Che fine ha fatto - Gianni Guigou

25.07.2020 19:45 di  Alessandro Pau   vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Alessandro Pau
Che fine ha fatto - Gianni Guigou
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© foto di Federico De Luca

Probabilmente è uno dei calciatori che è riuscito a imprimere maggiormente il suo nome nel ricordo dei tifosi giallorossi in base al numero di presenze ottenute con la Roma. Poco più di 60 partite nel giro di tre anni, ma di lui si ricordano gol storici, cori, aneddoti e molto altro. Anzi, come scopriremo più avanti, è diventato addirittura fonte d'ispirazione per un giovane romano. Nell’edizione odierna di Che fine ha fatto il protagonista è l’uruguayano Gianni Bismark Guigou Martinez, più semplicemente conosciuto come Gianni Guigou.

Il centrocampista uruguayano originario di Nueva Palmira, una cittadina del dipartimento di Colonia in Uruguay muove i primi passi nel mondo del calcio con la maglia del Club Nacional de Futbol, società di Montevideo. Con i Tricolores, nientepopodimeno che il secondo club più blasonato del Paese dietro al Peñarol, esordisce nel 1995. In 5 anni, quindi fino all’estate del 2000, ottiene oltre 60 presenze in campionato e firma 6 reti. Ciò lo rende anche un prezioso elemento di una squadra capace di portare a casa ben 4 trofei in questo lasso di tempo. Infatti Gianni Guigou in questi anni mette in bacheca due campionati uruguayani e due Liguilla Pre-Libertadores de América, nient’altro che una competizione tra le migliori compagini del massimo campionato nazionale.

I buoni risultati ottenuti in patria lo fanno entrare nel mirino degli scout europei. Nella calda estate del 2000 è proprio la Roma ad avere la meglio e sbaragliare la concorrenza, portandolo a Trigoria per 6 miliardi di lire. Esordisce il 14 settembre del 2000 nella Roma di Capello (che di lui dirà “è l’unico uruguaiano che non picchia”) nel primo turno di Coppa Uefa contro gli sloveni del Gorica nel match vinto per 1-4 dai giallorossi. Il primo ottobre invece fa il suo esordio in Serie A nella sfida contro il Bologna. L’Europa però è nel suo destino: oltre al primo gettone ufficiale, trova anche il primo gol in maglia giallorossa. Lo fa nel match giocato all’Olimpico contro l’Amburgo, valido per l’andata dei sedicesimi di finale e terminato 1-0 proprio con il suo gol. Su questa rete dirà in seguito: "Sì, è stato un gol decisivo, anche se ci fu pure uno sbaglio del portiere. Ma fu comunque una bella soddisfazione, la squadra era fortissima in quel momento. Sono bei ricordi".

La seconda e ultima rete nell’annata scudettata la mette a segno ancora in Coppa Uefa: è una rete storica. Prima di quel momento, infatti, i giallorossi non hanno mai vinto una partita in terra inglese, e ancora ad oggi si tratta dell’unica affermazione giallorossa d’oltremanica. Il 22 febbraio 2001 si gioca ad Anfield, contro il Liverpool, nel match di ritorno degli ottavi di finale della competizione. I giallorossi devono ribaltare lo 0-2 dei Reds a Roma, ma la rete di Guigou al 70’ non basta per strappare il pass verso i quarti di finale di Coppa Uefa. La Roma viene eliminata, ma quella vittoria per 0-1 e quel gol non usciranno mai dalla storia del club.

Termina la prima stagione ufficiale in maglia giallorossa con la vittoria dello Scudetto, ottenendo il suo primo titolo italiano. Su quell’annata dirà: "Fu un anno bellissimo, con tante responsabilità e partite dure da giocare. Era uno spogliatoio con tanta allegria, che serve sempre. Quando bisogna allenarsi si deve fare, quando si sta con i compagni ci si deve divertire, altrimenti la pressione è troppo alta e non si riesce a lavorare Qual è stato l’elemento vincente di quel gruppo? Non eravamo un gruppo di amici, ma è normale nelle grandi squadre. L’importante è che tutti guardino allo stesso obiettivo e noi eravamo così. C’erano grandi campioni e molti non erano più ragazzini, quasi tutti sui trent’anni, quasi tutti in nazionale. Per me fu una grande emozione farne parte”.

Gioca anche nella finale di Supercoppa Italiana, vinta per 3.0 ai danni della Fiorentina, e mette in bacheca il secondo trofeo con la Roma, nonché l'ultimo della sua carriera. La sua seconda annata romanista si rivela però meno proficua della prima, con solo 13 presenze totali e nessuna rete. Nella terza stagione, invece, trova il suo primo e unico gol in Serie A con la maglia della Roma, siglando una rete nel 2-1 inflitto al Parma il 13 aprile del 2003, pochi mesi prima del suo addio. A chiosa della sua esperienza a Roma, dopo tanti anni ha dichiarato: "Ho sempre ringraziato la Roma per la possibilità di essere arrivato in Europa. Ho avuto la fortuna di vincere lo scudetto e una Supercoppa Italiana al primo anno, a Roma non è una cosa semplicissima. Giocavo in nazionale e si parlava di me, ma nessuno mi aveva cercato prima della Roma. Avevo 25 anni e vivevo in Sudamerica quando sono arrivato nella Capitale, alla fine mi sono ritrovato a giocare con i più forti campioni. Mi sarebbe piaciuto rimanere un po’ di più, ma il calcio è così. L’Olimpico? Quando entri e senti l’inno… ancora mi viene la pelle d’oca! È un’emozione fortissima e unica".

