Tutti fanno il suo gioco
Alla fine c’è riuscito. Dopo aver perso due volte in un mese contro una squadra che non aveva mai vinto in stagione, José Mourinho è riuscito a spostare l’attenzione su altro. In questi giorni, infatti, ben poco si è parlato della gara contro la Cremonese e, paradossalmente, si è parlato poco anche del big match contro la Juve. Se l’obiettivo era quello di creare una bolla, lo Special One ha fatto bingo. Anche i suoi detrattori, alla fine, non possono fare a meno di giocare al suo gioco.
DETTA LUI L’AGENDA – Chi lo sostiene dice che fa bene a proteggere la squadra focalizzando le attenzioni su altro, spesso su di sé. Chi non lo apprezza, invece, critica i suoi modi e si dice stanco dei suoi tentativi di distrarre l’opinione pubblica da quello che accade in campo. Anche questi ultimi, però, alla fine fanno proprio ciò che lo Special One vuole: parlare di lui, anche criticarlo, ma comunque evitando di parlare della Roma. Chi lo sostiene e chi lo critica fanno la stessa cosa, evitano di parlare di campo, consentendo alla squadra di rimanere il più concentrata possibile.
PROTEZIONE – Si può amarlo o meno, ma José Mourinho è fatto così. Martedì sera, nell’immediato post partita, parlando di Serra il portoghese ha alluso alle origini torinesi dell’arbitro. Pensava veramente che Serra l’avesse provocato appositamente per farlo squalificare o l’ha detto per gettare un altro amo, sperando che la gente abboccasse e si dividesse tra chi gli avrebbe dato ragione e chi, invece, l’avrebbe attaccato? Il bello è che, come accennato prima, anche i detrattori alla fine non riescono a non fare il suo gioco, perché attaccarlo equivale a non parlare del campo e della sconfitta contro l’ultima in classifica.
Tutte queste chiacchiere, ovviamente, sfumeranno al fischio di inizio del big match dell’Olimpico, così come questo editoriale. Sperando di poter tornare a parlare di calcio.