Mezzaroma: "Destro dimostrerà quanto può diventare grande. Fare uno stadio è difficile in tutta Italia"
Il presidente del Siena Massimo Mezzaroma è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport per parlare della sfida contro la Roma di domenica prossima e di altri argomenti relativi ai giallorossi:
Come vivrà questo Siena – Roma? In più rispetto al solito anche la presenza in campo di Mattia Destro.
«La vivrò con affetto, il fatto che ci sia Mattia me la farà vivere in maniera più particolare. Mattia è un ragazzo di ancora 21 anni, solo giocando può trovare i ritmi. Potrà solo migliorare e nel futuro dimostrare quanto può diventare grande».
A parte i complimenti per il Siena visto che siete partiti molto bene, da romano si è fatto un’idea della nuova società giallorossa?
«Non me la sono fatta perché approcciare la Roma, come qualsiasi altra società, nei momenti di mercato è un contatto particolare, frenetico, non si entra a fondo. E’ una società che lavora moltissimo sui giovani, sia provenienti dal proprio settore giovanile che dal panorama internazionale. Dal punto di vista del progetto sportivo può essere molto interessante. Quando imposti un discorso sui giovani hai bisogno di più pazienza, servono un insieme di partite che poi segneranno un gruppo, creando l’amalgama, che si trova solo con vittorie importanti, facendo risultato. Per quanto riguarda il discorso societario è un po’ più complicato, in quanto è l’unica società italiana posseduta da stranieri. Stanno facendo cose nuove o quanto meno diverse da come si facevano prima nel calcio tradizionale. Se saranno tutte giuste o tutte sbagliate solo il tempo potrà dirlo. Nel frattempo dal rapporto con lo sponsor tecnico alla gestione infrastrutturale siamo ai primi passi e solo col tempo potremo capire se un modello manageriale come quello americano/anglosassone può funzionare o meno a Roma».
Come vi trovate con la Robe di Kappa?
«Noi ci troviamo benino. Probabilmente abbiamo pretese anche diverse da quella della Roma. I numeri che generiamo noi rispetto a quelli della Roma sono nettamente diversi. Al momento non abbiamo grossissime difficoltà o grossissime problematiche con la Robe di Kappa. Chi fornisce materiale sportivo normalmente si trova, soprattutto in particolari momenti dell’anno, ad andare in sofferenza, magari con qualche ordine sbagliato, noi con Robe di Kappa abbiamo un contratto in essere e non abbiamo pensato ad alternative».
Come Siena state pensando ad un progetto stadio?
«Tutti quelli che stanno nel calcio professionistico pensano a fare stadi nuovi».
A Roma sarà possibile fare uno stadio?
«E’ tutto difficile ma, non solo a Roma, in tutta Italia. E’ una nazione così difficile che ti fa porre tutte le mattine la domanda "Ma che ci sto facendo qui?", soprattutto se fai l’imprenditore. La cosa più difficile che ti può capitare è se ti viene un’idea. Quando parlavo del fatto che non sapevo quanto la managerialità americana fosse confacente con il nostro modo di lavorare, uno dei problemi è proprio lo stadio. Pensare a quanti passaggi deve fare la proposta di uno stadio nuovo, la burocrazia, comunale, regionale, nazionale, prima che si mettono d’accordo tutti quanti, quello è uno dei grandi punti interrogativi. L’efficentismo, il pragmatismo anglosassone riuscirà a superare tutti questi problemi? E’ difficile farlo a Siena… Io faccio il costruttore a Roma e dovete immaginare che per riuscire ad edificare un terreno, da quando lo si compra a quando si consegnano le prime case alle famiglie passano in media quindici anni. Non vorrei essere pessimista e penso che costruire uno stadio sia più semplice che costruire un quartiere, però c’è da far tremare i polsi. Per questo tutto il calcio professionistico non chiede una corsia preferenziale ma una semplificazione delle procedure per arrivare poi a costruire questi stadi che sono indispensabili».
Con disagi, soprattutto per i tifosi...
«I tifosi sono degli eroi. Tifosi che continuano a pagare i biglietti per i nostri stadi bisognerebbe ringraziarli e basta perché il prezzo del biglietto rispetto al luogo dove vanno è inverecondo».