Capanna: "Adriano ha tanta voglia in campo"
Il preparatore atletico della Roma, professor Riccardo Capanna, ha parlato ai microfoni di Radio RadioTv:
"Abbiamo pensato che fosse giusto iniziare in maniera progressiva il lavoro, relativamente leggero rispetto ai lavori ai quali sono abituati i giocatori., Abbiamo cominciato a Trigoria con un allenamento al giorno per 5 giorni e questo ha dato una buona base. Infatti qui i giocatori non sono arrivati sovraccaricati. Qui abbiamo iniziato le due sedute e ci stiamo trovando bene. E' un progetto che vale nell'anno nella stagione, un lavoro progressivo".
Negli allenamenti appare spesso il pallone.
"Devono muoversi il più spesso possibile come devono essere abituati a fare durante le partite. Anche nelle esercitazioni senza palla cerchiamo di creare delle situazioni che poi nella partita sono riproposte quando ci si scontra con gli avversari. Privilegiamo la forma del movimento rispetto alla corsa costante, che è insostenibile. Questi sono giocatori fantastici, un gruppo fantastico. Sono partecipativi, hanno tanta voglia di lavorare. Credo che tutti noi abbiamo le idee abbastanza chiare e sappiamo quali sono i mezzi per arrivare a determinati risultati, pur rendendoci conto che si può anche perdere. L'importante è mantenere un rendimento alto, consapevoli che nel calcio si può anche perdere. Adriano è un campione che non si può discutere, ovviamente. Avete visto anche voi come si sta comportando in questi giorni, da atleta vero. E' anche vero che è un po' in sovrappeso e tutti noi sia per la parte motoria sia lo staff medico, siamo impegnati per far ritrovare al ragazzo il rapporto peso-potenza".
Come si fa a mantenere il tono perdendo il peso?
"Il problema di un atleta è che deve essere messo nelle mani di una persona che un atleta deve rendere al meglio durante un allenamento. Se io sto fermo e non mangio perdo tre chili, ma lui deve essere messo in condizione di perdere peso e di allenarsi contemporaneamente. Adriano ci sta soddisfacendo, a me interessa che lui sia sempre coinvolto nel lavoro in campo. Lui ha tanta voglia in campo. Ogni giocatore ha delle risposte diverse all'allenamento. Occorre tenere gli occhi aperti e sono modulate a seconda di come noi ci accorgiamo che l'atleta reagisce in questo momento. Vale per Adriano e per tutti gli altri. Vucinic? Se lo dovessimo rapportare all'atletica leggera, è un vero velocista. E' quello che ha anche problemi di resistenza perché andando sempre al meglio delle possibilità si stanca prima. Avendo queste grandi qualità muscolari, se migliora nella resistenza speriamo di avere dei grandi vantaggi e di alzare il rendimento della squadra. Pizarro? Lui ha questo problema al ginocchio che deve risolvere. E' un problema medico, in questo momento. In questi giorni al coperto ha iniziato un'attivazione del suo organismo in prospettiva di quando uscirà insieme a noi. Dovrà fare come gli altri un lavoro crescente, dovrà stare un po' meno in campo. Vediamo come reagisce, lui in rapporto a Vucinic è un mezzofondista. Il rendimento cresce dunque un po' più in fretta, quindi sarà facile averlo prima. Vediamo a che punto arriva, se hanno svolto i compiti e navighiamo un po' a vista. Non possiamo prevedere nulla".
Sembra che Mexes stia rispondendo bene, Taddei anche.
"La cosa più simpatica che voi vedete è che hanno voglia di fare. Questa allegria, questa voglia di sentire che possono fare altro, mi dà soddisfazione. Questo vuol dire che stanno sopportando bene il lavoro che sto proponendo. Taddei è veloce e resistente, anche Perrotta. Hanno caratteristiche non da sprinter, ma da velocisti. Vucinic nei primi metri è più veloce di tutti, ma tutti riescono ad essere dei giocatori dal rendimento altissimo. Simplicio? Lo conosco poco perché è arrivato quest'anno e l'anno scorso ha giocato poco. E' arrivato a Trigoria una settimana prima e aveva già cominciato. Ha una fisicità tipo Pizarro, riesce facilmente ad avere un rendimento più elevato. E questo si vede quando finisce la partita bene e quando fa più partite in una settimana. C'è un progetto di resistenza che dura un po' di tempo. In partenza anche con i più forti al mondo siamo pari, è alla fine che gli altri stanno più avanti".
Manca poco al campionato. Quanto impiegherà il gruppo per arrivare in condizione alla Supercoppa?
"Sarei un mago se riuscissi a prevederlo. Noi viaggiamo con un progetto che è generale e in particolare andiamo come la barca, vento e mare a seconda della giornata. Noi così possiamo aumentare e diminuire giorno per giorno e ci adattiamo. Sapendo che l'obiettivo è il 21 agosto noi ci impegniamo per quello".
Vucinic è superiore a Menez sui dieci metri?
"Sono diversi. Vucinic accelera molto e sprinta in rettilineo, Jeremy è velocissimo a fare i cambi di direzione e il montenegrino un po' meno".
Menez viene sollecitato spesso in allenamento...
"Noi sollecitiamo tutti. Tutti si devono sentire partecipi. Menez in particolare gli vogliamo bene, ha delle grandi potenzialità che possono fare molto comodo alla squadra. Ma anche tutti gli altri. Francesco è arrivato più in salute dell'anno scorso e questo vuol dire tanto. I dolori si sono attenuati. E' un professionista esemplare. Non fa niente per cui si possa in qualche modo riprenderlo in maniera negativa".
C'è un ruolo più faticoso nella squadra rispetto ad un altro?
"Può succedere come spesso succede in gara, ci sono delle gare che ci tengono molto in difesa allora è la difesa che fatica di più e così anche l'attacco. Spesso ci prepariamo a far si che in situazioni critiche sappiano già come comportarsi i giocatori".
Come lavora il Prof. Capanna nello staff di Ranieri?
"Il progetto è integrato. Ogni elemento interagisce con gli altri e tiene conto di quello che succede agli altri. Ognuno di noi dà il proprio contributo, ci vediamo due volte al giorno per verificare quello che è stato fatto. E lì interveniamo per cambiare, fare di più o di meno a seconda delle situazioni".
Juan e De Rossi come si integreranno?
"Con gli infortuni occorre essere fortunati. Il calcio traumatizza chi lo pratica e tutti i giocatori sono ammalati, perché avranno sempre qualche cosa. Su Juan abbiamo fatto un lavoro uguale agli altri. Gli abbiamo tolto le proteine? Non lo so, ma non credo proprio. Il lavoro che gli proponiamo gli si adatta molto ed è probabile che determini il fatto che abbia avuto meno infortuni. Per quanto riguarda De Rossi, come Nedved, il problema è che strutturalmente non sono predisposto agli infortuni".
Lei propone un allenamento soft, differente rispetto ai vecchi metodi "muscolari".
"Non dobbiamo enfatizzare troppo, ci sono delle correnti di pensiero. Molti pensano che sia più importanti l'abilità con e senza palla, rispetto alla struttura fisica. Penso che non dia rendimenti alti, ma più infortuni".