La Nuvola - Monchi: "Fondamentale il rapporto diretto con i calciatori. Rinnovi facili perché tutti volevano rimanere alla Roma". FOTO! VIDEO!

08.12.2017 15:00 di  Danilo Magnani  Twitter:    vedi letture
Fonte: dagli inviati Alessandro Carducci e Gabriele Chiocchio
La Nuvola - Monchi: "Fondamentale il rapporto diretto con i calciatori. Rinnovi facili perché tutti volevano rimanere alla Roma". FOTO! VIDEO!
© foto di Vocegiallorossa.it

In occasione della fiera della piccola e media editoria, Più libri più liberi, il ds della Roma, Ramon Monchi ha presentato la versione in italiano del libro Il metodo Monchi: le chiavi del sistema del lavoro del Re Mida del calcio mondiale. Insieme a lui il giornalista Paolo Condò che ha condotto l'intervista. Vocegiallorossa.it era presente al Roma Convention Center dell'EUR, meglio noto come La Nuvola, per riportarvi le parole del direttore sportivo spagnolo con il contributo di foto e video.

12:35 - Termina così l'incontro tra il direttore sportivo giallorosso, Condò e i giornalisti presenti.

12:20 - Finisce ora l'intervista di Condò che lascia spazio alle domande dei giornalisti presenti:

Avrebbe preferito Totti da giocatore o come dirigente?
"Ogni ds credo avrebbe voluto Totti da giocatore. Sono fortunato però di lavorare con lui come dirigente".

In che momento hai deciso che Di Francesco potesse essere l'uomo giusto per la Roma?
"Qui c'è un testimone che è Mauro Baldissoni e sa qual è la mia idea dopo la prima volta che abbiamo parlato con Eusebio. Dopo esser uscito dalla riunione con lui, ero convinto fosse l'allenatore perfetto per il nostro progetto".

Quali dei rinnovi fatti finora è stato più difficile e quanto manca a quello di Florenzi?
"Difficile, difficile nessuno perché tutti volevano restare qui. Così è più facile per un direttore, se tu hai un appuntamento per un rinnovo e il giocatore vuole andare via è impossibile. Su Florenzi non so quanto tempo, per me deve continuare a Roma per tanti, tanti anno".

Che idea si è fatto del calcio italiano?
"Ho una buona impressione del calcio italiano, quando uno guarda fuori dall'Italia ha un'idea, tutti gli allenatori sono italiani, dopo 5 mesi qui ho un'idea molto positiva del calcio italiano. È vero che non conosco bene i problemi politici ma credo che voi che siete italiani non dovete parlare troppo male del calcio italiano".

Come si fa a mescolare il mercato di prima squadra con il lavoro del settore giovanile?
"È difficile quando la prima squadra ha una crescita importante, la distanza si fa più grande. Il nostro lavoro è fare una minima differenza, storicamente la Roma ha preso molto dal settore giovanile. La Roma che ho trovato ha fatto un lavoro importante e credo sarà più facile arrivare a questo obiettivo. La seconda squadra per me è fondamentale. Se abbiamo la possibilità di proseguire il percorso di un giocatore oltre i 18, 19 anni è più semplice. Non è lo stesso se un giocatore va in un posto invece di rimanere a lavorare a Trigoria, con il nostro staff. Pensiamo ad Antonucci, che è un nostro ottimo giocatore che però avrà bisogno da giocare. Senza seconde squadre manca la seconda parte del percorso di crescita di un calciatore che è la più importante".

Arriveranno in Italia?
"Credo che anche i club italiani stanno iniziando a capire questa cosa. Perché il calciatore meno caro è quello che lavora nella tua società".

Come ha conquistato Pallotta?
"Non so se l'ho conquistato, deve rispondere lui. Ho un buon rapporto, è vero, anche con Mauro ed Umberto. Non so come si dice in italiano ma i nemici non possono essere quelli che vestono giallorosso, i nemici sono quelli che vestono blu, nero...Ho sempre parlato col presidente, per me è importante questo rapporto con Jim, magari è più importante quello con Mauro e Umberto perché ogni giorno siamo a Trigoria".