In estate lascia la Capitale per andare in prestito al Siena. Con i bianconeri disputa una stagione positiva e diventa presto titolare nell’undici bianconero. Mette insieme 32 presenze e sigla anche gol nella sconfitta per 5-2 contro la Lazio. Raggiunta la salvezza, scade il prestito e contestualmente anche il suo contratto con la Roma. Gianni Guigou si ritrova così svincolato, ma ci resta per poco: a prelevare il suo cartellino nell’estate del 2004 è la Fiorentina. L’esperienza gigliata si rivela però un fallimento: poco più di 10 presenze nel giro di una stagione e mezza, una sola realizzazione in Coppa Italia e un addio inevitabile nel mercato invernale del 2006.

Passa quindi in prestito al Treviso nella sua storica stagione in Serie A. Con il club trevigiano si instaura una buonissima sintonia e, nonostante la retrocessione in Serie B a fine anno, Guigou viene confermato nel club biancoceleste. Per ottenere il cartellino del calciatore, il Treviso gira alla Fiorentina Gobbi e Reginaldo. Alla fine resta per ben 3 anni (dal 2006 al 2009) tra le fila del Treviso in Serie B, collezionando oltre 80 presenze e segnando due gol. Nel marzo 2008 viene operato in artroscopia dal professor Marc Martens saltando gran parte del suo secondo campionato trevigiano.

Nell’estate del 2009, dopo esattamente 9 anni dal suo arrivo, Gianni Guigou torna in patria, nel suo vecchio club, il Nacional. Milita in Uruguay solo per un anno, collezionando una rete in 16 presenze. L’estate successiva, infatti, si trasferisce in Messico, con l’Estudiantes Altamira, ultimo club della sua carriera, prima del ritiro nel 2011.

Gianni Guigou, che vanta anche la cittadinanza italiana, ha vestito la maglia della Celeste in 41 occasioni, dal 1999 al 2004, senza mai trovare il gol. Con la sua Nazionale, inoltre, ha ottenuto un argento nella Copa America del 1999, persa in finale contro il Brasile.

Solo 3 anni e non moltissime partite con la Roma, ma Guigou è rimasto nel cuore dei tifosi giallorossi e non solo. In primis c’è la società, che spesso lo invita agli eventi commemorativi dell’ultimo Scudetto: “L’iniziativa della società di riservare uno spazio allo Stadio Olimpico dedicato agli ex giocatori è bellissima. Ci permette di ritrovarci e di vedere le partite della Roma. Non so quali altre società lo facciano. Insomma devo ringraziare la società per questi inviti e io ci sarò. Se vengo spesso a Roma? Quando posso molto volentieri. Ho tanti amici a Trigoria. Sono stato anche alla presentazione del libro di Francesco Totti, una bella serata, è stato emozionante”. Anche i tifosi, dicevamo, non lo hanno dimenticato, anzi. Un giovane cantante romano e tifoso giallorosso della Garbatella, al secolo Tiziano Menghi, ha infatti preso in prestito dall’ex calciatore giallorosso una parte del suo nome per trasformarlo nel suo nome d’arte: oggi, infatti, lo conosciamo come Gianni Bismark.

Oggi cosa fa Guigou? “Mi sono allontanato un po' - ha dichiarato in un’intervista -, ma sto in contatto con gli ex compagni, ora ci dedichiamo ad altro. Ho alcune cose private di cui mi prendo cura e poi faccio l’intermediario nel calcio. Mi piace seguire un po’ di ragazzi, il calcio è il mondo che conosco meglio, mi piace e mi diverte. Se seguo ancora la Roma? Sempre, ho mio figlio Tiziano nato qui a Roma nel 2002, seguiamo la Roma, mi ha dato la possibilità di vincere e crescere come uomo e come calciatore. Un ritorno a Roma? Ci penso tutti i giorni, altro che pensierino! L’anno scorso (2017, ndr) mio figlio è venuto ad allenarsi a Trigoria per quattro giorni ed era contentissimo e fiero di avere tutta la Roma intorno. Come padre il mio impegno è di dargli tutti i consigli che posso. Se davvero gli piace questo sport dovrà lasciare tante cose da parte, in pochi arrivano nel calcio professionistico, ma per provarci vanno fatti sacrifici e non tutti i ragazzi li fanno volentieri. Vedremo…”.