Due messaggi dei Friedkin
Da questa prima gestione Friedkin possiamo trarre due conclusioni: la prima riguarda il fatto che i nuovi proprietari amino lavorare nell’ombra senza lasciare alcuna traccia. Dopo la bomba Mourinho, anche la bombetta Costanzo arrivata all’improvviso. Loro lavorano così: lasciano che la gente parli, che l’ambiente mormori e vanno dritti per la loro strada senza sussurrare niente a nessuno. Un ottimo modo di lavorare e di procedere, una maniera seria di approcciarsi a questo mondo. La storia giudicherà se avranno lavorato bene o male ma il modus operandi è quello giusto. Pochi fronzoli (anzi, zero fronzoli) e solo fatti.
La seconda considerazione riguarda una pecca degli ultimi anni della gestione Pallotta: il rapporto con la città, con i tifosi. La precedente proprietà era partita molto bene (campo Di Bartolomei, Hall of Fame per celebrare le storia giallorossa) ma il rapporto si era successivamente compromesso.
Tra le priorità dei Friedkin, invece, si può notare la volontà di riavvicinarsi al cuore pulsante della città.
Prima la comparsa del vecchio stemma sulle mascherine, ora l’annuncio di Maurizio Costanzo, che si è presentato così: "Darò il mio contributo per spiegare bene Roma e i romani e per cercare di ricostruire il clima di amore con i tifosi verso la Roma. La prima cosa che farò è stringere bene i rapporti tra Mourinho e la città. Io voglio lavorare molto sui tifosi".
Un messaggio chiaro, che si sposa perfettamente con l’intento dei nuovi proprietari, i quali da quando sono sbarcati nella Capitale hanno iniziato un corso intensivo di ambiente romano, decidendo di stabilirsi qui per vivere h24 sia Trigoria e sia i respiri e gli umori della tifoseria, in maniera diretta e senza mediazioni.