia.
“Economicamente parlando, prima di fare una mossa devi conoscere il club in cui stai. Quando ho conosciuto la squadra per bene, ho cominciato a provare le prime operazioni, partimmo quasi da zero e il Siviglia ha superato questa fase, che più o meno significa che non c’è bisogno di continuare a generare capitale per continuare a crescere. Siviglia mi ha dato tutto come giocatore e come direttore sportivo, sarò eternamente grato a loro. Speravo che eliminassero il Bayern, ora per loro c’è la coppa”.

Sul match contro il Barcellona.
“Dopo 30 anni nel mondo del calcio, ti rendi conto che ci sono momenti difficili, ma devi sapere come superarli. Se hai la coscienza pulita, alla fine avrai ragione. Non mi perdo molto in celebrazioni, ricordo che sono arrivato a casa molto felice e sono andato a letto con tranquillità. Nella settimana precedente sapevamo di avere le nostre chance, una delle chiavi per la vittoria era l’aspetto fisico, tutte le seconde palle erano le nostre. Quello che ho vissuto allo stadio è stato incredibile, perché i tifosi e i giocatori erano fusi in uno stato di assoluta felicità, che ancora non riesco a descrivere”.