Se l'urna dovesse mettere contro Roma e Siviglia, è un confronto che rimanderebbe?
"È una possibilità, dopo che arriverà penserò ad una risposta, altrimenti divento matto".

Si potrebbe iniziare a parlare di rinnovo per Di Francesco? Questa, eccetto Kolarov, è la squadra di Sabatini...
"Siamo molto contenti della scelta, abbiamo fiducia. Non c'è miglior contratto della fiducia, il rapporto che abbiamo. Sulla seconda, io sono la Roma, anzi, io faccio parte della Roma. Sono fortunato di essere arrivato in una squadra che ha avuto uno dei migliori ds prima di me".

12:19 - Un commento sul girone di Champions League giocato dalla Roma: "Mi manca una piccola cosa per fare tutto, che è domenica a Verona. Tutti sappiamo che nel passato dopo un successo a Roma ci si è montati la testa, sarò più contento dopo la vittoria col Chievo Verona perché credo sarebbe uno step importante per la società. È bellissimo quello che abbiamo fatto ma non possiamo fermarci, dobbiamo arrivare a quello che i tifosi ci chiedono. Credo che siano contenti per la fase a gironi ma vogliono qualcosa in più, forse domenica è il momento più importante del campionato".

12:16 - Sull'acquisto di Schick ha risposto: "Il ds deve essere vicino all'allenatore ma anche alla società, deve guardare il presente ma anche il futuro. Se domani arriva l'opportunità di prendere Dani Alves, come fu a Siviglia, che fai non lo prendi perché ne abbiamo 3 in quel ruolo? Questo deve fare il direttore sportivo, capire cosa vuole l'allenatore ma anche la società. Sono convinto che nessun allenatore dice no a un buon giocatore, ad uno con talento".

12:13 - Sul rapporto con Totti, che ha firmato la prefazione del suo libro, ha detto: “Quello in cui sono arrivato forse era il momento meno indicato... però lui me l'ha reso facile. Per me non era facile che nella prima conferenza stampa a Roma uscisse la notizia che Totti avrebbe smesso. Ho fatto la cosa giusta parlando con lui prima. Ora stiamo lavorando insieme e credo lui sia molto contento, lui mi porta molte cose di Roma e lui comincia a capire qualcosa che per lui è completamente nuovo. È vero che ha fatto un percorso incredibile ma da giocatore. Credo che possiamo continuare a lavorare insieme e bene nella Roma".

12:10 - Sulla scelta della Roma, ha confessato: "Non so...qui potevo trovare un posto simile a Siviglia, devo dire che finora non ho sbagliato, lavoro con la stessa autonomia con cui lavoravo lì. Non potevo sbagliare, dopo 29 anni che stavo a Siviglia, una volta deciso di andare via da lì sono arrivati club magari con nomi più importanti rispetto alla Roma, non so perché ma ero convinto che questo fosse il posto più interessante e più adatto al mio modo di fare. Dobbiamo differenziare due Monchi, uno è il professionista e sono molto felice per il rapporto che ho con tutti, poi c'è la persona ed oggi mi manca qualcosa perché la mia famiglia è a Siviglia, mio figlio è con me, questo è più difficile perché chi mi conosce sa che il mio rapporto con la famiglia è sopra tutto. Oggi mi manca qualcosa ma credo che alla fine troveremo una soluzione. Sono felice perché Roma è un posto difficile ma carino. Quando ho con me le persone a me care, do tutto”.

12:08 - Sul suo arrivo in giallorosso: "Quando sono arrivato a Roma, se tu non conosci la filosofia, la storia, il modo di pensare dei tifosi, non puoi far bene. Ho avuto la fortuna di avere fin dal primo giorno persone che mi spiegassero questo. Dovete pensare che è la prima volta che sono uscito dalla mia casa, non è facile per me, è la prima volta fuori da Siviglia".

12:07 - Sulla cessione di Paredes: "Ci sono due parti, il giocatore mi disse che non giocava, aveva molta concorrenza e di voler andare via. Questo è difficile da gestire. Dopo aver parlato con l'allenatore abbiamo deciso così".

