Il monito che la Roma femminile lascia a quella maschile e l'onta di una stagione fa che è diventata un'opportunità storica
La Roma, in attesa delle finali del settore giovanile, era chiamata a due finali in pochi giorni. La prima è stata quella che la Roma Femminile ha giocato, ma perso, contro la Juventus, in Coppa Italia. Una finale giocata meglio, dominata a tratti, persa per un paio di episodi sul finale. Facendo i complimenti a mister Spugna e alle sue ragazze per la stagione che le ha viste qualificarsi per la Women's Champions League, la loro stagione si chiude con un monito per i maschi, prossimi a giocarsi la finale di Conference League, a Tirana, contro il Feyenoord. Mercoledì non basterà giocare bene, meglio dell'avversario, bisognerà alzare al cielo la coppa e riportarla nella Capitale.
Sotto questo punto di vista, la stagione della Roma è stata spesso come la Juventus di Montemurro contro le giallorosse, ovvero quella squadra che resta sempre in partita, fino alla fine, anche se non è in giornata, a cui le basta un episodio positivo per innestare la marcia giusta e riprendere o vincere le partite.
Se la finale di Coppa Italia Femminile può essere un monito (tra l'altro alcune ragazze seguiranno la squadra in Albania), la Conference League è quel fenomeno di cui si parla spesso, o lo si è fatto durante la pandemia: trasformare la crisi in opportunità. Una stagione fa l'essere arrivati a pari punti col Sassuolo e la mancata qualificazione, soltanto alla neonata Conference League, era l'ennesima onta di una squadra che non riesce più a qualificarsi in Champions da parecchio. Adesso, a pochi giorni dal match, la stessa Conference League viene vista come un trofeo da vincere, in una partita storica, una delle più, se non la più importante della Roma da anni a questa parte.
Tra moniti e nuove opportunità, non resta che il campo.