12:04 - Sul mancato acquisto di van Persie: "Mi fanno sempre la domanda sull'acquisto non andato a buon fine...siamo nel 2004, quando van Persie giocava al Feyenoord, avevamo fatto lo scouting su van Persie, cercavamo un esterno alto, avevamo parlato con l'allenatore e abbiamo mandato un mio collaboratore per gli ultimi rapporti. L'appuntamento era alle 20.30, alle 20.25 ha cambiato il suo avvocato dicendoci il numero della stanza. Passano le 20.30 e non arrivavano...alla fine abbiamo saputo che dopo la chiamata, Wenger aveva chiamato il suo procuratore e gli ha detto di lasciar stare il Siviglia e andare da lui all'Arsenal".

12:02 - Sul lavoro dell'osservatore ha detto: "Fondamentale per me è guardare in prima persona, a Siviglia avevamo 16 osservatori, qui a Roma stiamo costruendo, ne abbiamo 10 per ora, ma stiamo migliorando perché per me è fondamentale. Walter lavorava benissimo ma credo che se sono venuto qui è per fare quello che ho fatto prima e la mia idea è diversa, stiamo lavorando per creare una direzione sportivo più vicina al mio modo di fare".

11:58 - Parlando di Dani Alves come regista, ha detto: “Oggi ho letto che Srna fa lo stesso, Dani Alves era così. Con Juande Ramos giocavamo 4-4-2, e avevamo due centrocampisti di lavoro, perché il gioco lo faceva Dani Alves. Il suo acquisto fa la differenza tra il passato e il presente. Lo trovammo in un sudamericano nel 2003. Al tempo solo il Siviglia era accreditato come grande squadra. Alves giocò una partita contro il Paraguay, con il Brasile in 9 uomini, ma vinsero lo stesso perché c'era lui. Vidi il suo video e dissi di prenderlo subito. Era anche un'operazione facile. Per me è stato l'acquisto più importante pensato da un ds”.

11:54 - Arriva in questo momento il dg giallorosso, Mauro Baldissoni.

11:52 - Sul suo carattere ha detto: "Non è facile rimanere sempre freddi, l'ho fatto perché io resto tranquillo quando arrivano le cose positive. Cerco una nuova strada per continuare a crescere. Il successo arriva ma si deve continuare a lavorare. Dopo aver vinto la prima Europa League in Olanda, il successo più importante degli ultimi 58 anni del Siviglia, sull'areo il giorno dopo tutti festeggiavano, mentre io dissi al presidente «Abbiamo un problema, domani tutti penseranno a rivincere, quindi dobbiamo lavorare di più»”.

11:45 - Continua Monchi: "Quando ho iniziato da ds non avrei mai immaginato di arrivare qui. Ho studiato da avvocato quando smisi di giocare. Poi arrivò il presidente del Siviglia e mi propose questo ruolo. Risposi ovviamente di si, era un momento difficile perché eravamo in B, vicini al fallimento. All'epoca la situazione era molto difficile. Il mio metodo non è difficile da capire. Ha due cose importanti: lavoro, unica strada per arrivare al successo, e il rapporto diretto con giocatori, allenatori e società. Credo che questo sia la cosa più forte. Per me il ds non deve essere sopra a tutti ma allo stesso livello, perché si capiscono i problemi e si trovano le soluzioni. Un tifoso del Siviglia più che un ds? Ho sempre detto così, non so se è una cosa buona o meno”.

11:42 - Parola a Monchi che parte ricordando la vittoria del Siviglia in Coppa del Re contro Barcellona e Real Madrid: “Bello perché vincemmo la coppa. Vincemmo 1-2 a Barcellona, per loro segnò Ibrahimovic. Al ritorno perdemmo 0-1, con il nostro portiere che fece una gara incredibile. Poi giocammo la finale contro il Real Madrid 2-0, con due gol di giovani del settore giovanile. Quello era un Barcellona che aveva vinto tutto”.

11:40 - Inizia ora la presentazione con la parola a Condò. Guardatela LIVE in fondo alla notizia.

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